Pronti per lo sprint finale della Serie A?
di Raffaele Cumani & Antonio Cardarelli
Ci aspetta un maggio bello frizzantino, arricchito anche dalle semifinali delle coppe europee che in questa stagione sono diventate – contro ogni pronostico – terra di conquista per le squadre italiane. Se dovesse servire un aiuto per affrontare al meglio queste ultime giornate, ci siamo qui noi di Champions Wine. Allacciate le cinture e armatevi di un po’ di pazienza perché questa volta faremo un giro un po’ fuorimano. Già perché oltre alle grandi zone del vino, che abbiamo ospitato in abbondanza nel nostro variegato viaggio eno-calcistico sulle “colonne” di Champions Wine, l’Italia è ricca di altre aree ancora poco considerate, ma non per questo meno importanti, sia dal punto di vista calcistico che enologico. E allora via, alla scoperta della vecchia, cara, sana provincia italiana, dove – con la giusta dose di pazienza – possono nascere grandi vini e grandi giocatori.
La partita con vista sulla provincia italiana non poteva che essere Sassuolo-Empoli. Uniche due squadre non capoluogo di provincia a militare in Serie A, Sassuolo ed Empoli sono accomunate da molte cose. Dal punto di vista calcistico la buona gestione finanziaria e la capacità di allevare talenti delle giovanili – o permettere ai giovani che non trovano spazio nelle big di crescere – sono forse le caratteristiche principali. Come l’economia italiana deve molto alle piccole industrie delle zone meno note del Paese, anche il calcio italiano deve ringraziare realtà come queste, che permettono ancora ai giovani talenti di fare esperienza senza l’assillo del tutto e subito, e soprattutto con le occasioni di sbagliare per imparare. Anche dal punto di vista economico queste città si assomigliano, essendo due poli industriali fondamentali per le rispettive regioni: Empoli cuore del distretto tessile, Sassuolo capitale della ceramica.
Non a caso Fabrizio Corsi, empolese doc e presidente dei toscani, è un imprenditore del ramo tessile. Il Sassuolo, invece, è di proprietà della Mapei, che partendo dagli adesivi per ceramiche ha costruito un impero internazionale. Il forte legame col territorio distingue le due squadre. I tifosi non saranno tanti – Sassuolo, con poco più di 40mila abitanti, è la terza città più piccola ad aver mai raggiunto la Serie A dopo Novi Ligure e Casale Monferrato – ma sono tutt’uno con la squadra. Emblematico il caso dell’Empoli, che oltre al presidente del posto può contare anche su sponsor locali, come per esempio Sammontana. E sempre nel caso dell’Empoli anche lo stadio ha un fortissimo legame con la storia del territorio, una storia che ci piace ricordare a ridosso del 25 Aprile appena passato. È quella di Carlo Castellani, al quale è dedicato lo stadio, miglior marcatore della storia dell’Empoli prima del sorpasso operato da “Ciccio” Tavano nel 2011. Il padre di Carlo Castellani, noto per le sue posizioni antifasciste, venne preso dalle camicie nere e l’attaccante dell’Empoli si offrì di sostituirlo. Deportato in un campo di concentramento, Castellani morì a Mauthausen nell’agosto del 1944.
Parlando di Castellani abbiamo citato Francesco “Ciccio” Tavano, uno dei tanti bomber tascabili che hanno deliziato i tifosi toscani negli ultimi anni. Grazie al legame con l’Usd San Nicola Castello di Cisterna, a Empoli sono arrivati decine di talenti da Napoli e dintorni. Spesso ancora adolescenti, in Toscana hanno trovato l’ambiente ideale per sfruttare al massimo le doti tecniche e diventare calciatori di prima fascia. Pensiamo, oltre a Tavano da Caserta, all’Air Force 9 Vincenzo Montella da Pomigliano d’Arco, ad Antonio Totò Di Natale da Napoli e a Francesco Ciccio Lodi, sempre da Napoli, con il suo sinistro che è “nu babbà”. Ecco, giusto per sfiziarci un po’, qualche gol di Tavano:
Il settore giovanile è l’asse portante della società, sia per l’Empoli che per il Sassuolo. Lo dimostra Giacomo Raspadori, il mini bomber che ha firmato il gol Scudetto per il Napoli a Torino, cresciuto nelle giovanili neroverdi. O a Domenico Berardi, che da Sassuolo sembra non voler andare più via nonostante la corte di tante big italiane ed europee. Ma i nomi sono davvero tanti, quasi tutti cresciuti, svezzati e poi ceduti a caro prezzo: Lorenzo Pellegrini, Gianluca Scamacca, Manuel Locatelli, Stefano Sensi, Matteo Politano, Simone Zaza. Lista che si allunga ulteriormente, sia per l’Empoli che per il Sassuolo, se si aggiungono talenti pescati all’estero come i fratelli Traorè, Ismail Bennacer, Merih Demiral, Jeremie Boga, Elseid Hysaj. Ma nel corso degli anni l’aria sana della provincia ha fatto bene anche a tanti allenatori delle due squadre. Qualche nome? Basta chiedere. Maurizio Sarri e Luciano Spalletti sono diventati grandi all’Empoli, Massimiliano Allegri ha cominciato a vincere col Sassuolo, quando nel 2007-2008 centra la promozione in serie B per passare, l’anno dopo, al Cagliari. Eusebio Di Francesco, prima di portare la Roma in semifinale di Champions League, costruisce un meraviglioso Sassuolo che nel 2016 si toglie lo sfizio di rifilare tre gol all’Athletic Bilbao nel girone di Europa League. Europa che ha sfiorato anche l’Empoli nel 2007-2008, eliminata nel primo turno preliminare di Coppa Uefa dallo Zurigo. Ora, per omaggiare i talenti del Sassuolo, un video che non piacerà molto ai tifosi del Milan: Domenico Berardi che con quattro gol fa esonerare Allegri:
Ma diciamola tutta: parlare di provincia nel vino non ha molto senso visto che la gran parte delle produzioni del mondo avvengono in zone rurali e, va da sé, in provincia. Ma allora proviamo come sempre a fare un gioco e andare ad esplorare, in onore di queste “piccole grandi” realtà calcistiche, anche le zone vitivinicole meno battute con le doc meno note, che vale però la pena conoscere per i gioielli che producono. Tutto questo chiaramente e come sempre a nostro insindacabile giudizio…



Partiamo dalla docg più piccola d’Italia, il Moscato di Scanzo. Di Atalanta abbiamo parlato da poco e qui siamo proprio in prossimità di Bergamo, a Scanzorosciate, in una bella zona collinare da cui si intravvede, smog permettendo, persino Milano. A farla da padrone qui è proprio il moscato di Scanzo, la famiglia è quella ma l’uva è rossa per un vino passito di grande leggerezza, beva e intensità. Ottimo, speziato, gustosissimo, noi vi consigliamo il Serafino de Il Cipresso per immergervi completamente in questo piccolo aromatico vivaio di talenti di provincia!
Spostiamoci verso est nel trevigiano in una zona di grande produttività vitivinicola per una piccola chicca, il Malanotte Piave. L’uva locale, il raboso, spesso vinificato in versione leggera e frizzante, viene in questo caso sottoposta ad un trattamento simile a quel che accade in Valpolicella. Una percentuale dell’uva viene infatti appassita dando dei vini di maggior corpo e intensità. Il Notti di Luna Piena di Ca’ di Rajo è un rosso di grande intensità dai sentori fruttati, speziati e balsamici. Un raboso di grande struttura e da invecchiamento. Quando le provinciali se la giocano per l’Europa!
E infine una zona in grande ascesa, quella di Faro, ma comunque con un numero limitato di produttori. Siamo nel messinese, sulla punta nordoccidentale della Sicilia. Abbiamo scelto Faro per due motivi. Il primo, ovvio, perché i vini ci piacciono tantissimo. Le uve principali, rosse, sono nerello mascalese, nocera e nerello cappuccio e danno vini di grande eleganza e contemporaneità. Il secondo, ci dà la possibilità di raccontare uno dei tanti incroci eno-calcistici a noi tanto cari. In zona, Le Casematte è l’avventura enologica del roccioso Andrea Barzagli – che non ha mai giocato né nell’Empoli né nel Sassuolo è vero – ma che ha vinto praticamente tutto nella BBC juventina e tanto ha dato anche alla maglia azzurra. Il Faro è un rosso floreale e speziato di grande finezza, rotondità e profondità, un po’ come le progressioni di The Rock.
Che ne pensate? La provincia italiana merita un giro enocalcistico? A nostro avviso assolutamente sì, con un bel calice in mano per godersi i talenti presenti e futuri della Serie A, da veri talent scout del calcio e del vino.