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Champions Wine

Ultimo brindisi per la Serie A 2022/23: i vini da abbinare ai grandi protagonisti della stagione

Tempo di lettura: 7 minuti

La stagione 2022/2023 della Serie A si avvia verso la conclusione. Un campionato storico, quello di quest’anno, perché il Napoli è tornato campione d’Italia dopo 33 anni. Un ritorno coinciso con un esordio: ovviamente quello di Champions Wine. Quindi, cari tifosi napoletani, ci aspettiamo almeno un invito a cena. Naturalmente si scherza (ma di sicuro c’è l’obbligo di continuare a seguirci!). Campionato finito dunque, e Champions Wine pronto a congedarsi… ma solo per il momento, nella speranza di avervi fatto scoprire qualche buona bottiglia e qualche bella storia di sport. Perché alla fine la nostra mission – scusate l’inglese ma ogni tanto proviamo a darci un tono – era proprio questa: ribaltare il rituale birra-partita ormai ampiamente trasceso da noi umili appassionati eno-calcistici!

di Raffaele Cumani & Antonio Cardarelli

Scartata l’idea di dare i voti ai protagonisti della Serie A, per l’ultima giornata Champions Wine si congeda in bellezza scegliendo, come sempre a nostro insindacabilissimo giudizio, i protagonisti della stagione. Quindi, con lo sguardo già in vacanza e la testa in ferie praticamente da sempre, proviamo a ripercorrere questa pazza stagione interrotta dal Mondiale. Abbinando, come sempre, un bel bicchiere all’occorrenza. A proposito, per chi volesse recuperare tutte le puntate di Champion Wine, ecco il link della svolta.

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore

Questa volta iniziamo al contrario: dal vino per brindare alla chiusura di una grande stagione che per molte italiane ha anche coinciso con una bella cavalcata europea.

E allora serve la bottiglia delle grandi occasioni, una delle migliori bollicine italiane. Su il sipario perché andiamo subito in Trentino, in una delle patrie della spumantistica nostrana. Stappiamo il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, per gli amici basta Giulio, vino pluripremiato dalle guide e desideratissimo dai winelover.

Chardonnay in purezza, millesimato di Ferrari.

No, amici eno-sportivi non parliamo di motori, ma di una delle più blasonate cantine italiane. Eleganza, complessità a non finire, classe e profondità. Vino manifesto dello spunto verticale, dell’armonia e del tocco vellutato. Abbinamento azzeccatissimo per introdurre i protagonisti di maggior talento e tasso tecnico del Campionato… i fuoriclasse insomma, quelli dai colpi che rimangono nella storia come le annate migliori!

E a proposito di bollicine, partiamo subito col botto, dal giocatore simbolo del Napoli (di cui abbiamo recentemente omaggiato la cavalcata) partito a fari spenti e arrivato a stra-vincere il campionato con il lusso di poter rallentare sul traguardo, un po’ come fanno gli sprinter quando vogliono palesare la propria superiorità. Il nome ha mandato al manicomio i telecronisti italici, e anche noi per non fare brutte figure lo abbiamo appena cercato su Google. Khvicha Kvaratskhelia, per gli amici Kvara, per gli amici napoletani Kvaradona: il capolavoro di mercato firmato Giuntoli, preso per pochi milioni dal campionato georgiano e arrivato per illuminare la Serie A. Il George Best di Tbilisi ha mandato al manicomio i terzini di tutto il campionato e di mezza Europa. Finte, controfinte, dribbling da fermo e in velocità, assist facili e di tacco, tiri piazzati e potenti: il Ragazzo Magico sembra aver ricevuto il fuoco sacro dalle mani del Dio del pallone per donarlo agli amanti del calcio con l’umiltà dei grandi. E d’altro canto se la Georgia è una delle patrie del vino, il ragazzo non può che deliziare i palati degli intenditori!

Per il Milan la stagione 2022/2023 è stata controversa. La qualificazione in Champions League è importante e consolatoria, ma la brutta uscita nella massima competizione europea contro i cugini interisti ha lasciato ferite ancora aperte. Il bicchiere mezzo pieno (e che bicchiere!) è il rinnovo di Rafael Leao, uno dei talenti più cristallini del calcio mondiale. Dopo aver trascinato i Rossoneri verso un inatteso Scudetto, quest’anno Leao è stato incostante, ma gli è bastato accendersi nelle tre partite contro il Napoli per ricordare a tutti il campione che è. Il rinnovo del contratto è un tassello fondamentale per il futuro del Milan: anche nei prossimi anni le sgroppate col sorriso stampato in faccia non mancheranno, ci sarà ancora da divertirsi a San Siro.

Kvara o Leao, il mondo del tifo si divide tra chi sia il migliore, noi non ci schieriamo e favoriamo video che racchiude un po’ di giocate dei due fuoriclasse. 

Ma oltre a Leao, quest’anno un altro giocatore che ama la fascia sinistra si è messo finalmente in mostra: Mattia Zaccagni da Cesena. Perfetto per il gioco d’attacco di Sarri, e noi neanche a dirlo al sarrismo avevamo già dedicato ampio spazio, dopo mesi in cui di lui si parlava principalmente per le frecciatine della fidanzata a Zaniolo o per il frettoloso addio al ritiro azzurro insieme a Lazzari, è arrivato il momento della consacrazione. Roberto Mancini lo ha richiamato in Nazionale, e ora l’esterno ex Verona è pronto a dimostrare il gran giocatore che è in una Italia che ha un disperato bisogno di dribbling e fantasia in attacco, in attesa del ritorno del miglior Chiesa.

Scacco Matto di Fattoria Zerbina

E qui, visto anche il momento delicato, omaggiamo allora la Romagna unendoci agli appelli a raccontare e promuovere i prodotti di questa grande terra.

E lo facciamo con una delle bottiglie che ne hanno fatto la storia enologica, lo Scacco Matto di Fattoria Zerbina.

Albana Passito da uve aggredite da muffe nobili. Ricchissimo, dal colore dorato, dagli inebrianti profumi agrumati, di zafferano e dalla bevuta opulenta e freschissima. Vino che rimette in pace col mondo, dalla dolcezza mai stucchevole!

Dai campioni d’Italia ai possibili campioni d’Europa (amici nerazzurri i gesti più scaramantici sono concessi!). Se l’Inter ha raggiunto questo impronosticabile traguardo è soprattutto grazie al “Toro”, Lautaro Martinez. Sulla maglia porta scritto Lautaro per non confondersi con i tanti Martinez calciatori del mondo ispanico, già perché l’attaccante dell’Inter ha sempre fatto capire di volersi distinguere dagli altri. Dopo lo Scudetto con Conte e il Mondiale vinto con l’Argentina, con apporto fondamentale nel gol del 3-2 di Messi in finale, ora Lautaro vuole prendersi l’Europa con l’Inter, la squadra del suo destino. Perché il Toro, corteggiato dal Real Madrid, ha scelto i Nerazzurri spinto dal suo “padrino calcistico” Diego Milito, uno che di Inter e di Champions League ne sa abbastanza… In attesa di provare a entrare nella storia nerazzurra, Lautaro ha sistemato un po’ di cose in famiglia sposando la compagna Agustina Gandolfo, con la quale ha lanciato da Mendoza – una delle capitali della viticoltura argentina – una nuova etichetta di vino. Qui, intanto, i gol del Toro in versione deluxe nella stagione 2022/2023:

Da un campione del mondo a uno che la finale l’ha persa, ma vista la stagione con la squadra di club forse non poteva andare diversamente. Se fosse una bottiglia di vino, il campionato della Juventus saprebbe di tappo, odioso difetto che può colpire anche bottiglie (e campionati) che meriterebbero un destino diverso. Ma nel disastro bianconero Adrien Rabiot è una delle poche note positive. “Cavallo pazzo”, come lo chiamano i tifosi della Juventus, ha cantato e portato la croce nel centrocampo bianconero, garantendo solidità, corsa, assist e gol. Finalmente, dopo un paio d’anni complicati, l’ex Psg che si ispira a Gerrard e al film 300 (quantomai azzeccato per questo campionato della Juve) ha dimostrato che a Torino può starci. Ça va sans dire – scusate il francesismo, ma è sempre per darci un tono – Rabiot ha scelto la stagione sbagliata per dimostrarlo, ma ora i tifosi bianconeri si augurano che resti.

Toro o Cavallo pazzo, giocatori di livello internazionale che mostrano carattere e muscoli e fanno della potenza il loro marchio di fabbrica…

E allora andiamo in Toscana per un’uva che viene dalla Francia, il merlot, che sulla costa toscana ha trovato una nuova casa e in particolare in Maremma per il progetto Rocca di Frassinello, inedita joint venture italo-francese fra Castellare di Castellina e la celeberrima Domaines Baron de Rothschild-Lafite.

Super intensità e complessità, una grande pienezza e corpo ma sempre con grande freschezza.

Attenzione però a trascurare anche i protagonisti “minori” di questa Serie A che sta andando in archivio. Minori fino a un certo punto, perché anche loro sono stati convocati per la Nations League da Roberto Mancini. Il primo, a proposito di potenza e muscoli, è il difensore più palestrato del campionato, l’Arnold Schwarzenegger della Serie A che potrebbe dire “hasta la vista baby” – dopo inglese e francese, concedeteci un tocco di spanglish – a un attaccante avversario senza sembrare pretenzioso. Insieme a Gatti della Juventus, Federico Baschirotto è l’esempio massimo del difensore operaio che va in paradiso e quest’anno ha guidato il Lecce alla salvezza a suon di chiusure e qualche gol. 

L’altro è Matteo Pessina, brianzolo doc, nato e cresciuto a Monza, capitano del Monza nella prima stupenda stagione in Serie A della squadra del duo nostalgico Berlusconi-Galliani. Chissà se il “Condor” nelle sue Memorie aveva già previsto un exploit di questo tipo per la squadra all’esordio nella massima serie. Certamente aveva voluto un capitano “nativo” e dalla faccia pulita, appassionato di latino, economia, opera e danza. Di fronte ad un calciatore così, serve un grande classico!

San Leonardo

E allora chiudiamo da dove siamo partiti, dal Trentino, e per l’ultima di campionato scomodiamo un rosso intramontabile, sua maestà il San Leonardo, vino che ha fatto della continuità, dell’equilibrio e dell’armonia il suo marchio di fabbrica.

Cabernet sauvignon, carmenère e merlot di eleganza sublime, longevità, corpo e grande bevibilità.

Un rosso italiano che può competere su tutti i palcoscenici, da provare una volta (ma sarebbe meglio di più) nella vita!

Nel frattempo, visto che la Nazionale sta per tornare, ci godiamo il gol di Matteo Pessina contro l’Austria a Euro 2020…

Last but not least, la stagione della Roma poteva finire in trionfo, ma a Budapest è andata come è andata. Resta però la stoica arrampicata dei giallorossi fino alla finale contro l’imbattibile Siviglia, una delle classiche imprese alla Mourinho. Per noi amanti delle contaminazioni, Mou – tra l’altro grande amante del vino, in particolare di quello portoghese – è uno dei riferimenti massimi. E nell’ultimo racconto di Champions Wine dedicato alla Serie A prendiamo in prestito le sue parole per chiudere in bellezza. Perché se come dice lo Special One “chi sa solo di calcio, non sa nulla di calcio”, siamo convinti che “chi sa solo di vino, non sa nulla di vino”. E se siete qui a leggerci, ne siete convinti un po’ convinti anche voi.

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