Accompagnare le partite di Serie A con il bicchiere giusto è stato finora il mantra di Champions Wine, e speriamo di avervi consigliato bene. Ma quanto sarebbe bello allargare questa buona abitudine anche ad altri sport? Detto, fatto! Eccoci qui con una puntata specialissima di Champions Wine dedicata al tennis. Scelta non casuale visto che questa settimana si chiuderà l’edizione 2023 degli Internazionali d’Italia. E visto che – al netto di un torneo che poteva oggettivamente andare meglio – dopo anni di oblio finalmente il tennis italiano sta vivendo il suo Rinascimento, abbiamo pensato di festeggiare questa congiuntura con qualche grande bottiglia (e stavolta ci siamo andati giù pesanti perché, si sa, che il tennis è sport nobile!). Gustiamoci perciò qualche ottimo bicchiere durante le partite dei nostri ragazzi al Roland Garros o a Wimbledon assurgendo, da semplici appassionati eno-calcistici, ad un livello assoluto, quello eno-sportivo (perché chissà che le incursioni in altri sport non finiscano qui e su Champions Wine the sky is the limit!).
di Raffaele Cumani & Antonio Cardarelli
E poi diciamolo, tennis e vino sono due mondi che si sono incontrati molte volte. Partiamo dai big three, tanto per citare qualche tennista “bravino”. Roger Federer non ha mai nascosto la sua passione per i Bordeaux, con una particolare predilezione per il Saint Estephe di Cos d’Estournel annata 2009, quella del matrimonio e della nascita delle gemelle. Rafa Nadal, il rivale che insieme a lui ha dato vita alla “Fedal”, ha prestato il suo volto per la promozione dei vini spagnoli del mondo. Nole Djokovic è diventato addirittura produttore, firmando insieme ai suoi familiari lo Chardonnay Djokovic e il Syrah Djokovic, con uve provenienti da una delle zone più belle della Serbia. Inoltre, a Roma Asti Spumante e Moscato d’Asti sono le bollicine ufficiali del torneo.
E allora concediamoci subito un’incursione tra le storiche bolle astigiane con una bottiglia dolce come la rinascita di questo sport.
Stappiamo subito un grande classico, il Moscato d’Asti di Saracco, fantastico assaggio frizzante di gioia e spensieratezza, ma con una grande complessità vegetale e fruttata e con una freschezza che non stanca mai!
Un po’ come le giocate dei giovani tennisti nostrani…
Ma andiamo per gradi, nell’anno di grazia 1976 il tennis italiano dominava il mondo. Panatta conquistava Roma e Parigi e “la squadra” – Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli con Nicola Pietrangeli capitano – vinceva la Coppa Davis. Una vittoria diventata mitica, arrivata nel Cile di Pinochet con i moschettieri italiani che per l’occasione indossarono una irriverente maglia rossa. Quello è stato il picco del tennis maschile italiano, rimasto su alti livelli fino ai primi anni ’80 prima di imboccare un tunnel che sembrava infinito. Anni ’80 che coincidono con i minimi storici del vino italiano uscito con le ossa rotte dallo scandalo del metanolo che sarà forse il viatico del rinascimento qualitativo anche del vino nostrano.
E noi favoriamo subito trailer del documentario dedicato all’impresa di cui sopra da vedere una volta nella vita:
Sembrava, dicevamo, perché finalmente è arrivata una generazione non solo ha talento, ma sa anche come sfruttarlo. Prima Cecchinato capace di raggiungere la semifinale del Roland Garros, poi Fognini che vince il Master 1000 di Montecarlo, fino a Berrettini in finale a Wimbledon nel 2021, sconfitto da Djokovic nel giorno in cui gli azzurri di Mancini, sempre a Londra, vincono l’Europeo. Vittoria quest’ultima, che ci è rimasta nel cuore con l’abbraccio più bello della storia del calcio, quello tra il Mancio e il grande Luca Vialli.
Ora la valanga azzurra è pronta a conquistare il tennis mondiale. E il riferimento alla valanga non è casuale, perché l’uomo simbolo viene dalle Dolomiti, per l’esattezza da Sesto Pusteria, ha i capelli rossi e tira bombe da ogni angolo del campo. I colpi di Jannik Sinner sono tra i più pesanti del circuito – non lo diciamo noi ma i suoi avversari – perché dal lato del tennista italiano piovono quelli che gli amanti del tennis chiamano “frigoriferi” e noi aggiungiamo che sono frigoriferi pieni di bottiglie da stappare, per rafforzare il concetto di pesantezza. Jannik è un predestinato, un talento purissimo che mostra progressi ogni volta che scende in campo perché oltre alla classe può contare su una dedizione fuori dal comune. Non a caso sembra essere l’unico tennista capace di tenere botta di fronte al mostro spagnolo Carlos Alcaraz. E a proposito di questa rivalità, qui potete dare uno sguardo a quello che per molti è già il punto dell’anno.
A noi Sinner fa venire subito in mente un vino, altoatesino of course, che per importanza è tra i monumenti recenti dell’enologia italiana.
Profumatissimo, super complesso tra fiori, frutti e spezie, parliamo di un bianco pieno di forza e corpo ma con una grandissima eleganza, freschezza, sapidità e che col tempo non potrà che migliorare! È l’Alto Adige Appius di Cantina San Michele Appiano, vino sontuoso e dalla grande ambizione, da aspettare negli anni ma con una classe unica.
Ma se parliamo di talento nel tennis il pensiero va a Lorenzo Musetti, altro gioiello tutto italiano. Originario di Carrara, è vate del rovescio a una mano con il quale dipinge il campo come fosse una tela. Lo chiamano “l’illusionista” perché capace di fare cose mai viste grazie a un tocco fuori dal comune, come dimostra questo punto irreale, che se fatto a Roma (magari al Pietrangeli) avrebbe fatto battere le mani anche alle statue.
Il talento di Musetti è completamente diverso da quello di Sinner, così come è completamente diverso da quello di Matteo Berrettini. Perché il bello di questo Rinascimento italiano del tennis è che ognuno è competitivo in modo diverso: la varietà è assicurata, proprio come succede per le uve della nostra Penisola. Il grande merito di Berrettini è stato quello di aver indicato la strada agli altri: lui, che oggi ha 27 anni, ha dimostrato alle nuove leve azzurre che non solo si può giocare bene, ma si può vincere e arrivare in fondo ai tornei dello Slam. E i ragazzi italiani non si sono fatti pregare, dando metaforicamente il cambio a Berrettini che per un paio di anni ha tirato il gruppo, forse chiedendo fin troppo al suo fisico visti gli infortuni di questi mesi.
La potenza e la classe, oltre che il ruolo di portabandiera del tennis italiano di Berrettini negli anni ci portano allora a scomodare un mostro sacro, un totem granitico dell’enologia italiana, niente di meno che sua maestà il Sassicaia di Tenuta San Guido!
Rosso celeberrimo in tutto il mondo, supertuscan dalla costa toscana, Bolgheri per la precisione, è uno di quei vini che ha disegnato di forza una nuova via nel vino italiano guidandone la riscossa tra gli appassionati nel mondo. Circa un decennio prima della consacrazione della “squadra”. E qui non servono troppe parole… complessità, eleganza, capacità evolutiva, energia, insomma armonia per un capolavoro che lascia il segno al naso e in bocca come gli ace del Matteo nazionale. Un vino che va provato una volta nella vita (ma di più sarebbe meglio!).
Prima di “The Hammer” Berrettini, che sul suo servizio bomba ha costruito vittorie di cuore e fatica, a tirare il gruppo era Fabio Fognini, che a proposito di talenti non ha nulla da invidiare a nessuno. Il “Fogna” è la personificazione della combo genio e sregolatezza, ma quest’ultima caratteristica – ahinoi – nel tennis penalizza più che in altri sport, e così Fabio ha raccolto meno di quanto poteva… ma quanto ci ha fatto divertire!
Altro azzurro di livello è Lorenzo Sonego, capace di arrampicarsi fino alla posizione numero 21 del mondo grazie ai suoi “drittoni” e all’ottimo servizio, ma soprattutto grazie al cuore Toro che lo lega alla sua squadra. Mai domo in campo, Sonego è anche il testimonial del già citato Consorzio Moscato d’Asti e quindi gli amici astigiani si meritano subito un’altra bottiglia per un brindisi d’eccezione.
E visto che abbiamo scomodato due mostri sacri dell’enologia italiana, citeremo un grandissimo Moscato d’Asti che farà ricredere i detrattori di questo grande vino.
Il Vite Vecchia di Ca’ d’Gal è la celebrazione di questo vino, un assaggio di gran complessità che può stare comodamente a tavola e che, udite udite, invecchia meravigliosamente.
La dolcezza è solo una delle caratteristiche di un vino delizioso che sorprenderà anche i più accorti winelover.
Ecco il buon Lorenzo insieme allo chef Alessandro Borghese cimentarsi in prove culinarie:
Da appassionati (anche) di tennis non sappiamo dove questi talenti azzurri – ai quali si aggiungono altri giovanissimi in rampa di lancio, come per esempio Matteo Arnaldi da Sanremo – potranno arrivare. Vinceranno uno slam? Forse. Forse no. Ma già porci questa domanda, dopo anni e anni di delusioni, è qualcosa di grande ed insperato. Gli Internazionali d’Italia 2023 hanno visto i nostri ragazzi arrivare massimo agli ottavi di finale, un risultato che oggi ci lascia un po’ di amaro in bocca, ma che fino a qualche anno fa sarebbe stato un successo insperato… e il grande momento del tennis italiano sta proprio in questo cambio di prospettiva. Allora, calici in alto per il tennis azzurro e tante grandissime bottiglie in cantina da conservare nel tempo, ma sempre pronte ad essere stappate, perché crediamo davvero che ci sarà da divertirsi per molti anni!