Il re delle televendite conduce il programma “Casa Mastrota” su Food Network, canale 33 del digitale terrestre. Il suo motto è “A casa mia si cucina bene spendendo poco”
di Luca D.F.
Ormai da decenni Giorgio Mastrota per molti italiani è il “Re delle televendite”, ma il suo percorso artistico comprende anche la conduzione di programmi televisivi come “Casa Mastrota” trasmesso da Food Network, canale 33 del digitale terrestre. La prima messa in onda è il lunedì alle 22.00, poi viene replicato molte volte e in orari diversi nel corso della settimana.
Nel programma Giorgio cucina ricette semplici, che costano poco, molte delle quali sono proprio le ricette che lui predilige e che fanno parte della sua alimentazione quotidiana.
Giorgio, come nasce “Casa Mastrota”?
“Nasce parlando con la regista televisiva Tiziana Martinengo che conosco da decenni e che ora lavora a Food Network. Abbiamo discusso di un programma di cucina che propone ricette semplici e che ha luogo non in uno studio televisivo, ma in un ambiente casalingo. L’idea ha preso forma e abbiamo registrato la prima serie di 10 puntate nella mia casa a Bormio. Gli ascolti sono stati soddisfacenti e mi hanno proposto di girare la seconda serie di altre 10 puntate, che ho chiesto fosse ambientata nella mia casa a Civita, in Calabria. L’idea è piaciuta e lo abbiamo fatto. Mia figlia Natalia Jr. che ora ha 30 anni, è sposata e ha 2 figli, ha comprato una casa a Civita e quindi passiamo tanto tempo insieme nel paesino d’origine di mio padre che è nato lì nel 1914. Civita ha circa 800 abitanti ed è stato fondato dagli albanesi. Come ho detto a mia figlia nel corso di una puntata di Casa Mastrota, noi siamo una famiglia arbereshe (che è il nome degli italiani di origine albanese). Infatti, in quella puntata ho cucinato una ricetta arbereshe”.
È in programma la terza serie di “Casa Mastrota”?
“Si, sarà girata ancora a Civita. Sono molto legato alla Calabria, ho anche comprato un terreno insieme a un amico e lo abbiamo chiamato Scanderbeg come l’eroe nazionale albanese. Anche la terza serie dovrebbe essere di 10 puntate. La Calabria, come tutto il Sud Italia, ha una maggiore varietà di ricette rispetto al Nord e quindi ci offre maggiori spunti da utilizzare nel nostro programma televisivo. Pensiamo all’abitudine meridionale di abbinare la pasta con una verdura, esistono un centinaio di tipi di pasta, innumerevoli verdure, si può cucinare un piatto diverso ogni giorno: pasta con le zucchine, oppure con le melanzane o con i cavolfiori e così via. Molte ricette che propongo nel programma sono della mia famiglia, in particolare di mia zia Rachelina che abitava in Calabria e con cui passavo un mese ogni estate quando ero un ragazzo. Altre ricette mi vengono segnalate dagli autori del programma”.
Quali sono i tuoi vini preferiti?
“Quelli della Valtellina e della Calabria, visto che abito tra Bormio e Civita. In Valtellina i vini rossi sono più forti e quindi ne bevo mezzo bicchiere o un bicchiere mangiando. Mi piacciono il Sassella e lo Sfursat. I vini calabresi che apprezzo di più sono quelli di produzione artigianale come il Magliocco, che è un rosso. Ho anche assaggiato delle bollicine che ho trovato molto interessanti, sempre di piccoli produttori. Quando invito i miei amici valtellinesi a visitare la Calabria, mi accorgo che piace a tutti. Apprezzano il luogo, il clima, il cibo e il vino. La Calabria dovrebbe pubblicizzare di più i suoi punti di forza”.

Tua figlia Natalia Jr. ha partecipato a Casa Mastrota. La televisione potrebbe diventare la sua professione?
“Non credo, mia figlia è una agonista di Ultra Trail, un circuito composto da gare di altissima difficoltà cui partecipano atleti/e che corrono su percorsi con un dislivello anche di 5.000 metri. Recentemente ha vinto una gara in Sud Africa ed è arrivata seconda in Thailandia. Corre con il Team Vibram. Ha assorbito da me la grande passione per la montagna e lo spirito competitivo da sua madre. Natalia Sr. è sempre stata molto più competitiva di me. Mia figlia abita a Chamonix, in Francia, con la sua famiglia”.
Hai mai pensato di fare l’attore?
“Sì e no. Qualche anno fa ho interpretato me stesso nella serie televisiva di Fox Italia ‘Romeo + Giuly: la guerra mondiale italiana’. Mi sono divertito e ho avuto l’opportunità di lavorare con un grande attore come Fortunato Cerlino. La serie è durata 2 stagioni, sono stati girati 18 episodi (8 il primo anno, 10 il secondo). Poi Fox Italia ha chiuso i battenti. Nella serie interpretavo me stesso perché non penso che sarei credibile in qualunque altro ruolo. Quindi ho fatto l’attore e lo rifarei, ma sempre interpretando me stesso”.

Hai comprato un terreno a Civita. Diventerai un imprenditore agricolo?
“Non penso proprio. Sto valutando la possibilità di piantare degli ulivi o delle mandorle, ma se produrremo olio d’oliva o mandorle sarà solo per il consumo familiare. Per fortuna, la mia carriera non ha mai avuto alti e bassi, non ho mai avuto lunghi periodi di inattività, e quindi non ho mai dovuto pensare al cosiddetto piano B. Tanti personaggi dello spettacolo hanno aperto negozi, bar, ristoranti, oppure si sono dedicati a un’altra professione perché non hanno lavorato nel mondo dello spettacolo per alcuni anni. In molti casi non è stata nemmeno colpa loro: è la ruota che gira. In alcuni periodi ti chiamano tutti e qualunque cosa fai va bene: i tuoi programmi televisivi hanno un elevato indice d’ascolto, i tuoi film incassano milioni di euro, le tue canzoni vendono moltissime copie. In altri periodi, non ti chiama nessuno. In quel caso, o stai fermo o ti dedichi ad altro. A me, finora non è capitato di dovermi dedicare ad altro”.

Luca D.F.
Giornalista poliedrico ma specializzato in sport e spettacolo, collabora con quotidiani, periodici e riviste online vantando una lunga milizia radiotelevisiva. Ha scritto per Corriere della Sera, Il Giornale, Controcampo, Men's Health Italia, Guerin Sportivo, Jack e Progress.