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Aspettando Wine List Italia 2024: scopriamo insieme i protagonisti di Liguria e Toscana

Tempo di lettura: 4 minuti

Continuano le nostre anteprime sull’evento che valorizza la sommelierie professionale, in programma il 6 ottobre a Milano

di Paolo Porfidio

Il prossimo 6 Ottobre, presso il prestigioso contesto di Palazzo Bovara, torna Wine List Italia 2024, il primo evento enologico che celebra e promuove la figura del Sommelier Professionale. Un evento che l’anno scorso è stato definito da molti “il miglior evento del mondo del vino dell’anno!”. Rivolto a produttori, enologi, sommelier, ristoratori e appassionati di vino, l’evento funge da piattaforma per scoprire, degustare e discutere i migliori vini italiani. L’iniziativa mette in luce la qualità dei vini, attraverso la comunicazione dei migliori sommelier del nostro Paese.

Il focus principale di Wine List Italia è creare un punto di incontro tra produttori di vino di alta qualità e il consumatore, passando attraverso il racconto dei professionisti del settore enologico, valorizzando la figura del sommelier come comunicatore a tutto tondo. Questo evento permette di promuovere il vino di qualità, esaltando la varietà e l’unicità dei vini di qualità sul palcoscenico nazionale e internazionale. Offre inoltre l’opportunità di educare e informare attraverso seminari, workshop e masterclass condotti da esperti per approfondire la conoscenza del vino, delle tecniche di vinificazione e delle tendenze di mercato. Favorisce il networking, creando connessioni tra produttori, distributori, sommelier e altri professionisti del settore, promuovendo opportunità di business e collaborazioni. Infine, permette di degustare una selezione dei migliori vini italiani, spesso accompagnati da abbinamenti gastronomici di alto livello.

In attesa dell’evento, vi illustrerò settimanalmente i protagonisti che interverranno alla manifestazione, selezionando ciascuno 10 referenze che daranno vita alla seconda edizione della guida WINE LIST ITALIA. Ciò che intende sottolineare questo evento è proprio la diversità di stile, di pensiero, di filosofia e di personalità, che contraddistingue ogni professionista.

Oggi presentiamo altri dieci sommelier selezionati, che svolgono il proprio lavoro nei migliori ristoranti della Liguria e Toscana, mete molto ambite per il turisco enogastronomico italiano.

 Rocco Santochirico, del Ristorante Cracco Portofino (GE), ci racconta che la sua carta dei vini ideale deve saper far destreggiare agilmente il cliente all’interno del ginepraio di etichette che contraddistingue il mondo del vino. Intuitiva e impattante, funzionale e per nulla arzigogolata, deve parlare di storie e di personaggi che coltivano utopie e seguono incanti, celebrando la bellezza di territori aspri e ricchi di storia, dove il vino assurge al ruolo di fiero ambasciatore.

Mattia Amato, del Ristorante Palagina, invece, desidera una carta alla portata di tutti, divertente da abbinare, che aiuti ad esaltare anche in modo inconsueto il gusto di un piatto. Per lui, è importante che la carta sia piacevole, con storie curiose e divertenti da raccontare, capace di stupire con immediatezza esaltando la territorialità e il carattere dietro ogni etichetta.

Lorenzo Cioni, sommelier di Borgo San Jaopo a Firenze, sostiene che la carta dei vini di un ristorante abbia un’importanza pari a quella del menu. I fattori che influenzano la sua ideazione devono essere in linea con l’offerta del ristorante, il tipo di clientela e la sua posizione geografica. Una bella selezione di vini può fare la differenza tra scegliere o meno un determinato ristorante. Per lui, sono importanti la profondità di annate, la valorizzazione dei vini del territorio e l’abbinamento cibo-vino, dove un menù degustazione permette di mettere in risalto l’estro del Sommelier nel selezionare proposte interessanti e innovative.

Giovanni Racioppi, del Il Falconiere Relais & Chateaux di Cortona (Toscana), ci racconta che la sua carta dei vini ideale è regionale, autentica e composta da piccoli produttori, preferibilmente biologici. Gli piace valorizzare i produttori che rispettano il territorio e le sue tradizioni, offrendo vini che raccontano una storia genuina e autentica.

Gianluca Lecis, di Zanfa Bros a Firenze, crede che per i sommelier una carta dei vini sia un po’ come uno specchio, un diario che racconta un percorso, una storia fatta di persone, gioie, sacrifici, incontri e sogni. La sua carta deve essere agile, diversificata, funzionale, educativa e ricca di umanità, semplice da consultare e istintiva, senza dettagli che non agevolano la scelta. È importante che sia in sintonia con i piatti pensati dallo Chef, che permetta di scegliere anche solo godendo di una gran bella bevuta, e che racconti la storia di chi il vino lo fa, trasmettendo quei valori e sacrifici che permettono di gioire di un bel calice.

Federico Lago, del Ristorante Maggese a San Miniato (Toscana), ci racconta che la sua carta è composta da piccole realtà che con i loro vini esprimono e raccontano al meglio le caratteristiche del loro territorio di provenienza. Il suo obiettivo principale è poter offrire al cliente un’ampia selezione di vini in modo da incontrare più facilmente le sue esigenze.

Matteo Di Lernia, sommelier del tristellato Enoteca Pinchiorri, sostiene che la carta dei vini deve seguire tre punti principali: valorizzazione del locale, ricerca e scoperta del prodotto, ampliamento dei confini tradizionali. Deve raccontare la storia del locale e del territorio in cui è proposta, dando spazio alle realtà che possono valorizzare i propri prodotti con tradizione e tecnologie, atte soprattutto a preservare la nostra Terra.

Cesario Delle Donne, del Ristorante Linfa a San Gimignano (Toscana), ci spiega che la carta dei vini deve essere chiara, facile, intuitiva e veloce. La sua carta è interattiva, con una breve scheda sui vini, che l’ospite può selezionare direttamente dal tablet, avendo la possibilità di ricerca per individuare e circoscrivere una tipologia o un territorio.

Andrea Menichetti, del Ristorante Caino a Montemerano (GR), ci parla di una carta dei vini profonda e giovanile, con un’ampia gamma di referenze che spaziano dai grandi classici alle nuove scoperte. Cerca sempre di mantenere un equilibrio tra tradizione e innovazione, per offrire ai suoi clienti un’esperienza unica e appagante.

Infine, Andrea Armas, del Ristorante 588 a pochi passi da Firenze, crede che una carta vini di un ristorante importante debba avere un buon bilanciamento con etichette conosciute ed etichette di nicchia. Non possiamo pretendere che i nostri ospiti siano tutti esperti ed interessati ad assaggiare cose nuove, ma è importante che gli appassionati e i curiosi non la trovino noiosa e scontata. La carta dei vini deve essere espressione della conoscenza del Sommelier; avere mille referenze e conoscerne meno della metà non è utile e gratificante. Personalmente ha visitato quasi tutte le cantine presenti nella sua carta.

Wine List Italia 2024 promette di essere un evento imperdibile per tutti gli amanti del vino, i professionisti del settore e gli appassionati che desiderano approfondire la loro conoscenza del mondo enologico. La presenza di sommelier di alto livello, come quelli che abbiamo presentato, garantisce un’esperienza unica di scoperta e degustazione, attraverso carte dei vini curate con passione e competenza. La varietà delle storie, delle filosofie e delle personalità che ciascun sommelier porta con sé arricchisce ulteriormente l’evento, offrendo un viaggio attraverso le eccellenze vitivinicole della Liguria e della Toscana. In attesa di questo straordinario appuntamento, continuiamo a seguire i protagonisti di Wine List Italia 2024, pronti a lasciarci sorprendere e ispirare dalla loro dedizione e maestria. Seguiteci per scoprire le prossime tappe di questo viaggio enogastronomico che celebra il vino italiano in tutte le sue sfumature.

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Paolo Porfidio

Sommelier ed Enologo, è head sommelier di Terrazza Gallia dell’Hotel Excelsior Gallia di Milano, docente e divulgatore, oltre che curatore della Guida Wine List Italia edita da MWW Media – Vendemmie.

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