Esce in questi giorni Levio, una linea a bassa gradazione studiata per i giovani e per la convivialità: “Tutto leggero, dall’etichetta al vetro. Bisogna riscoprire il gusto, riavvicinare la next G, abbattere i rischi. La territorialità? È solo una convenzione: il vino ha bisogno di soluzioni”
di Luca Serafini
È il suo mondo da tanti anni, più di 20: prima la distribuzione, poi le cantine. Alfredo Tizzano hai il suo quartier generale a Olbia ed è orgoglioso del suo percorso, un cammino di conoscenza e di passione. In Partesa (società di proprietà Heineken) per 2 lustri, poi altri 2 come consulente di 3 cantine sarde, infine il suo progetto, o meglio il progetto della sua agenzia. La visione è molto chiara: “Ho l’obiettivo di riavvicinare i giovani al vino, che è un mondo bigotto fondato su presupposti di pesantezza. Non favorisce l’esperienza delle nuove generazioni”.
Un’analisi del mercato (“Quello del consumo fuori casa è crollato”), la tendenza a non rischiare più per colpa di un calice di troppo, magari. E la necessità di riportare il bere a un momento libero, di gusto e di convivialità. Tutti gli elementi che hanno generato Levio, una linea completamente imperniata sul soft, dal logo (una piuma) alla bottiglia (in vetro leggerissimo) fino alla gradazione alcolica, 9,5 per tutti e 4 i prodotti: un rosso, un rosé e 2 bianchi: “È una risposta alla tendenza, o meglio alla necessità, del soft. Stiamo per uscire sul mercato in queste settimane dopo 2 anni di duro lavoro: 10.000 bottiglie in tutto, 6000 dei 2 bianchi, 4000 divisi tra rosso e rosé.

“Non possiamo essere una nicchia, bisogna tornare a bere liberamente. Oggi il vino attraversa un momento difficile, bisogna cercare soluzioni. Non è detto che un buon prodotto sia per forza legato alla territorialità, bisogna studiare le varie tipologie per arrivare a una bevanda facile, di qualità, senza pesantezza”.
Per arrivare a Levio si è affidato anche a enologi e tecnici fidati, attraverso un dialogo continuo: “Ho detto loro da subito dove volevo arrivare. Levio in latino significa leggero. Si è proceduto in direzione di una vendemmia verde, anticipata, con particolare attenzione alle uve e stando molto attenti al freddo, in campagna e in produzione realizzata da un’azienda dell’Oltrepò pavese”.
Levio sarà disponibile solo online e in qualche enoteca, con l’obiettivo di una distribuzione futura sui canali horeca: “La missione è semplice, ma ambiziosa. Vogliamo portare il vino fuori dalle torri d’avorio dell’esclusività, rendendolo accessibile a chiunque in momenti autentici e gioiosi. Non vogliamo banalizzare, piuttosto restituire il vino alla sua essenza: connettere, non impressionare. Senza nessun compromesso circa la qualità”.
Vuole riscrivere qualche regola, Alfredo: “Non ho mai pensato a una cantina come le altre, vincolata a dogmi e tradizioni del passato. Voglio rendere il vino un piacere universale, comprensibile, godibile da tutti. Levio non è un prodotto: è una visione”.


Luca Serafini
Dal 1° febbraio 2024 direttore responsabile di Vendemmie, giornalista e scrittore, ha una lunga carriera televisiva alle spalle ed è tuttora opinionista sportivo tra i più apprezzati. Ha pubblicato saggi e romanzi, con “Il cuore di un uomo” (Rizzoli, 2022) ha vinto il premio letterario “Zanibelli Sanofi, la parola che cura”.