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I colori del Lambrusco

Tempo di lettura: 3 minuti

Tutte le sfumature del Lambrusco presentate durante Milano Wine Week.

di Camilla Rocca

È il momento del Lambrusco. Ma non si parla di un unico vino, come spesso viene confuso, dal Sorbara DOC al Grasparossa di Castelvetro DOC (con una forte tannicità) , passando dal Reggiano DOC, al Modena DOC, dal Colli di Scandiano e di Canossa, al Lambrusco Salamino di Santa Croce, i colori del Lambrusco sono una gamma dal rosa pallido al rosso scuro. Un vino dalla forte tradizione: secondo gli scritti già i Romani lo producevano in quella terra che va dal fiume Panaro al Secchia.
Filippo Bartolotta, docente, wine writer e educator, che ha tenuto la masterclass, ci racconta: “Il Lambrusco è un vino che ha una fama che lo precede, conosciuto da tutti. Ma cosa si sa di questo vino? Ne esistono 12 varietà diversi, e mi sorprende molto che non vi sia una grande attenzione su questo, è come se si trattasse di vitigni completamente diversi. Purtroppo c’è ancora grande ignoranza nei consumatori in merito”.
La parola Lambrusco indica infatti una famiglia di dodici vitigni a bacca nera. Autoctoni, sviluppati e diffusi da tempo immemore nella Regione Emilia-Romagna. Il loro uso può essere più o meno esclusivo a seconda delle denominazioni di origine e delle scelte enologiche dei produttori. Si tratta di Sorbara, Grasparossa, Salamino, Foglia Frastagliata, Barghi, Maestri, Marani, Montericco, Oliva, Viadanese, Benetti e Pellegrino.
E c’è grande confusione anche tra il DOC e l’IGT. Questo forse perché l’ente è relativamente giovane: Il Consorzio Tutela Lambrusco nasce a gennaio 2021 dall’operazione di fusione per incorporazione dei tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano, ovvero il “Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena”, il “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini DOP Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa” e il “Consorzio di Tutela Vini del Reno D.O.C.”.

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Si parla di un totale di circa 16.600 ettari vitati nelle due province, di cui circa 10.000 dedicati al Lambrusco, e una produzione che, nel 2022 si è attestata su oltre 40 milioni di bottiglie di Lambrusco DOC. In aggiunta a questi quantitativi, vanno considerati oltre 100 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia IGT, che rientrano nell’ambito di tutela del Consorzio Vini Emilia.
Mentre l’IGT è molto diffuso a livello mondiale e, oltre all’Italia – scendendo nel dettaglio dei paesi esteri – la Germania e gli Stati Uniti rappresentano gli altri mercati dai volumi più importanti. Tra quelli emergenti abbiamo Asia, con Cina e Giappone, e Sud America, con il Messico e il Brasile, oltre al Regno Unito. Complessivamente, l’IGT, varca i confini nazionali circa il 60% della produzione. Invece sostanzialmente tutta la produzione DOC viene venduta in Italia, per la quasi in totalità utilizzando il metodo Martinotti (circa solo 1% si riferisce al metodo classico).
“È un momento in cui i vini spumanti stanno reggendo bene questo momento di frenata del mercato e lo spazio del Lambrusco sta in uno spazio di un consumo senza pensieri, ovvero non di costo eccessivo, e quindi è il momento perfetto per avvicinarsi al mercato ai giovani che si vogliono avvicinare ma al tempo stesso grande storia e biodiversità straordinaria. Sfida Lambrusco combinare semplicità e complessità” conclude Bartolotta.

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Foto crediti: Loris Scalzo

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