di Giovanna Romeo
La storia
Dalla tradizione dell’appassimento delle uve e da un’intuizione di Marco Pisoni nasce, nei primi anni Duemila, il progetto Reboro, legato al vitigno Rebo per la produzione di un grande rosso. Un progetto che ha coinvolto alcuni vignaioli della Valle dei Laghi, che hanno creduto nella valorizzazione di questo vitigno, capace di dare un vino di grande pregio e serbevolezza, tanto che oggi sono sei le aziende che lo producono. Tra queste l’Azienda Pisoni, 16 ettari vitati di proprietà certificati biologici dal 2008 con alcuni dettami dell’agricoltura biodinamica. La produzione vinicola gode di un microclima unico, in un territorio come quello della Valle dei Laghi, che si trova tra le Dolomiti di Brenta (Patrimonio Unesco) e il Lago di Garda. Proprio grazie all’influenza del Lago di Garda e degli altri specchi d’acqua, il clima è mite tutto l’anno, godendo inoltre della presenza di brezze, specie l’Ora del Garda, che permette di ottenere vini maturi e ben strutturati. Stefano Pisoni, l’agronomo dell’azienda, ha le idee molto chiare in merito: “In una dinamica agronomica integrata tra aria, clima e scelta dei vitigni da piantare, il nostro obiettivo è quello di non depauperare il terreno che coltiviamo, ma di preservalo come patrimonio da lasciare alle nuove generazioni”.
Il vino
Il Rebo è figlio di un’avventura enologica degli anni ‘50 di Rebo Rigotti, agronomo e genetista, che aveva un destino già tracciato nel suo nome. “Nomen omen” dicevano gli antichi, “Nel nome un presagio”, infatti il nome Rebo, dato dal padre appassionato di viticoltura significa proprio vite in tedesco, nella variante grafica “Rebe”. Rigotti sperimenta incroci sia per la vite, che per altre colture, fino a quando sperimenta un incrocio tra Merlot e Teroldego. Era nato il Rebo, nominato incrocio 107-3, che dagli anni Settanta, porta il nome del suo ideatore. Il Reboro è un rosso importante dai profumi di confettura, di spezie dolci, un sorso morbido di grande struttura e di lunga persistenza. I migliori grappoli appassiscono fino a novembre sulle “arele”, i graticci utilizzati anche per il Vino Santo Trentino Doc. Dopo la spremitura il vino matura per 3 anni in barrique di rovere francese, più un successivo riposo di bottiglia di almeno 9 mesi.
Lo consigliamo a chi
Desira un grande rosso da appassimento che racchiuda in sé tutte le sensazioni di un vino di montagna ma soprattutto desidera indirettamente essere parte di un progetto come il Reboro Days. Un evento arrivato quest’anno alla quinta edizione, che celebra il progetto di adozione di una vite di Rebo, “Your Vine, your Wine”, prevede la valorizzazione di questo vitigno figlio di terra trentina. Ogni appassionato che adotta una vite di Rebo entra di diritto nella community del Wine Club Pisoni, e durante il Reboro Days ha l’opportunità di collocare personalmente la targhetta col proprio nome su una pianta di vite, salendo sulla collina di San Siro, a pochi passi dall’azienda Pisoni, in un paesaggio d’incanto immerso tra i boschi. E bere successivamente, aggiungiamo noi, una buona bottiglia di Reboro da propria vigna.
Costo circa 40 euro, Cantina Pisoni