Radici antiche, spirito giovane: Maria Sole Dezzani racconta Cocconato
Dalla pietra cagnola alla Barbera d’Asti, Cocconato è un angolo di Piemonte che racchiude storie secolari e un futuro enogastronomico ricco di promesse. In questo borgo da cartolina, il vino non è solo un prodotto, ma un volano verso il futuro del territorio.
In un piccolo borgo che affonda le sue radici tra Liguri e Romani, e che oggi è conosciuto anche per la sua fama enogastronomica, nasce uno storico legame tra vino e persone di Cocconato. Il paesaggio, che si alterna tra antiche case di pietra e filari di viti, è un invito a scoprire non solo il passato, ma anche le nuove generazioni che dedicano al territorio nuovi sforzi. Per raccontarci di questa realtà, abbiamo incontrato Maria Sole Dezzani di Poggio Ridente, giovane vignaiola che ci guiderà in un viaggio tra territorio che produce e accoglie, offrendoci la sua visione di un enoturismo più vicino alla natura e alle tradizioni locali.
Maria Sole, raccontaci un po’ di più su Cocconato: che cosa rende speciale questo borgo?
Cocconato è davvero un piccolo scrigno di storia. Il paese è caratterizzato da una posizione privilegiata sulle colline del Monferrato e regala panorami davvero incredibili. La storia del borgo è profonda, dalle origini romane fino al Medioevo, quando i conti Radicati governavano queste terre. Oggi, nonostante il fascino delle sue chiese barocche e dei suoi vicoli acciottolati, Cocconato ha saputo unire il vecchio e il nuovo, anche in funzione enogastronomica.
Qual è la realtà vitivinicola che si sta sviluppando a Cocconato e come si inserisce nella comunità?
La viticoltura è parte integrante della vita qui, e nel corso degli anni, ci sono sempre più piccole realtà che hanno scelto di puntare sul rinnovamento e sulla sostenibilità. Come Poggio Ridente, che si inserisce in un contesto dove si sta cercando di valorizzare il territorio attraverso il biologico e pratiche sostenibili. Insieme ad altre cantine locali, stiamo anche cercando di rafforzare la nostra identità enogastronomica, creando una rete che non solo produce vini territoriali, ma che offre anche esperienze più articolate di enoturismo. Questo ci aiuta a far conoscere il nostro territorio a chi viene da lontano, creando un impatto positivo sia per il turismo che per l’economia locale.
Quali sono i tratti salienti del tuo Poggio Ridente e quale è il tuo impegno in cantina?
Poggio Ridente è una cantina a conduzione familiare, che esprime la propria passione per il vino con un grande rispetto per l’ambiente e il territorio circostante. I nostri vigneti sono biologici e si trovano in una zona ad altitudine elevata, con un microclima che conferisce ai nostri vini una personalità unica. L’azienda si distingue anche per la sua varietà viticola: lavoriamo con uve autoctone come Barbera d’Asti, Ruché, Grignolino, ma anche varietà più recenti come il Viognier, con cui abbiamo creato il nostro Orange Wine. Ma la vera novità è il Vermouth “Vagabonda”, che ha conquistato tanti appassionati. Oltre alla qualità dei nostri vini, siamo impegnati nel fornire esperienze aperte ad un pubblico più ampio: dal pic-nic in vigna agli eventi come i “Good Vibes Wine Vibes”, per rendere ogni visita un’esperienza a 360 gradi.
Il territorio offre numerose opportunità enoturistiche: cosa può aspettarsi un visitatore che arriva a Cocconato?
A Cocconato, il visitatore non si troverà solo davanti a un buon bicchiere di vino, ma avrà l’opportunità di vivere il territorio in modo completo. La nostra offerta enoturistica è pensata per offrire esperienze diverse e per tutti i gusti. Dai tour tra i vigneti con degustazioni guidate, al pic-nic immersi nella natura, fino a pernottamenti speciali con colazioni a base di prodotti tipici locali. E poi, c’è la nostra Terrazza Vallìa, un punto di riferimento per chi cerca relax, buon cibo e vini di qualità, con eventi che spaziano dal live music ai dj set. Credo che Cocconato sia un luogo ideale per chi cerca un turismo lento, a contatto con la natura, dove il vino diventa solo una delle tante esperienze che raccontano il nostro territorio.
In particolare, come si sta sviluppando l’enoturismo e la comunità attorno alla tua azienda?
L’enoturismo sta vivendo una crescita continua, e stiamo cercando di valorizzare questa opportunità sia per il nostro territorio che per la nostra azienda. Con eventi come quelli della Terrazza Vallìa, abbiamo visto come la comunità si stia lentamente unendo intorno a questa proposta. Non è solo una questione di produzione vinicola, ma di creare momenti che mettano al centro il territorio e la nostra gente. Abbiamo anche molti turisti stranieri, che arrivano per immergersi in un ambiente autentico, lontano dai luoghi più affollati. E la nostra famiglia, che gestisce Poggio Ridente da generazioni, è orgogliosa di offrire un’esperienza che coniuga storicità e nuove esigenze.
E infine, parlaci dell’Albarossa: un vitigno che, nonostante la sua affascinante storia, non ha ancora trovato il suo giusto spazio nel mercato.
L’Albarossa è davvero una delle nostre perle. Un vitigno giovane, ma che promette tantissimo. Il suo incrocio tra Nebbiolo e Barbera ha dato vita a un vino con una personalità incredibile, che riesce a unire la struttura del Nebbiolo con la freschezza e la versatilità della Barbera. In bocca è corposo, ma con una acidità che lo rende il compagno ideale per accompagnare i piatti tipici del nostro territorio, come gli arrosti. In più, l’Albarossa si sta rivelando molto adatto ai cambiamenti climatici, una caratteristica che lo rende particolarmente interessante per il futuro.
Nello Gatti
Vendemmia tardiva 1989, poliglotta, una laurea in Economia e Management tra Salerno e Vienna, una penna sempre pronta a scrivere ed un calice mezzo tra mille viaggi, soggiorni ed esperienze all'estero. Insolito blend di Lacryma Christi nato in DOCG irpina e cresciuto nella Lambrusco Valley, tutto il resto è una WINE FICTION.
