Oliviero Toscani: arte, natura e nessun padrone

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Provocatore, visionario e amante del bello: la Toscana saluta il genio che trasformò la fotografia e il vino in strumenti di narrazione e ispirazione

“Un grande vino e una grande immagine sono due risultati creativi, con un elemento in comune, fondamentale: la luce”

[Oliviero Toscani]

di Mattia Marzola

È venuto a mancare questa mattina Oliviero Toscani, dopo aver a lungo lottato contro l’amiloidosi, una rara malattia che, negli ultimi anni, lo aveva privato, tra le altre cose, di uno dei piaceri che più apprezzava: quello del vino. Come aveva dichiarato al Corriere della Sera in un’intervista la scorsa estate: «Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali, però non ho paura della morte, ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero».

Celebre per il suo genio fotografico e la capacità di comunicare attraverso immagini provocatorie e memorabili, Toscani ha lasciato un segno indelebile nella cultura visiva contemporanea. Famoso per la sua lunga collaborazione con Benetton, ha trasformato campagne pubblicitarie in dichiarazioni artistiche e sociali. Tra le sue opere più iconiche le campagne che hanno affrontato temi come la discriminazione razziale, l’AIDS, la guerra e i diritti umani. Il suo stile è stato sempre provocatorio, diretto e in grado di suscitare riflessioni profonde ma anche grandi controversie.

Ma Toscani non si è fermato alla fotografia. La sua visione del mondo e la sua passione per il cambiamento si sono tradotte anche in impegno politico e sociale, spingendolo a esplorare temi come la libertà di espressione e la sostenibilità. Tuttavia, una delle sue avventure più intime e meno note è legata al vino, all’olio e alla sua azienda agricola in Toscana.

 

Immersa nel verde delle colline toscane, l’azienda si trova a Casale Marittimo, una perla della Costa degli Etruschi. Qui, tra il mare che si intravede all’orizzonte e le dolci colline dell’area pisana, si estendono i 22 ettari di vigne che l’artista ha deciso di coltivare, a partire dagli anni ’70, con grande cura e dedizione. Il suo obiettivo era produrre vini di carattere che riflettessero il territorio e la filosofia del loro creatore. Proprio per questo scelse, allora, personalmente gli uvaggi da coltivare: Merlot, Syrah e Teroldego, oltre a Sauvignon Blanc e Viognier. Ogni bottiglia, nei suoi intenti, doveva, e deve, raccontare una storia, proprio come le sue fotografie, per invitare chi la apre a riflettere sul rapporto tra uomo, natura e creatività.

Da artista e uomo eclettico quale è stato, Toscani non si è limitato a creare un’azienda vinicola, ma ha dato vita a un luogo di esperienze. La tenuta, oggi, offre infatti visite guidate alle cantine, degustazioni dei vini e workshop personalizzati per entrare nel mondo della viticoltura. In ultimo, non poteva non trovare spazio nella tenuta l’altra grande passione di Toscani, i cavalli. Gli ospiti possono soggiornare in appartamenti immersi nel verde e partire per passeggiate tra i vigneti o cavalcare lungo i sentieri che circondano la proprietà, ammirando la bellezza incontaminata della regione che Toscani portava nel nome e che, pur non avendogli dato i natali, aveva scelto come sua casa per la vita.

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Mattia Marzola

Giocoliere di parole, voracissimo lettore, buona forchetta (e buon bicchiere) ha deciso di unire le sue inclinazioni, diventando così appassionato docente di lettere ed entusiasta giornalista enogastronomico, anche se poi scrive di tutto.

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