“Largo ai giovani e al biologico, è tempo di nuove strade”

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Eleonora Bianchi, giovane vignaiola manager alla guida di Terre d’Aenor: “La sostenibilità non è più un’opzione, è la direzione naturale verso cui si muovono produttori e consumatori. Next Gen? Questione di… apertura”

di Camilla Rocca

Nella splendida cornice della Franciacorta, tra paesaggi dipinti di verde e filari che raccontano storie di passione e dedizione, Eleonora Bianchi, visionaria fondatrice, che ricopre oggi la qualifica di CEO e Sales-Marketing Director, a soli 29 anni è a capo di Terre d’Aenor. La cantina 100% biologica è nata nel 2018 per volontà̀ della famiglia Bianchi e si caratterizza con un forte impegno verso la sostenibilità, la qualità e l’arte creativa. Classe 1995, Eleonora Bianchi è laureata a pieni voti in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Brescia ma ha lasciato la carriera forense per la sua passione per il vino.

Che cos’è la next generation nel mondo del vino?

Si tratta dei nuovi protagonisti che animano il panorama vinicolo, sia come produttori che come consumatori. Per quanto riguarda i primi, penso che ci sia il forte desiderio di innestarsi certamente sulla tradizione, ma portando un approccio nuovo e più moderno, abbattendo quelle barriere che talvolta fanno percepire il mondo del vino come un mondo chiuso, riservato agli addetti ai lavori. L’innovazione del linguaggio e dell’immagine va di pari passo anche con un approccio innovativo dal punto di vista produttivo, con una grande attenzione agli aspetti green, per una viticoltura sempre più sostenibile. Lato consumatori penso invece che i giovani siano molto più aperti alle novità, meno legati ai brand e con un’attenzione particolare alla tracciabilità del prodotto e alla qualità dello stesso.

Perché è un tema così forte in questo momento?

Innanzitutto perché la next generation è sinonimo del cambio generazionale che tutte le aziende si trovano ad affrontare. Nel mondo del vino questo determina un impatto forse maggiore che negli altri settori, proprio perché si tratta di un mondo da sempre molto tradizionale e conservatore, all’interno del quale si possono avere maggiormente diversità di vedute tra una generazione e un’altra. Dal punto di vista del consumo, la next generation rappresenta i consumatori del futuro, pertanto condiziona indubbiamente l’andamento del mercato e le politiche commerciali delle aziende.

Sostenibilità nel vino, importa davvero per la Next generation?

Assolutamente sì, anche in questo caso su entrambi i fronti, produttori e consumatori.

I primi sono sempre più inclini a perseguire filosofie produttive che possano essere rispettose dell’ambiente e del consumatore finale, non usando per esempio pesticidi-diserbi in vigna o sostanze chimiche di sintesi in cantina, adottando pratiche agronomiche di lotta integrata, effettuando studi mirati dei singoli vigneti in modo da capirne la composizione per tutelare la biodiversità e scegliere le migliori strategie di coltivazione. Dal canto loro i consumatori prediligono sempre più vini che siano portatori di pratiche sostenibili e che siano prodotti in modo trasparente e genuino.

Quanto è importante avere oggi in azienda un volto che racconti il brand?

Penso che sia fondamentale. Il mercato del vino vanta la presenza di innumerevoli aziende e il livello qualitativo si è alzato tantissimo. Oggi la qualità non basta da sola a smarcare un’azienda, si tratta piuttosto di una condizione certamente necessaria, ma non sufficiente. L’apporto umano che può dare il produttore, associando il proprio volto alla cantina e ai vini è fondamentale per caratterizzare ulteriormente l’azienda e per creare un rapporto diretto con la propria community di appassionati e consumatori.

Cosa vorresti dire agli altri vignaioli? un consiglio su come migliorare che noti spesso nei colleghi?

Ai miei colleghi vorrei dire di non avere paura di osare: se si crede veramente nelle proprie idee e si hanno le competenze per portarle avanti, nessuna sfida è impossibile.

Importatori, distributori, commercianti ti hanno considerato meno in quanto giovane o donna? E all’estero?

Fortunatamente no, sono sempre stata trattata in modo opportuno e consono al mio ruolo sia da parte dei distributori che da parte dei clienti. Anzi il fatto di essere una giovane donna imprenditrice che ha deciso di abbracciare questa sfida nel mondo del vino, fondando una nuova azienda è un aspetto che incuriosisce e affascina. Percepisco molto appoggio e supporto da parte loro.

Qual è il vino della cantina che meglio rappresenta la next generation?

Il nostro Satèn Ricciolina, sinonimo di socialità, convivialità e ottimismo.

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Camilla Rocca

Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna

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