Il pianto della vita: Lacrima di Morro d’Alba

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Paladino delle Marche, esalta l’olfatto e il gusto grazie al carattere e alla sua storia, conosciuta persino da Federico Barbarossa

di Andrea Grignaffini

Anche i forti piangono! Il protagonista di oggi è un paladino della sua terra, le Marche. Ha conosciuto e si è fatto conoscere da personaggi storici del calibro di Federico Barbarossa, che lo volle accanto a sé durante l’assedio alla città di Ancona, passando a tempi più moderni quando all’assemblea generale dell’ONU, nel settembre 2015, si trovò al cospetto di Obama e Putin. Lui è il Lacrima di Morro d’Alba, e proprio nel pianto trova il suo nome e la sua forza. Un eroe esigente e camaleontico, generoso e sensibile, che quando la spessa ma delicata buccia comincia a fendersi e a lacrimare di succo prezioso, il contadino sa che è ora di raccoglierlo per permettergli di donare tutta la sua impeccabile organolettica; le bacche indulgeranno in un riposo che concede ai suoi emblematici aromi, finalmente, di librarsi, generando un profilo sensoriale semplicemente indimenticabile una volta degustato; un carattere che riverbera l’armonia e la sinuosità delle terre in cui il Lacrima prospera mentre si appropria del naso e del palato con  sobria persistenza e una fermezza evocativa di quei produttori marchigiani che in lui son tornati a credere, strappandolo da un ingiusto passato di oblio e trascuratezza, restituendogli la considerazione che merita nel panorama enologico italiano e non solo. Al Lacrima ci si approccia come ad un insolito vagheggio nel tempo del quale la meta sconosciuta alchemicamente si dispiega man mano che si va, dolcemente: sarà lui a condurci tra violette e rose profumose, in un boschetto dove maturano abbondanti more e lamponi, ciliegie succose e prugne, non mancheranno ispirazioni terrose e note speziate, in una complessità di suggestioni che di buon grado finirà per chiamare in causa il pepe nero, la liquirizia e i sentori del sottobosco. Le gemme di questo ancestrale quanto raro vitigno semi-aromatico (pensiamo anche al Ruché di Castagnole del Monferrato), infatti, sono eterne spose del tempo e figlie di quella fermentazione che intensifica la profondità dei loro accenti, mentre vede la luce una peculiare identità aromatica che, insensibile a qualsiasi richiamo di ampollosità ed esibizionismo, si fa a lungo ricordare per la sua personalità risoluta e accogliente, proprio come la gente del luogo. Il Lacrima lo andrete a cercare tra quei borghi dove il tempo si è fermato, sulle dolci colline marchigiane, che in un dedalo quasi orgiastico di profumi, colori e suoni vi accompagneranno a scoprirlo in un calice. Qui troverete, oltre alla sua generosità, un vino complesso e trasformista, che saprà vestirsi da Lacrima di Morro DOC di Bolognini con il suo Osvà, per accordare gli antipasti con i formaggi locali, passando al brodetto di pesce e fino allo stoccafisso all’anconetana. Un tripudio di rosa, violetta e fragola vi regalerà l’emozione e la curiosità crescente di addentrarvi in questa dimensione. Ad accogliervi sulla porta troverete la versione “Superiore”, fantastica quella di Bondanelli, che con il suo Vigna degli Estensi Ius Lacrimae 2019 vi racconterà di come la parte vegetale di cardo e carciofo non siano prerogativa del solo Cabernet Franc. Nel San Marcello Melano 2022 troviamo la profondità della vendemmia tardiva e l’unicità dell’affinamento in anfora georgiana. DOC Lacrima di Morro Superiore Lucchetti Mariasole 2018, riserva del produttore da uve surmature ci regala un naso pepato, una speziatura quasi da mango, per chiudere con un sorso che avvolge la nostra lingua, magari per andare a pulirci da quel boccone di vincisgrassi appena mangiato. Arrosto, porchetta e cacciagione troverebbero il loro principe azzurro perfetto in una delle mille declinazioni di Lacrima di Morro Superiore. Se ancora non fosse bastato a farvi innamorare di questo sodalizio naturale tra territorio e vino, lasciamo che si palesi anche la versione passita, composta dai grappoli più sani e forti, che in epoche lontane appassivano in sottotetti ventilati, oggi sostituiti da moderni ambienti con temperature e umidità controllate. Il ruolo di portabandiera lo ricopre il Lacrima di Morro Passito Mancinelli Re Sole 2018, che alla delicatezza olfattiva di rosa e accenno di vaniglia abbina un connubio tra dolcezza e acidità performante. Tanto trasversale al punto da poter splendere in abbinamento a una crostata ai frutti di bosco, quanto temerario da saper edulcorare un cioccolato fondente. Lacrime di … felicità.

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Andrea Grignaffini

Docente di enogastronomia, critico e gastronomo tra i più preparati del nostro tempo, da febbraio 2024 è il nuovo direttore editoriale di Vendemmie

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