“Carne bianca, legumi, pesce, zuppe con un tocco di champagne per festeggiare”: intervista a Roman Froz, campione italiano e dell’Europa occidentale dell’arte che debutta ai Giochi di Parigi (“ma resta una danza, non uno sport”). Star di “Amici”, si esibisce in eventi di ogni genere: “Lo spettacolo deve essere breve, esplosivo e di forte impatto. Mi piacerebbe ballare all’Aperitivo Festival”
di Luca D.F.
Roman Gorskiy, in arte Froz, è l’esempio da seguire per chi cerca di diventare un personaggio, pur praticando uno sport che in Italia non è considerato di prima fascia. Campione italiano e dell’Europa occidentale di breakdance, è diventato popolare partecipando come giudice al programma televisivo “Amici” di Maria De Filippi ed esibendosi in eventi di tutti i tipi, come “On Dance” organizzato nel 2018 da Roberto Bolle al Castello Sforzesco di Milano, la manifestazione di pugilato “The Art of Fighting” svoltasi il 19 novembre 2022 al Palazzo dello Sport di Meda (impianto esaurito) o come la prestigiosa Fashion Week di Milano. Il suo lavoro sui social network e le numerose interviste televisive e radiofoniche, hanno anche contribuito alla sua notorietà e quindi anche alla popolarità del breaking.
Roman, ti esibiresti al World Aperitivo Festival?
“Certo, basta che mi chiamino… Sono disponibile a parlarne. Quando ero ragazzo facevo spesso l’aperitivo, anche se non sono mai stato un appassionato di bevande alcoliche. Vengo da una famiglia di atleti, sono diventato un atleta e mi sembra logico che un atleta non possa bere alcol frequentemente. Io bevo spumante o champagne quando voglio festeggiare un evento importante”.
Ti hanno mai chiesto un’esibizione ad un evento di un’azienda vinicola?
“Sì, alla Fashion Week di Milano quest’anno mi ha chiamato un’azienda che produce spumante. La coreografia che studio per queste esibizioni deve avere un forte impatto visivo, il pubblico deve pensare che sta guardando uno spettacolo mai visto prima e non deve durare più di un minuto. Se mi chiedono uno spettacolo di 5 minuti, faccio venire un numero maggiore di ballerini ed ognuno di loro fa uno spettacolo di un minuto”.
Come si alimenta un atleta di breakdance?
“L’alimentazione che seguo e che consiglio ai miei allievi è a base di carne bianca e quindi pollo, tacchino, vitello, coniglio. Mangio anche molte zuppe e legumi perché sono abituato a mangiarli fin da bambino. Consiglio anche il pesce. Non mangio spesso la pasta. Il mio regime alimentare, comunque, non mi preclude l’assaggiare cose nuove. Quando ho partecipato ai Mondiali di breakdance a Seoul, in Corea del Sud, ho provato la cucina locale e mi è piaciuta moltissimo”.
La breakdance sta vivendo un momento di grande popolarità e di attenzione mediatica: ti abbiamo visto anche al telegiornale di una rete nazionale. Secondo te, qual è il motivo di tanto interesse?
“La breakdance è diventata sport olimpico. Non solo i mezzi di comunicazione, ma anche alcuni grandi marchi si sono avvicinati alla breakdance da quando è stato reso ufficiale che sarà presente ai Giochi olimpici che avranno luogo a Parigi quest’anno. Ho avuto anche richieste da amministrazioni comunali. Ogni volta che ne parla il telegiornale, molte persone vengono nel mio centro per iscriversi. Dico a tutti che chiunque può imparare la base della breakdance. Poi, è ovvio che i movimenti più difficili sono solo per chi ha grandi doti atletiche”.
Alla fine, la breakdance è uno sport o una danza?
“E’ una danza, perché i movimenti sono coreografati con una base musicale, ma per eseguirli è indispensabile possedere notevoli doti atletiche e condurre una vita da atleti. Non è possibile abbuffarsi prima di un allenamento e nemmeno esagerare con il cibo durante la settimana. Per togliersi qualche sfizio ci sono le vacanze. Ma anche in vacanza si deve sempre tenere presente di essere atleti”.
Molti film americani hanno avuto come tema la breakdance. Quanto ne hanno aiutato la popolarità?
“Sono stati fondamentali per cambiare l’immagine della breakdance che era considerata un fenomeno di strada. Grazie a quei film, in particolare alla serie Step Up iniziata nel 2006, la breakdance è stata vista come una danza spettacolare, attraente anche per il grande pubblico. Praticare breaking è diventato di moda e sempre più persone hanno voluto farlo. Al Bandits Dance Studio di Milano ho persone di tutte le età. Abbiamo aperto una seconda sede ad Acireale, in Sicilia, e contiamo di aprirne altre in diverse regioni italiane”.
Luca D.F.
Giornalista poliedrico ma specializzato in sport e spettacolo, collabora con quotidiani, periodici e riviste online vantando una lunga milizia radiotelevisiva. Ha scritto per Corriere della Sera, Il Giornale, Controcampo, Men's Health Italia, Guerin Sportivo, Jack e Progress.