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Il vino in libreria: da Saramago a Goethe attraversando le “città invisibili”

Tempo di lettura: 6 minuti

(2a puntata) Prosegue il nostro viaggio tra pagine e calici: altri 5 titoli imperdibili, dove i calici accompagnano le grandi storie della letteratura

di Mattia Marzola

Come ci siamo già detti nella prima puntata, l’estate è il momento ideale, dopo un anno di lavoro, per rilassarsi sotto l’ombrellone con un buon libro, aspettando il fresco per aprire un’ottima bottiglia. E allora benvenuti nella seconda parte del nostro viaggio all’esplorazione del perfetto binomio tra buona letteratura e vino. Abbiamo selezionato altri cinque titoli, ciascuno abbinato a una citazione che evoca il piacere del vino e ne amplifica il legame con la letteratura. Che rapiscano con l’intensità di un rosso corposo o avvolgano con la delicatezza di un vino speziato, questi libri vi condurranno attraverso storie forti, emozioni intense e riflessioni profonde. Lasciatevi guidare da queste pagine, lasciando che vi portino tra dimore misteriose, città invisibili e relazioni famigliari complesse. E mentre gustate queste storie, non dimenticate di sollevare il calice, brindando alla bellezza delle parole ai momenti di quiete che solo un buon libro sa regalare.

Buona lettura, e soprattutto salute!

Abbiamo sempre vissuto nel castello – Shirley Jackson:

“Constance riempì i bicchieri di vino e li porse a noi con un sorriso che sembrava contenere un segreto profondo.”

I protagonisti di questo breve e atipico romanzo sono i membri della famiglia Blackwood, o almeno quello che ne resta, dopo che, sei anni prima, tutti gli altri sono morti avvelenati intorno al tavolo della sala da pranzo. La diciottenne Mary Katherine, sua sorella maggiore Constance e loro zio Julian vivono soli nell’enorme casa di famiglia alle porte del paese. Mentre Julian, invalido su di una sedia a rotelle e non sempre lucido, cerca di ricostruire tramite le proprie memorie la storia dei Blackwood, Connie e Mericat si dedicano alla casa. Ad interrompere questo idillio apparente sarà l’arrivo del cugino Charles, l’estraneo. Da lì in poi le cose prenderanno una piega sempre più amara, minacciando il precario equilibrio psicologico dei rimanenti Blackwood e i loro delicati rapporti con gli abitanti del paese. Un romanzo in cui il lettore si smarrisce sentendo crescere contemporaneamente dentro di sé curiosità e malessere mentre tra le pagine il male assume molte delle forme che gli sono proprie; dalla follia all’inganno fino all’odio sopito nella massa dei paesani. Odio che si manifesta nelle maldicenze e negli sguardi, nelle filastrocche dei bambini e nella diffidenza degli adulti e che può, trovando sfogo, divenire devastante.

Le affinità elettive – Johann Wolfgang Von Goethe

“Il vino nuovo della cantina del barone aveva un sapore così dolce e gradevole che tutti se ne rallegravano, e più d’uno ne beveva troppo.”

Niente di quanto scritto da Goethe è meno di un capolavoro, ma “Le affinità elettive” è uno dei romanzi che più può segnare la vita di un lettore. Il titolo si ispira a un fenomeno chimico secondo cui due elementi, una volta legati, tendono a separarsi solo quando attratti da altri elementi con cui hanno una maggiore affinità. Goethe utilizza questa teoria scientifica come metafora per descrivere le dinamiche delle relazioni interpersonali e amorose che coinvolgono Edoardo e Carlotta, una coppia sposata, e le interazioni con Ottilia, la nipote di lei, e il Capitano, un vecchio amico caduto in disgrazia di lui. Un romanzo tra i più avvincenti di tutti i tempi, un classico senza tempo eppure straordinariamente moderno nel descrivere le dinamiche, imprevedibili, che talvolta l’amore può prendere. 

Le intermittenze della morte – José Saramago

“La morte si concesse un bicchiere di vino, gustandolo lentamente come se volesse assaporare ogni istante di quel momento raro.”

All’improvviso, in un paese non precisato, nel giorno di Capodanno, la gente smette di morire. Il popolo è euforico, la vita sembra aver trionfato per sempre sulla morte. Eppure, quasi subito, sarà necessario fare i conti con le conseguenze: si invecchia, le malattie esistono e gli incidenti avvengono, solo che non si muore più. A migliaia perdono il lavoro, ospedali ed ospizi si fanno sempre più affollati di pazienti incapaci a morire. Sarà la morte stessa, mossa a compassione e avendo mostrato ormai la propria importanza, a riprendere il proprio lavoro, decidendo però di avvisare le proprie vittime in anticipo con una lettera di colore violetto, creando così ulteriore scompiglio. Ma sarà lei stessa a rimanere stupita quando una delle sue missive, destinata ad un violoncellista, tornerà al mittente per ben tre volte. Un romanzo che non punta a dare un senso alla morte né ad essere un trattato sulla stessa. La situazione assurda che si viene a creare è l’espediente dell’autore per esprimere, con piglio ironico e a tratti sarcastico, un giudizio critico, senza risparmiare politica e religione, nei confronti della società e dell’uomo moderno in realtà fragilissimo nella ricerca spasmodica dell’invincibilità e della vita eterna.

BONUS DELLO STESSO AUTORE (tra i romanzi più lungimiranti del’900):
Cecità – José Saramago:
“In un raro momento di tregua, uno dei ciechi trovò una bottiglia di vino e la condivise con gli altri. Per un istante, il vino riportò un po’ di umanità e calore nelle loro vite devastate.”

L’eredità di Eszter – Sándor Márai:

“Con un gesto risoluto, Eszter versò il vino nei bicchieri, e insieme brindarono a ciò che avevano perduto e a ciò che non avrebbero mai più ritrovato.”

Eszter ha vissuto una vita serena e priva d’emozioni, attendendo il ritorno di Lajos. E infatti, dopo vent’anni che non si vedono, quell’uomo, l’unico che abbia mai amato, torna a prendersi quel poco che è rimasto. Tutto il romanzo altro non è che il tentativo della protagonista di spiegare il perché, ancora dopo vent’anni, le sia impossibile resistere psicologicamente a Lajos, unico e grande amore della sua vita. Il perno del romanzo sta nel raccontare i personaggi prima ancora che la storia, il punto non è come finisce, Eszter stessa lo racconterà fin dalle prime pagine, ma nell’estrema sensibilità con cui l’autore mette a nudo i personaggi. Un testo profondo che a profonde riflessioni conduce: fino a che punto permettiamo agli altri di influenzarci, quanto l’amore e l’odio siano simili, e quanto possano renderci indifesi senza reagire. E in questo Márai è bravissimo, i suoi personaggi quando amano e odiano lo fanno in modo estremo e senza remore. 

BONUS PER GLI AMANTI DELL’EST EUROPA
Le braci – Sándor Márai 
“Il vino rosso brillava nei bicchieri, e con ogni sorso sembrava riaccendersi la fiamma della gioventù ormai perduta.”
L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera
“Tomáš versò il vino nei bicchieri, osservando il liquido rosso scorrere come il tempo, portando con sé un attimo di quiete in mezzo al tumulto delle loro vite.”

Le città invisibili – Italo Calvino:

“A Maurilia, bevono vino speziato e raccontano storie dei tempi passati. La fragranza del vino sembra portare con sé memorie lontane, intrecciate con il presente in un tessuto di nostalgia e speranza.”

L’espediente narrativo di partenza è quello di un dialogo tra Marco Polo e il Gran Khan dei Tartari, dove quest’ultimo interrogherà l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Marco Polo racconterà lui di 55 città immaginarie. Sono città impalpabili in cui ci si può entrare e non uscire più, città sospese nel cielo, città che possiedono un loro doppione sottoterra, dove gli abitanti una volta morti sembrano continuare la propria vita con occupazioni e routine di quand’erano vivi. Vi è una città in grado di attirare gli stranieri apparendo loro in sogno e una città senza mura ne pavimenti e nemmeno soffitti, fatte solo di tubature, docce, rubinetti e sifoni, dove è possibile intravedere ad ogni ora ragazze snelle crogiolarsi nei bagni e nell’acqua. Un romanzo atipico, che un romanzo non è. Calvino gioca con i lettori, permettendo loro di muoversi, immaginandosi, tra queste città a loro piacimento, di leggerle una dietro l’altra o seguendo le categorie, di saltarne alcune e leggerne altre, secondo criteri propri del lettore sconosciuti anche a chi il libro lo ha scritto. Un libro da tenere sul comodino o portarsi in spiaggia e leggere ogni tanto, segnarsi le proprie città preferite per rileggerle ogni tanto e sempre ogni tanto scoprirne qualcuna di nuova.

BONUS DELLO STESSO AUTORE (tre romanzi stupendi e meravigliosamente surreali):

Il visconte dimezzato – Italo Calvino

“Il vino scivolava nelle gole come un filo di seta, e ogni sorso sembrava riunire le due metà del visconte, donandogli una parvenza di completezza che altrimenti non avrebbe mai conosciuto.”

Il barone rampante – Italo Calvino

“Dalla cima degli alberi, Cosimo osservava i suoi sudditi sollevare i calici, e l’aroma del vino si mescolava al profumo delle foglie, rendendo il mondo lassù ancora più dolce.”

Il cavaliere inesistente – Italo Calvino

“Agilulfo sollevò il calice vuoto, e benché non potesse bere, l’idea stessa del vino gli dava una paradossale sensazione di presenza, come se quel liquido fosse il segno tangibile di un’esistenza reale.”

Picture of Mattia Marzola

Mattia Marzola

Giocoliere di parole, voracissimo lettore, buona forchetta (e buon bicchiere) ha deciso di unire le sue inclinazioni, diventando così appassionato docente di lettere ed entusiasta giornalista enogastronomico, anche se poi scrive di tutto.

Disclaimer: le immagini delle copertine dei libri selezionate sono solo indicative e usate a scopo illustrativo senza alcuno scopo promozionale, la redazione di Vendemmie non ha nessun accordo commerciale con le case editrici che li hanno pubblicati nè consiglia un’edizione piuttosto che un’altra. 
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