(1a puntata) Il calice in copertina in alcuni capolavori della letteratura mondiale, un viaggio eccitante e sconosciuto
di Mattia Marzola
L’estate è il momento ideale, dopo un anno di lavoro, per rilassarsi sotto l’ombrellone con un buon libro, aspettando il fresco per aprire un’ottima bottiglia. E come gli appassionati di vino sanno bene, ci sono alcune etichette che vanno gustate subito, mentre altre richiedono tempo per decantare e rivelare tutte le loro sfumature. Allo stesso modo, alcuni libri catturano immediatamente l’attenzione, mentre altri necessitano di essere assaporati lentamente, pagina dopo pagina. E allora, proprio come farebbe un sommelier, abbiamo scelto 10 titoli (5 ora e 5 nella prossima puntata), più qualche altro consiglio sparso, per accompagnarvi nelle vostre giornate estive, rendendole ancora più piacevoli. Dall’eleganza di un romanzo che si apre come un ottimo Barolo, alla freschezza di una lettura leggera paragonabile a un frizzante Prosecco, ciascuno impreziosito da una citazione che, in un modo o nell’altro, racconti, celebri o richiami il vino. E come ne “Le affinità elettive” un vino dolce crea un’atmosfera di convivialità ad accompagnare le complesse dinamiche interpersonali che il romanzo esplora, così tra le pagine di Bulgakov un vino color rubino diventa complice di un’avventura sovrannaturale nella Mosca stalinista e via così nell’indissolubile legame che da sempre lega i piaceri della vita.
Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar
“Il vino scorreva nelle coppe di bronzo, e ogni sorso sembrava riempirmi di una saggezza antica, come se il nettare di Bacco potesse trasmettermi la sapienza dei tempi andati.”
All’età, allora veneranda, di 60 anni, Adriano, avvertendo che il fisico lo sta abbandonando e sapendosi prossimo alla morte decide di scrivere una lettera al suo erede designato, Marco Aurelio. Nella lunga missiva l’imperatore ripercorre i passi della sua vita, dall’infanzia spensierata condotta a Italica agli studi perfezionati ad Atene, dove svilupperà l’amore per la filosofia e la cultura greca che lo accompagneranno per tutta la vita. Nel suo testamento spirituale racconterà i turbamenti dell’essere imperatore, le riforme e le campagne d’espansione dell’Impero, cercando di evitare, sempre, laddove possibile, la guerra. Gli narrerà dei viaggi e dei luoghi visitati nelle vaste terre sotto il controllo di Roma. Disserterà su ciò che muove, davvero, gli uomini, sui concetti di corpo e di anima, di amore, di patria e di potere, di responsabilità, sulla gioventù e sulla vecchiaia. Marguerite Yourcenar ci restituisce, in modo meraviglioso, la figura di un Adriano imperatore e uomo. Filosofo, poeta e fine umanista, amante del bello e della cultura, coltissimo a sua volta. Mecenate, pacifista e costruttore di biblioteche, oltremodo sensibile, al punto di confessare di essersi sentito, nel suo ruolo, in un certo modo responsabile della bellezza del mondo. Un romanzo portentoso, immancabile e destinato, inevitabilmente, a diventare un classico. Bellissima la storia e straordinaria ogni pagina che la racconta.
Cent’anni di solitudine – Gabriel García Márquez
“Poi, senza una parola, versò due bicchieri di vino e ne offrì uno a José Arcadio Buendía. Bevettero in silenzio, osservandosi sopra i bordi dei bicchieri, e quell’antico rito dei loro predecessori li fece sentire per la prima volta in vita loro complici di una segreta solidarietà.”
José Arcadio, capostipite della famiglia Buendía, deciderà, dopo aver ucciso un uomo per onore, di lasciare la propria città insieme alla moglie Ursula, al loro seguito, un esiguo numero di amici e altre famiglie. E sarà a causa di un sogno, circa una città di ghiaccio, dopo aver peregrinato per più di un anno nelle paludi, che José Arcadio deciderà di fermarsi lungo le sponde di un fiume fondando la città di Macondo. Qui nasceranno i suoi figli e i figli dei suoi figli, qui crescerà, insieme al paese, la famiglia. Alcuni andranno via in cerca di fortuna, di gloria o di altro per poi tornare sempre. Gabriel García Márquez raggiunge con questo romanzo il punto più alto di una produzione straordinaria, dove il realismo magico, che ne ha contraddistinto da sempre la poetica, si fa protagonista assoluto in una Colombia rurale che solo assomiglia al mondo conosciuto, dove magia ed esoterismo sono presenza costante e il mondo dei morti sembra comunicare con quello dei vivi. Davanti ad un simile capolavoro non c’è che lasciare ogni incredulità, affidarsi alle sapienti parole dell’autore e farsi guidare alla scoperta di personaggi unici.
BONUS DELLO STESSO AUTORE (tra i preferiti di chi scrive):
Dell’amore e di altri demoni – Gabriel García Márquez:
“Le riempì il calice con il miglior vino della cantina, e le labbra di Sierva María si tinsero di rosso come il vino che stava sorseggiando.”
L’amore ai tempi del colera – Gabriel García Márquez:
“Fermina Daza assaporava il vino rosso, sentendosi avvolta da una dolce malinconia, mentre ricordava i giorni passati e i sogni mai realizzati.”
Il maestro e Margherita – Michail Afanas’evič Bulgakov
“Beviamo questo vino che non si deve mai bere da soli,” disse Woland, versando a tutti un vino color rubino che emanava un profumo inebriante.”
Anni ‘30 del ‘900 nella Russia stalinista, un giorno, Satana, arriva a Mosca sotto le sembianze del professor Woland, esperto di magia nera. A seguirlo la sua brigata di strani personaggi, come Fagotto, ex maestro di cappella dagli abiti astrusi, Il sicario Azalello e il gatto parlante Behemot, insieme a loro altri bislacchi personaggi demoniaci e al contempo ilari. Woland e la sua congrega metteranno a soqquadro la città Contemporaneamente si svolge la storia del Maestro, scrittore che a causa del rifiuto da parte dei critici del partito del suo romanzo e ora vive in un manicomio convinto che la sua amato lo abbia dimenticato. Così non è: Margherita pur non sapendo più nulla di lui non ha mai rinunciato a ritrovarlo. Le due trame si incroceranno quando Woland, a loro soltanto, offrirà la possibilità di realizzare il loro amore in eterno. Il lettore non può che rimanere incantato e lasciarsi rapire tra eventi inspiegabili, magie demoniache, streghe innamorate e gran balli al plenilunio di primavera.
I Buddenbrook – Thomas Mann
“Alzò il calice e bevve un lungo sorso di vino rosso che riempì il suo cuore di calore e nostalgia.”
I Buddenbrook è la storia di una prospera famiglia di mercanti di Lubecca che nell’arco narrativo, che va dalla prima alla seconda metà dell’ottocento, vede la propria fortuna crescere, dividersi e consumarsi fino alla rovina. I motivi di ciò non sono però da ricercare nell’incapacità di chi tale fortuna l’ha dovuta gestire ma nei casi della vita, nella durezza del destino e nell’incapacità, questa volta si, da parte dei membri della famiglia di percepire sentimenti e inclinazioni, in nome di un prestigio e di una fortuna da mantenere al di là di tutto e con ogni mezzo. Leggendo si avrà modo di incrociare personaggi che Mann caratterizza con impressionante dovizia di particolari fino a farne sembrare reali pensieri, gioie e dolori, fino a costituire un’eccezionale cornice narrativa dove, forse, il vero protagonista è il destino che sembra muovere il tutto come un ineluttabile ed enorme burattinaio invisibile. Tutto ciò fa di questo romanzo giovanile di Thomas Mann un libro che non può mancare nella libreria di nessun lettore che ami i classici.
BONUS PER GLI AMANTI DEI CLASSICI:
Il rosso e il nero – Stendhal:
“Per un momento, tutto svanì. La musica, le luci, la sala da ballo. Julien si trovava in un giardino, con il sole al tramonto e una bottiglia di vino rosso tra le mani. Sentiva l’aroma intenso e fruttato del vino che riempiva l’aria.”
La sovrana lettrice – Alan Bennett
“La regina si trovò a cena con un gruppo di scrittori. Il vino scorreva liberamente e, con ogni brindisi, le conversazioni divennero sempre più vivaci e intime. ‘È curioso,’ pensò, ‘come il vino possa sciogliere le lingue e aprire i cuori.”
Cosa potrebbe succedere se, un giorno, la regina di Inghilterra scoprisse quasi per caso il piacere della lettura? Saranno i suoi amati cagnolini corgi che, abbaiando, le faranno scoprire alla Regina una biblioteca ambulante che transita per Buckingham Palace. Ovviamente la regina ha sempre letto, ma era per dovere, per istituzione. Ora è diverso; la regina ha scoperto la passione per i libri, una passione in grado di assorbire ogni energia, soprattutto se sopraggiunta in età avanzata, destando nella sovrana il desiderio non solo di leggere ma di recuperare il tempo perduto a non farlo, legge di giorno e di notte, perfino in carrozza. Le ripercussioni sono allo stesso tempo incredibili e divertenti. Elisabetta interroga, sulle loro letture, indifferentemente, sudditi, primi ministri e capi di stato, i quali spesso non sanno rispondere, creando imbarazzo e contrarietà nei palazzi di potere con risultati spassosi. Un libricino leggero di un centinaio di pagine, divertente e allo stesso tempo significativo, da leggere fino all’ultima riga in grado di riservare al lettore un ultimo e inaspettato colpo di scena.
Mattia Marzola
Giocoliere di parole, voracissimo lettore, buona forchetta (e buon bicchiere) ha deciso di unire le sue inclinazioni, diventando così appassionato docente di lettere ed entusiasta giornalista enogastronomico, anche se poi scrive di tutto.