Chiara, giovane brand manager, guida l’espansione all’estero dell’azienda: “La mia generazione deve prepararsi cambiare senza smettere di studiare”
di Camilla Rocca
Chiara Ludovica Masciarelli, seconda figlia di Marina Cvetic e Gianni Masciarelli, è cresciuta immersa nel mondo dell’azienda di famiglia, assorbendone valori e passione. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, ha proseguito gli studi in Economia e Gestione Aziendale all’Università Cattolica di Milano, con l’obiettivo di acquisire competenze utili a sostenere e sviluppare l’impresa familiare.
Oggi, a 24 anni, Chiara è Junior Brand Manager e si concentra sull’espansione del marchio nei mercati internazionali, con una particolare attenzione all’Asia e, in modo specifico, alla Corea, dove ha anche vissuto per un periodo della sua vita.
La giovane gestisce anche ‘La Cascina di Chiara’, una struttura enoturistica situata a pochi minuti dal Castello di Semivicoli, il wine resort di famiglia. Arredato con arredi di design e opere d’arte scelte da lei personalmente, il B&B riflette l’impegno di Masciarelli nel dialogo con il territorio e i suoi artisti, intrecciando ospitalità e creatività.

Che cos’è la next generation nel mondo del vino?
Per me, la next generation nel vino rappresenta un punto di partenza. È un momento di cambiamento e apprendimento continuo. Anche se sto ancora imparando molto, credo che la nostra generazione abbia il compito di combinare innovazione e rispetto per le tradizioni. Portiamo nuove idee, nuovi approcci e una visione fresca, ma cerchiamo sempre di rimanere coerenti con la storia della nostra azienda e fedeli alle radici del nostro territorio.
Perché è un tema così rilevante in questo momento?
Il settore vitivinicolo sta cambiando rapidamente, e penso che la rilevanza del tema dipenda proprio dalla necessità di adattarsi. La sostenibilità, ad esempio, è un argomento su cui c’è grande attenzione, ma stiamo anche cambiando il modo in cui comunichiamo e interagiamo con i consumatori. Per noi giovani che entriamo ora nel mondo del vino, è importante trovare un equilibrio tra la necessità di cambiare ed evolversi e il rispetto per ciò che è stato fatto finora.
La sostenibilità nel vino: quanto conta davvero per la next generation?
La sostenibilità è un argomento che sto approfondendo sempre di più da quando sono entrata in azienda. Per la mia generazione, è un valore centrale, non solo come strategia di marketing ma come un vero e proprio impegno per il futuro. Personalmente, sono molto attenta a capire come possiamo migliorare ogni aspetto della produzione per ridurre l’impatto ambientale, e credo che sia un tema che guiderà le nostre scelte anche nei prossimi anni.
Quanto è importante oggi avere in azienda un volto che racconti il brand?
Penso che il legame personale con il consumatore possa essere utile, ma il focus principale deve rimanere sulla qualità del prodotto e sulla coerenza della comunicazione. Credo che la nostra storia familiare e la passione che mettiamo nel nostro lavoro siano gli aspetti più importanti da raccontare, anche senza necessariamente avere un volto unico che lo faccia.

Possiamo dire che sei il volto della next generation della tua cantina?
Beh, non mi sento ancora di essere “il volto” di Masciarelli ma sto sicuramente cercando di rappresentare la mia generazione all’interno dell’azienda. Mi vedo più come qualcuno che sta imparando e crescendo insieme alla cantina. Sto lavorando per portare nuove prospettive e idee, ma sempre nel rispetto di quanto fatto finora.
Hai riscontrato scontri generazionali da quando sei entrata in azienda?
Non posso dire di aver vissuto veri e propri scontri generazionali, ma ci sono stati sicuramente momenti di confronto. Sto imparando molto dalle persone con più esperienza, e anche se ci sono visioni diverse, cerco di vedere questi momenti come opportunità di crescita. Alla fine, credo che il dialogo tra generazioni possa arricchire l’azienda.
Cosa diresti agli altri produttori di vino? Hai qualche consiglio su come migliorare, basandoti su ciò che noti spesso tra i colleghi?
Una cosa che mi sembra importante è non avere paura del cambiamento. Il settore sta evolvendo velocemente e credo che sia importante restare aperti a nuove idee, sia a livello tecnologico che gestionale.
Hai mai ricevuto meno considerazione dagli importatori, distributori o commercianti a causa della tua giovane età o del fatto di essere donna? Anche all’estero?
So che essere giovani e donne può presentare delle sfide, specialmente in un mondo ancora dominato dagli uomini. Mi sto preparando al meglio per affrontare eventuali pregiudizi con competenza e passione, perché credo che il lavoro ben fatto alla fine parli per sé.
Quale vino della cantina rappresenta meglio la prossima generazione?
Credo il Villa Gemma Montepulciano Riserva. È un vino simbolo della nostra azienda. Infatti la linea Villa Gemma è stata la prima prodotta da mio padre Gianni prima che io nascessi e ora la vinificazione del Villa Gemma Montepulciano Riserva è curata personalmente da mia sorella Miriam Lee. In questo senso credo che rappresenti bene quel mix di storia e innovazione che la mia generazione vuole portare avanti.

Camilla Rocca
Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna