Gita alla cantina San Michele: alle porte di Milano storia di un vitigno che profuma di arte

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Galeotto fu il seme… Da Agostino Gallo e Mozart, la riscoperta del Marzemino sulle colline del Monte Netto

di Nello Gatti

Immersa nella quiete del Monte Netto, un altopiano argilloso che emerge come un’isola verde nella pianura lombarda, oggi protetto dal Parco Agricolo Regionale, Capriano del Colle custodisce storie antiche e vitigni autoctoni che parlano di Venezia e Rinascimento: nel suo celebre trattato agronomico Agostino Gallo citava già il Marzemino coltivato in queste terre. Da quei semi galeotti nasce oggi una DOC quasi sconosciuta ma capace di emozionare, come ho avuto modo di sperimentare presso la Cantina San Michele, fondata nei primi anni ’80 ma profondamente rinnovata con l’ingresso della nuova generazione: una svolta punteggiata da etichette a colori, conversione in biologico e un vento di rinnovamento enologico.

A circa un’ora da Milano, sono arrivato lì con poche informazioni e tanta voglia di scoprire cosa c’è al confine. I vigneti, piccoli laboratori di biodiversità, coltivano Marzemino, Merlot, Sangiovese e la Turbiana, una varietà autoctona bianca che gioca un ruolo sorprendente nei loro spumanti metodo classico insieme allo Chardonnay, come nel Belvedere Brut, o in purezza nei loro bianchi strutturati, compreso l’Otten, nato con una percentuale di uve surmature e botritizzate, perfetto esempio di come un vitigno locale possa farsi protagonista in chiave moderna.

E poi la cantina… ho varcato la soglia con il cuore pronto a imparare: una degustazione tecnica ravvicinata ai vini emblematici, dal metodo classico Belvedere (blend di Chardonnay e Turbiana, 24 mesi sui lieviti) allo speziato Marzemino in purezza fino alla sorprendente versione passita ‘M’ che racconta di terre anziane e sperimentazioni coraggiose che lo vedono prodotto in piccole tirature solo nelle annate migliori. E mentre il Marzemino ti avvolge di succosa leggerezza e note speziate, ti porti dentro la storia di un vitigno avvolto nel mito, forse importato dall’Asia Minore e poi diffuso dalla Serenissima. Apprezzato tra gli altri anche da Mozart e dagli Asburgo, questa varietà si è adattata perfettamente a queste colline lontano dai riflettori ed esprime un carattere tutto suo a volte distante dai cugini trentini o veneti.

Poi, il gran finale: l’aperitivo alla Cascina San Michele, un casale del 1884 restaurato con charme, dove il tramonto disegna ombre dorate con una serie di “rinforzini”, ovvero pietanze locali e stagionali preparate con cura mentre il ritmo della musica scandisce gli assaggi all’ombra del Monte Netto. Atmosfera collettiva, rilassata, inclusiva: non importa se si è neofiti o appassionati, qui ogni calice è un invito al racconto di territorio, così vicino a Brescia e a Milano eppure così pacifico nella sua atmosfera che sussurra una campagna in festa.

Questa esperienza unisce la storia nobile del Monte Netto, il fascino genuino di un territorio tutelato, l’eleganza tattile del Marzemino, la freschezza sorprendente della Turbiana e un approccio giovane, aperto, che ti fa sentire parte di un piccolo grande progetto. A un’ora da Milano, in una domenica pomeriggio che si trasforma in racconto, scoperta, amicizia, e in un brindisi a ciò che il vino e chi lo fa con passione sa regalarci.

Immagine di Nello Gatti

Nello Gatti

Vendemmia tardiva 1989, poliglotta, una laurea in Economia e Management tra Salerno e Vienna, una penna sempre pronta a scrivere ed un calice mezzo tra mille viaggi, soggiorni ed esperienze all'estero. Insolito blend di Lacryma Christi nato in DOCG irpina e cresciuto nella Lambrusco Valley, tutto il resto è una WINE FICTION.

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