di Nello Gatti
La Costa bianca spagnola è in realtà spiagge dorate, vini rossi e una variopinta gastronomia che la rendono una delle destinazioni turistiche (ed enoturistiche) più ambite della penisola Iberica. A guidarci in questo itinerario dove i secoli si intrecciano ai luoghi del buon bere, Marichel López Catalá, acclamata operatrice enoturstica e membro storico dell’Associazione dei giornalisti e scrittori del turismo di Alicante, ci darà qualche ragione in più per scegliere Alicante come prossima destinazione turistica non solo per movida e mare, ma anche vino, cibo e visite in cantina.
Marichel, in Italia siamo convinti che in Spagna ci siano solo Rioja, Ribera del Duero, Jerez e qualche Cava. Eppure la viticoltura si è sviluppata lungo la fascia mediterranea della penisola millenni fa. Che legame ha la terra di Alicante con il vino?
I primi resti archeologici di torchi per il vino ad Alicante si trovano nel sito di Alt de Benimaquia (Dénia) e sono risalenti al VI secolo a.C. mentre a La Illeta dels Banyets (El Campello) al IV secolo a.C. quindi siamo eredi di 2.600 anni di tradizione vinicola. I Romani poi, contribuirono allo sviluppo della coltivazione e del commercio di questa bevanda fermentata. Sebbene fu durante la dominazione musulmana (durante il Medioevo) che il vino di Alicante cominciò ad acquisire fama, poichéé gli arabi svilupparono sofisticati sistemi di coltivazione e produzione del vino (per quanto possa sembrare sorprendente per noi oggi) ai quali sono dedicate anche con bellissime poesie.
Dalle origini ai tempi moderni. È vero che nel XIX secolo la viticoltura e la vinificazione ad Alicante hanno conosciuto uno sviluppo incredibile?
Verissimo, a metà del XIX secolo, prima l’Oidio e poi la Fillossera hanno devastato i vigneti francesi e grazie alla firma di un accordo commerciale preferenziale alla fine di questo secolo, erano censiti nell’area alicantina 93.000 ettari e una produzione di oltre 1.200.000 ettolitri. Purtroppo nel 1892 terminò il trattato francese, provocando eccedenze e sovrapproduzione, generando una grave crisi del settore che spinse a cambiare le coltivazioni e a chiudere diverse aziende agricole.

E oggi?
Dopo anni di crisi e con il modello di sfruttamento in regime cooperativo, con pochissime aziende vinicole con una propria identità, si è passati, dalla fine del XX secolo, a un modello che punta molto più sulla qualità e lo sviluppo commerciale con un diverso posizionamento.
Oggi possiamo affermare con certezza che il vino di Alicante è il risultato di secoli di esperienza nella viticoltura e nell’enologia, con la Denominazione di Origine Protetta “Vinos De Alicante” tra le più antiche della Spagna. È presente su 10.000 ettari, conta 2.000 agricoltori e una produzione di circa 400.000 ettolitri., componendo un puzzle di circa 45 aziende vinicole.
Oltre queste 45 cantine potremmo aggiungerne altre che, pur non rientrando nella DOP, hanno un contribuito in maniera indiscutibile nello sviluppo e la crescita del territorio, come Felipe Gutiérrez de la Vega il cui vino dolce era presente alle nozze dell’attuale Re di Spagna.
Se dovessi individuare il vino bandiera del territorio, quale sarebbe?
Storico, viaggiatore e letterario: sicuramente il Fondillòn. Attualmente, solo 10 aziende vinicole lo producono e abbiamo nei decenni scorsi corso il rischio di vederlo scomparire del tutto! È un vino presente in tutte le corti reali europee fin dal XV secolo; un vino citato nelle opere di importanti scrittori della letteratura universale e che, per il suo potere ricostituente e “disinfettante”, facilitava i lunghi viaggi attraverso l’Atlantico, addirittura intorno al mondo. Vi cito questo passaggio ne “Il conte di Montecristo”:
“Ora,” disse il Conte, “vuoi bere qualcosa? Un bicchiere di sherry, di porto o di Alicante?”
“Di Alicante, visto che insisti tanto, è il mio vino preferito”
Riferendosi al nobile Fondillòn, vista anche la tipologia citata negli altri 2 vini.

Un nobile passato, ma sfido a trovarlo nelle carte vino italiane, almeno fino ad adesso. Puoi raccontarci alcune delle peculiarità di questo vino così da incuriosirci?
Si tratta di un gioiello enologico ricavato da uve Monastrell stramature che appassiscono in pianta. Si caratterizza per il suo sapore unico e per uno speciale processo di produzione che prevede l’invecchiamento per oltre 10 anni in botti di rovere americano di diverse dimensioni e origini, nonché in vecchie botti “monoveros alicantinos” conservate con cura dalle famiglie dei cantinieri.
Per darvi un’idea del suo prestigio, nel corso della storia, il catalogo dei vini Maisonnave della fine del secolo scorso riporta, tra gli altri, i seguenti prezzi di vendita: Vino Alicante Fondillón 800 franchi/ettolitro, rispetto a Malaga a 135, Porto a 153, Xerez a 204 o Valdepeñas a 60 franchi/ettolitro.
Hai detto che, in quanto varietà rossa, Alicante è la terra di Monastrell. Ma quali altre varietà possiamo trovare?
È vero che, a seguito del trattato con i francesi che abbiamo menzionato, i vigneti di varietà autoctone furono sradicati per piantare varietà straniere, di cui ne abbiamo ancora traccia: Cabernet Sauvignon, Merlot o Pinot Nero per i vini rossi e Chardonnay o Sauvignon Blanc per i vini bianchi. Fortunatamente, sono state conservate varietà autoctone, come il Moscato d’Alessandria tra i bianchi o il Giró tra i rossi. Una varietà che trovo molto speciale è l’Alicante Bouchet, la cui polpa conferisce lo stesso colore della sua buccia. Inoltre, oggi la maggior parte delle cantine di Alicante promuove vini con varietà autoctone e, in molti casi, lavora al recupero di varietà quasi scomparse, come nel caso di Forcallat, Bobal, Valencia, Macabeo, Mersseguera e Malvasia. Varietà che cominciano a dare grandi soddisfazioni sia su produzioni monovarietali che in blend.
Quindi, nella provincia di Alicante, sulla Costa Blanca, oltre al clima invidiabile, le bellissime spiagge e l’atmosfera di mete turistiche come Benidorm, possiamo anche fare enoturismo?
Beh, certo. Nella provincia di Alicante rimarrete sorpresi dalla vasta gamma di esperienze enoturistiche adatte sia ai principianti che agli esperti di questo mondo. Le informazioni e i suggerimenti raccolti sul sito web “La Ruta del Vino De Alicante” possono sicuramente rappresentare un ottimo punto di partenza. Sappi che non è un caso se mi dedico proprio alle attività di incoming e di enoturismo nella zona di Alicante. I lettori di Vendemmie sono tutti invitati!

Nello Gatti
Vendemmia tardiva 1989, poliglotta, una laurea in Economia e Management tra Salerno e Vienna, una penna sempre pronta a scrivere ed un calice mezzo tra mille viaggi, soggiorni ed esperienze all'estero. Insolito blend di Lacryma Christi nato in DOCG irpina e cresciuto nella Lambrusco Valley, tutto il resto è una WINE FICTION.