Foie gras San Domenico

Un vino e una ricetta. Dal Guiraud all’Old Fashioned fino al Marsala per esaltare il foie gras

Tempo di lettura: 2 minuti

Di Alessandra Meldolesi 

Lo Chef e il sommelier dello storico ristorante “San Domenico” di Imola condividono una ricetta e il giusto abbinamento vinicolo per ricreare a casa propria una grande esperienza di gusto.

Leggi l’intervista completa a Massimiliano Mascia e Francesco Cioria

L’ABBINAMENTO

Nella danza del pairing il casquè può cadere da una parte o dall’altra: un diverso bicchiere può spostare i rapporti di forza, la lettura del piatto, il pubblico elettivo, la collocazione nel menu. Per esempio la mattonella di foie gras di Massimiliano Mascia, che è poi quasi il classico torchon: un’icona della cucina francese, eseguita al San Domenico come classicità comanda, ben contrappuntata dalla dolcezza dei fichi, dall’aromaticità del tartufo nero, dall’acidità speziata del chutney di arancia, dal souvenir alcolico della gelatina di Porto. Tutta un’opulenza leggiadra che cerca un partner elettivo.

“I tradizionalisti, habitué che frequentano il ristorante da una vita, cercando la comfort zone, diranno subito: Sauternes. E in questo caso li accontento con un Guiraud o un Rieussec”, esordisce il sommelier Francesco Cioria. “Ma al cliente più giovane e scopritore proporrò piuttosto un Marsala o un Madeira. Abbiamo la fortuna di averne di vecchi, imbottigliati negli anni ’80, De Bartoli o Blandy’s, che nel tempo si sono caricati di dolcezza, sostenuta dalla parte ossidativa. Oppure un Old Fashioned, il mio cocktail preferito, che preparo al tavolo con bourbon, zucchero, angostura bitter ed essenza di scorza d’arancia in liaison”.

L’effetto cambia completamente, andando a toccare diversi tipi di clientela e influenzando la sequenza del menu in un rompicapo sensoriale. “Personalmente se ho per le mani uno Chateau d’Yquem o una Crème de Tête, sto sul Sauternes; sennò vado su un grande ossidativo. Dopo i quali ci sarà bisogno di un vino che stacchi completamente, come un Savagnin, proseguendo il crescendo delle bevande, sempre in sintonia col cliente”.

MATTONELLA DI FEGATO D’OCA CON CHUTNEY DI ARANCIA E CANNELLA

1 foie gras di oca

100 g di tartufo nero a cubetti

100 g di fichi secchi a cubetti

50 ml di Marsala

50 ml di Cognac

15 g di sale

Per il chutney di arancia alla cannella:

4 arance

Cannella in polvere

Zucchero

Per la gelatina al Porto:

150 ml di Porto

250 g di gelatina in polvere

2 fogli di colla di pesce

½ costa di sedano

½ carota

½ cipolla

Ammorbidire il fegato d’oca e aprirlo, privandolo delle venature centrali. Aggiungere il tartufo con i fichi secchi, il Marsala, il Cognac e 15 g di sale. Lasciare marinare mezz’ora, poi riempire gli stampi. Cuocere sottovuoto per 45 minuti a 65 °C. Fare raffreddare, poi estrarre e tagliare a fette. 

Per la gelatina, portare a ebollizione un litro d’acqua con gli odori, unire le gelatine e fare bollire per 5 minuti. Filtrare e portare a temperatura ambiente. Unire il Porto, stendere e raffreddare. Ridurre a cubetti.

Tagliare le arance a pezzettoni e cuocerle in una casseruola con cannella in polvere e 250 g di zucchero per chilo. Dopo 45-50 minuti togliere dal fuoco e frullare. Introdurre nei vasetti come se fosse una normale marmellata e mettere da parte.

Impiattare la mattonella di fegato con il chutney di arancia, la dadolata di gelatina, polvere di cannella e riduzione di Balsamico a piacere.

Sandomenico Piatto Foie gras
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