di Giovanna Romeo
La storia
Dogliani è un piccolo borgo nella parte meridionale delle Langhe il cui nome oggi è sinonimo della DOCG che ha dato lustro al Dolcetto prodotto in questa terra. Qui il giovane Luigi Einaudi nel 1897 fondò i Poderi che portano il suo nome. L’azienda che ha tutt’ora a Dogliani il suo cuore storico, conta oggi 150 ettari di proprietà (di cui 70 vitati), diverse cascine e un prezioso Relais. I vigneti attraversano le Langhe in diagonale, raggiungono Neive dopo aver toccato Barolo, Monforte d’Alba e Verduno dando vita ad una collezione di prestigiosi cru di Barolo: Cannubi, Terlo, Bussia e, ultimo nato, Monvigliero, mentre Barolo Ludo legge i vigneti in orizzontale. La gamma che vede nel Dogliani Docg e nel Dogliani Superiore Docg Madonna Delle Grazie Vigna Tecc i vini più quotidiani, si completa con Langhe Doc Barbera, Langhe Doc Nebbiolo, Langhe Doc Meira e Roero Arneis Docg Donna Ida come espressioni in bianco, il Moscato d’Asti e il Verduno Pelaverga Doc, un’altra sfumatura di Langa, l’ultimo nato.
Il vino
Pelaverga è un vitigno autoctono piemontese che si esprime con particolare delicatezza nella zona di Verduno, dove si distingue per la dimensione ridotta dei suoi acini. Proprio in questa piccola area Matteo Sardagna Einaudi, la quarta generazione, ha individuato un vigneto di meno di un ettaro, a circa 300 metri slm, esposto ad ovest e prezioso nei suoli per la concentrazione di calcare, argilla e sabbia. Verduno Pelaverga Doc Poderi Luigi Einaudi, che debutta con la vendemmia 2022 e una tiratura di circa 4000 bottiglie, è frutto di una annata siccitosa ma non eccessivamente calda, nella quale le viti hanno trovato equilibrio e finezza grazie a importanti escursioni termine. Le uve raccolte a mano nei primi giorni di ottobre sono state vinificate in acciaio per preservarne la caratteristica freschezza varietale. Color rubino tenue, è un calice agile, fruttato con un bel nerbo acido-tannico e una nota intrigante e speziata di pepe bianco.
Lo consigliamo a chi
A chi desidera un vino “minore” ma fortemente contemporaneo, prodotto da un una varietà antica e originale. A che desidera un vino sbarazzino che racconta quella cultura della terra che l’azienda esprime in ogni sua etichetta. Un vino che dà voce alla potenza del territorio generalmente raccontata dalla maestosità del Barolo. Fragrante e speziato, definito afrodisiaco, si abbina bene a salumi, formaggi freschi, bagna cauda, bollito misto e dolci secchi.
Costo circa 15 euro, Poderi Einaudi