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Per voi 10 vini vulcanici da amare

Tempo di lettura: 9 minuti

Unici, rari, caratterizzati da una stretta connessione con territorio e suolo: la nostra selezione

di Camilla Rocca

I vini vulcanici, “volcanic wines”, sono vini prodotti con uve coltivate su terreni vulcanici, o dalle medesime caratteristiche, terreni di cui paesi come ad esempio l’Italia o il Giappone sono i più ricchi al mondo. Nel caso italiano la viticoltura su terreni vulcanici affonda le sue radici nell’antichità, infatti la mineralità di questo terroir è già nota sin da epoche antiche, come testimoniato nell’area di Pompei o dei Campi Flegrei. Una tradizione millenaria che conferisce una consolidata storia nella produzione di questi vini, dalla storicità dei vigneti, alla predilezione di cultivar autoctone, alle tecniche di produzione non industriale e alla certificazione dei prodotti.

Dal 2012 esiste in Italia un’associazione che raccoglie sigle e consorzi di tutela dei vini vulcanici dal nord al sud dello Stivale. Ne fanno parte, tra le altre, il Consorzio Vini Doc dei Colli Euganei, il Consorzio dei vini di Ischia, il Comune di Pantelleria, il Consorzio dei vini del Vesuvio e il Consorzio del Mogoro in Sardegna.

I “vini vulcanici” italiani provengono da aree con un forte passato o presente vulcanico. Il terreno, ricco di minerali derivanti dall’attività vulcanica, conferisce a questi vini caratteristiche uniche, creando una stretta connessione tra il vino, il territorio e la sua composizione del suolo. 

I terreni vulcanici sono spesso difficili da coltivare, in quanto costituiti in gran parte da materiale roccioso e in forti pendenze. Per questo, l’esperienza diviene un aspetto primario per la produzione di questi vini, alla quale sceglie di dedicarsi solo una piccola parte di produttori, determinati, quanto appassionati, del proprio lavoro.

Il primo punto di riferimento è senza dubbio l’Etna. Altre zone italiane rinomate per la produzione di vini vulcanici sono i Campi Flegrei ai piedi del Vesuvio, l’Irpinia del Fiano e del Greco di Tufo, il territorio dei Castelli Romani, Colli Albani e della Tuscia (Orvieto e Montefiascone) e l’area geografica del Vulture, in Basilicata. Ecco la nostra selezione di 10 vini vulcanici che abbiamo amato e che amerete anche voi!

Etna Superiore Bianco Doc – Barone di Villagrande

Etna Bianco siciliano DOC Superiore V.Q.P.R.D. (Vino di Qualità Prodotto in Regione Determinata), proviene da vitigni sul terreno vulcanico nella contrada di Milo in provincia di Catania. I vigneti sul versante est dell’Etna a 700 metri sul livello del mare, scendono in una sorta di anfiteatro naturale verso il mare affacciandosi verso Taormina e il Mar Jonio. I vigneti di montagna, circondati da boschi di querce e di castagni che creano profumi intensi e ben riconoscibili; le radici affondano in una terra di forte matrice vulcanica. Ricca di ferro e rame, con un buon livello di potassio, fosforo e magnesio, pochissimo azoto e totalmente priva di calcio. Il vino è ottenuto principalmente con 90% uve Carricante e 10% altri vitigni autoctoni. Dopo la vendemmia manuale, seguono fermentazione in acciaio e successivo imbottigliamento a 10 mesi dalla vendemmia. Presenta colore giallo paglierino, con una buona brillantezza e densità. Al naso sono persistenti i sentori floreali e di frutta bianca. Al palato una acidità spiccata, eleganza di beva e una mineralità persistente. Si abbina bene a molluschi e pesce crudo, antipasti di pesce al vapore, affettati e salumi, branzino, insalata di polpo, linguine al nero di seppia, risotto ai frutti di mare, tartare-carpaccio pesce e sushi-sashimi.

Lacryma Christi del Vesuvio – Vesevus Sorrentino

È un vino rosso prodotto in quantità limitate sulle pendici del vulcano Vesuvio secondo i metodi dell’agricoltura biologica, in una zona già menzionata dal poeta latino Marziale. La denominazione nasce dalla leggenda che narra che Lucifero, caduto dal Paradiso, portò con sé un lembo di esso, deponendolo dove è ora il Golfo di Napoli causando il pianto del Signore per aver perso una parte così bella del Paradiso, lacrime che cadendo sul suolo fecero sorgere la vite, da cui deriva il vino. I vitigni sono tutti autoctoni a piede franco; il vino nasce da uve Piedirosso e, in piccola parte, Aglianico vendemmiate a mano in vigneti piantati sui terreni vulcanici dal tipico colore nero. Ha profumo intenso, ampio e consistente. Offre sentori fruttati con spiccate note di prugna, ciliegia, fragola e sentori speziati tra cui pepe. Il sapore è secco e persistente. Si abbina con arrosti di carni rosse, selvaggina, cibi tartufati e formaggi.

Aglianico del Vulture Vignali – Cantina di Venosa

Proveniente originariamente dalla Grecia ma ormai tipico della terra lucana, il vitigno Aglianico produce quella qualità di uva che vinificata dà un vino delicato e profumato al quale dal 1971 è riconosciuta la denominazione di origine controllata di Aglianico del Vulture. Il vino è citato da numerosi personaggi storici dal poeta latino Orazio a da Carlo I d’Angiò e a Papa Paolo III Farnese. Si ottiene da uve raccolte a mano verso fine di ottobre da vigneti allevati a spalliera. La fermentazione del mosto avviene a temperatura controllata, con macerazione delle bucce. L’affinamento avviene in botti di rovere per 10 mesi circa. Si riconosce per il colore rosso rubino che tende a riflessi aranciati dopo l’invecchiamento. Il profumo è vinoso e delicato e ricorda vagamente la viola ed i frutti di bosco. Il sapore è asciutto, sapido, fresco ed armonioso, tende al vellutato con l’invecchiamento. Si accompagna a piatti di carne, cacciagione e arrosti.

Malvasia delle Lipari Naturale Nurah – Colosi

L’azienda Colosi comprende una superficie di dieci ettari in Salina (una piccola isola che fa parte dell’arcipelago eoliano) compresi tra Capo Faro e Porri. Tale zona è riconosciuta tra le migliori dell’isola sia per l’esposizione sia per la natura chimico fisica del terreno che essendo di origine vulcanica risulta particolarmente vocato per la coltivazione della vite. L’impianto del vigneto, reso particolarmente difficoltoso per la morfologia del terreno, è stato realizzato a terrazze ripristinando i vecchi muri a secco. Denominato “Nettare degli Dei” da Diodoro Siculo nel IV secolo avanti Cristo, il vino è prodotto con uve Malvasia, e in piccola parte Corinto Nero, provenienti dall’isola di Salina nell’arcipelago delle Eolie. Le moderne tecnologie in simbiosi alla millenaria tradizione eoliana, conferiscono al vino una particolare fragranza. Il vino ha colore giallo dorato, odore aromatico con profumo di miele, eucalipto, albicocca matura, sapore caldo ed armonico. È un vino che rispetto al suo alter ego “Passito” presenta un residuo zuccherino inferiore. È un eccellente vino da meditazione. Si sposa felicemente, inoltre, a dolci e biscotti secchi o a formaggi di sapore deciso.

Passito di Pantelleria – Solidea

È un vino che è prodotto utilizzando esclusivamente lo Zibibbo, una varietà di uva egiziana, detto anche Moscato d’Alessandria o Moscatellone, introdotta in Sicilia dagli Arabi. Solo nell’isola di Pantelleria riesce a raggiungere la migliore qualità: acini grossi e dolci, profumo ed aromi particolari e molto intensi. Lo Zibibbo a Pantelleria è allevato ad alberello e la qualità dell’uva nasce proprio dall’attenta cernita dei grappoli, rigorosamente raccolti a mano nella seconda decade di agosto. L’uva viene successivamente lasciata ad appassire da tre a cinque settimane al sole. Le uve, subìto il processo di appassimento, vengono raccolte, pigiate, diraspate e messe a macerare insieme al mosto in fermentazione, ottenuto dalla raccolta delle uve nel mese di settembre, in modo da favorire la cessione dei profumi, degli zuccheri e delle sostanze estrattive. Seguirà poi una fermentazione molto lunga e lenta, una breve permanenza in botti di legno e successivamente in bottiglia. Il colore è giallo dorato carico tendente all’ambrato ed il profumo è intenso con ampie note di datteri, uva passa e miele d’acacia. Al palato è dolce, morbido e persistente. È un ottimo vino da dessert, che si abbina felicemente alla pasticceria secca.

Soave Classico Superiore Ronchetto Portinari

I vigneti sono di proprietà della famiglia Portinari dai primi decenni del 1900: l’azienda è suddivisa in due appezzamenti: il Ronchetto e le Albare che danno due tipologie di “Soave” con caratteristiche diverse. Nel vigneto Albare viene applicata la tecnica della Doppia Maturazione Ragionata o del Taglio del Tralcio, che permette di apportare una maggiore struttura al vino. Il Soave Classico Superiore D.O.C.G. si ottiene dalla vinificazione di uve Garganega (ed una piccola percentuale di Chardonnay) provenienti dal vigneto Ronchetto, un vigneto collinare con esposizione a sud, a circa 150 metri sul livello del mare. Vinificato in contenitori d’acciaio. Il colore è giallo con riflessi dorati. Al naso è fine ed intenso, ampio con note fruttate e toni floreali. In bocca è sapido, fresco, morbido. È consigliato come aperitivo; si abbina bene a primi piatti, carni bianche, pesce, molluschi, uova.

Moscato Secco Cengia – Ca’ Lustra

Da più di 30 anni Ca’ Lustra si impegna nella vitivinicoltura euganea avendo come obiettivo la qualità: un cammino condotto da Franco Zanovello sia in vigna che in cantina. I 25 ettari di vigneto, con altri 15 a oliveto, bosco e pascolo, sono tutti all’interno del Parco Regionale dei Colli Euganei, suddivisi in numerosi “cru” dai particolari caratteri pedoclimatici. È un vino ottenuto da uve moscato bianco coltivate sui pendii dei Colli Euganei, su terrazze ricavate dai contadini denominate Cengie, qui grazie alla sua ottima esposizione al sole e terreni ricchi , si ottengono delle uve ricche di materia colorante e polifenoli, donando a questo ottimo vino complessità e mineralità. Presenta colore giallo paglierino intenso e brillante, al naso si percepiscono spiccate note floreali soprattutto di gelsomino e fiori di arancia, con note di pompelmo e pesca, al palato è minerale di giusta complessità, morbido ma non dolce, finale piacevolmente sapido. Permette accostamenti impegnativi come tartare sia di carne che di pesce, asparagi, salmone o salumi affumicati. È ottimo anche come aperitivo.

Villa Tirrena – D’Amico Paolo e Noemia

L’azienda, situata nella suggestiva Valle dei Calanchi di Vaiano, al confine fra Lazio e Umbria, offre vini che esaltano le potenzialità di questo terroir; i vigneti si estendono fin nel territorio Umbro. Le uve vengono raccolte manualmente e poi poste in cassette, come da antiche tradizioni. Dopo il passaggio attraverso la diraspapigiatrice, il mosto e le bucce vengono fatti fermentare a temperatura controllata in vinificatori di acciaio inossidabile, per poi essere pressati. Il liquido così ottenuto viene fatto decantare 15 giorni. Il vino limpido viene poi trasferito parte in tonneaux e parte in barriques di rovere francese. L’affinamento ha luogo in serbatoi di acciaio inossidabile per 2 mesi e, successivamente, in barriques di rovere francese e tonneaux per 8 mesi. Prima di essere commercializzato il vino riposa in bottiglia per circa 4 mesi. Presenta  colore rosso rubino intenso, risulta avvolgente e secco al palato e contiene tannini ben strutturati che contribuiscono a renderlo adatto ad un lungo invecchiamento. Si abbina con primi piatti molto strutturati e con carne rossa accompagnata da salse leggere.

Malvasia Bianca Nemesis – Casale Mattia

È un vino bianco ottenuto dall’omonimo vitigno, coltivato da sempre sulle assolate colline romane. Casale Mattia da sempre opera nel settore vinicolo e ha deciso di recuperare il prestigio e la tradizione dei vini della campagna romana. La cantina è situata su colline vulcaniche nel cuore del comprensorio della zona di produzione del Frascati D.O.C. in un territorio da sempre vocato alla coltivazione della vite, quest’azienda vinifica le uve che provengono esclusivamente da vigneti di sua proprietà in una cantina di nuova costruzione attrezzata con le più moderne tecnologie. Il vino presenta colore giallo dorato, al naso offre sentori di bouquet di frutta esotica, fiori bianchi e note minerali, offre un gusto vivace, equilibrato e di grande piacevolezza. È un vino estremamente versatile negli accostamenti gastronomici e si può gustare come aperitivo oppure in abbinamento a piatti di pesce, crostacei e formaggi a pasta morbida.

Versante Sud Etna Bianco – Serafica

Tutto ha origine quando Andrea Serafica torna dall’America nel 1950, e si dedica alla coltivazione di vigneti, provando a raccontare il territorio attraverso i suoi vini, in un territorio che  vini unici che da un lato guarda la vetta dell’Etna e dall’altro Catania e il mar Jonio. Versante Sud è la versione più ricercata dell’Etna Bianco della famiglia Serafica. È frutto di una selezione di uve che hanno origine dalla vigna ad alberello piantata a Monte Arso, un vulcano spento ai piedi dell’Etna. Il vigneto si caratterizza per la diversità delle uve a bacca bianca con pendenza di oltre il 30 % e a quasi 1000 metri sul livello del mare. Il vino proviene da una selezione di uve autoctone a bacca bianca: Carricante e altre varietà reliquie come Minnella, Insolia, Corinto greco, Coda di Volpe e Bianchetta. Ha colore giallo paglierino e al profumo sprigiona sentori di bouquet intenso e complesso con note agrumate seguite da nuances di erbe aromatiche, delicati sbuffi di idrocarburi ma anche cenni salini. Al palato è un vino ricco e piacevole. A tavola può essere abbinato a piatti a base di pesce, verdure ma anche piatti elaborati della tradizione siciliana.

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Camilla Rocca

Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna

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