L’ultima annata promette frutti molto interessanti e permetterà ai produttori di ricostruire le riserve andate esaurite dopo la difficile annata 2021.
Se lo scorso anno la vendemmia in Champagne era iniziata il 6 settembre, quest’anno, complice un’annata straordinariamente calda, la raccolta è iniziata in anticipo, si è già conclusa e si fanno i primi bilanci di un’annata che sembra promettere bene.
Come riportato dal magazine The Drinks Business, sembra proprio che le stime che erano state fatte dal Ministero dell’Agricoltura francese, che aveva predetto un produzione 2022 raddoppiata rispetto a quella dell’anno scorso, fossero corrette. Il Comité Champagne ha definito questa come un’annata “solare” a causa del caldo estivo con le colonnine di mercurio mai scese sotto 30 gradi centigradi tra luglio e agosto. Le uve sono risultate sane, con volumi produttivi elevati e mosti con gradazione alcolica potenziale mediamente superiore al 10% in volume.
Il presidente dei viticoltori Maxime Toubart ha dichiarato: “Grazie a una vendemmia generosa e di alta qualità e con il permesso eccezionale dell’INAO, i viticoltori hanno potuto ricostruire riserve che sono state sostanzialmente esaurite dalla viticoltura 2021 anno.“
Il presidente di Champagne Houses, David Chatillon, ha osservato: “La domanda del mercato è forte (+9% a fine agosto rispetto all’anno precedente) sulla scia dei già notevoli dati del 2021. Rimaniamo ottimisti per il futuro, nonostante il clima economico incerto. Le pregiate uve raccolte quest’anno sono destinate a produrre grandi vini che sicuramente soddisferanno le aspettative dei consumatori”.
Fabrice Rosset, CEO della maison Deutz, è più cauto e avverte: “Dobbiamo rimanere umili e prudenti perché è solo quando assaggeremo i vini fermi tra qualche mese che potremo confermare con certezza che l’annata 2022 è di alta qualità e fedele allo stile tipico di Deutz. Tuttavia, riteniamo che i segnali siano molto promettenti”.
Il cambiamento climatico è questione impellente per tutti i produttori di vino, non solo in Champagne, dove negli ultimi quarant’anni si tende a vendemmiare sempre prima. Tuttavia qui l’aumento delle temperature sembra poter essere un vantaggio invece che un grosso ostacolo. Laurent Panigai, capo dell’Unione Generale dei Vignaioli di Champagne, ha affermato: “Anche con il cambiamento climatico, possiamo ancora avere Champagne che mantengono la loro freschezza. Avere più sole ci dà più spazio di manovra per migliorare lo Champagne”.