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L’ultima cena prima dell’Apocalisse: menu degustazione sempre più caro

Tempo di lettura: 4 minuti

Piatti tradizionali come la bruschetta, il pesce al forno e persino la pastasciutta, sono minacciati dal cambiamento climatico: non agire subito potrebbe cambiare radicalmente le nostre tavole

di Emma Pagano 

Le feste invernali si avvicinano, e con esse i preparativi: i cuochi iniziano a progettare i menù dei cenoni, le nonne rispolverano le ricette di famiglia. Eppure, qualcosa sta cambiando: di anno in anno diventa più evidente la trasformazione profonda che sta interessando la nostra cucina e che, partendo dal climate change, e passando per la riduzione del potere d’acquisto, ci restituisce una tavola che somiglia sempre meno a quelle di una volta.

Il cambiamento climatico, con le sue conseguenze sempre più tangibili, sta riscrivendo la tradizione che portiamo in tavola. Dal caffè al cioccolato, dal vino al miele, fino alla frutta e al pesce fresco, molti degli ingredienti che consideriamo irrinunciabili rischiano di diventare beni di lusso o di scomparire del tutto nel giro di pochi decenni. Allo stesso tempo, l’aumento del costo delle materie prime costringe le famiglie a ridurre i consumi o a optare per prodotti di qualità inferiore, mettendo a repentaglio la nostra dieta, quella mediterranea celebrata dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.

Ecco allora un menù speciale, non per celebrare il Natale, ma per riflettere su ciò che potremmo perdere: un’Ultima Cena simbolica, fatta di piatti che rischiano di scomparire per sempre dal nostro repertorio culinario. Non è una visione distopica, ma il racconto di dati scientifici tradotti nel linguaggio più universale che conosciamo: il cibo. Un’occasione per riflettere su come il clima stia trasformando non solo le ricette, ma anche la nostra identità culturale e il nostro futuro.

MENU COMPLETO*

Aperitivo

Ostriche e Champagne

Le bollicine dello Champagne potrebbero avere i giorni contati. Nei vigneti francesi il caldo si fa sentire, e i produttori, per non farsi cogliere impreparati, iniziano a comprare terreni in Inghilterra. Sì, avete capito bene: lo Champagne potrebbe diventare roba da pub inglese. Nel frattempo, le ostriche non se la passano meglio. L’acidificazione degli oceani e il riscaldamento delle acque le stanno mettendo alle corde. Gusci fragili, riproduzione difficile: il loro futuro non sembra esattamente brillante.

Antipasti

Carpaccio di salmone selvaggio dell’Atlantico
Il salmone selvaggio, già sotto pressione per la pesca intensiva, oggi deve fare i conti con il surriscaldamento delle acque del mare, che ne riduce la popolazione e costringe questa specie a riscrivere le proprie rotte migratorie. Risultato? Il salmone, un tempo abbondante, sta diventando un ospite sempre più raro sulle nostre tavole.

Bruschetta al pomodoro di una volta
Pomodori San Marzano, basilico fresco, un filo d’olio extravergine. Sembra semplice, ma lo è sempre meno. Le temperature che superano i 35°C stanno mandando in tilt le coltivazioni di pomodori in Sud Italia. Gli agricoltori raccontano di raccolti dimezzati e frutti che non maturano più come dovrebbero. Se il caldo non dà tregua, anche la bruschetta rischia di cambiare sapore.

Insalata di arance di Sicilia
In Sicilia, il clima sta cambiando faccia: meno Mediterraneo, più tropici. Gli agrumeti, che da secoli colorano e profumano l’isola, stanno cedendo terreno a mango e avocado. In appena cinque anni, le coltivazioni di frutti tropicali sono esplose, passando da pochi ettari a oltre 500. Così gli agrumi rischiano di diventare il prossimo “frutto proibito”.

Primi

Risotto ai funghi porcini

I funghi porcini, come molte altre specie di funghi selvatici, dipendono da un delicato equilibrio di temperatura e umidità. Il cambiamento climatico sta alterando i cicli stagionali da cui dipende la loro crescita, rendendo sempre più rare queste prelibatezze del sottobosco.

Pastasciutta
Un piatto apparentemente semplice che racconta una storia complessa: le restrizioni idriche in Italia stanno minacciando la produzione di grano duro per la pasta, mentre anche il basilico, simbolo dell’orto mediterraneo, fatica a sopravvivere alle estati torride.

Secondi

Filetto al pepe verde

Anche se la carne bovina potrebbe non scomparire così rapidamente, il suo futuro è legato a doppio filo con quello dei cereali. Il mais, la soia e il grano, principali componenti dell’alimentazione del bestiame, sono minacciati dai cambiamenti climatici. Così, una riduzione nella produzione di questi cereali potrebbe avere un impatto devastante sull’intero sistema alimentare globale.

Branzino al forno con patate
Il Mediterraneo si sta riscaldando a una velocità allarmante, alterando gli habitat dei pesci. Le patate, nel frattempo, sono in crisi in tutta Europa, minacciate dalla difficoltà di approvvigionamento del seme, dai problemi legati alla siccità o alle alluvioni, e da malattie sempre più diffuse quali la peronospora o l’elateride, che costringono gli agricoltori a ridurne drasticamente le coltivazioni.

Dessert

Affogato al caffè e cioccolato

Il gran finale del nostro menù racchiude due dei piaceri più minacciati: il cioccolato e il caffè. Il cacao, coltivato principalmente da piccoli agricoltori vicino all’equatore, potrebbe vedere la produzione drasticamente ridotta entro il 2050. Il caffè, che richiede condizioni climatiche stabili con notti fresche e giorni caldi, potrebbe perdere metà delle sue attuali regioni di coltivazione a fronte di un aumento di 2°C della temperatura globale.

Carta Vini

La carta dei vini riflette già i cambiamenti in corso. Dalla siccità alle “bombe d’acqua”, passando per temperature medie che, negli ultimi due anni, sono state le più calde di sempre, il climate change sta influenzando la resa, la composizione e la qualità del vino dell’uva. Gli studi prevedono che, entro fine secolo, tra il 50% ed il 70% delle zone viticole esistenti potrebbe diventare inadeguato alla produzione d’uva a causa dell’eccessiva siccità e delle ondate di calore più frequenti con i cambiamenti climatici. Solo una piccola parte di questa perdita (meno del 20%) può essere potenzialmente compensata spostando i vigneti verso aree montuose, considerando altitudini fino a 1.000 metri di altitudine. Insomma, forse è ora di prendere il cambiamento climatico un po’ più sul serio, prima che ci porti via anche la festa.

*Nota: Questo menù non vuole essere un addio alla cucina mediterranea, ma un invito a preservarla. Ogni ricetta è un promemoria di ciò che rischiamo di perdere se non agiamo per proteggere non solo gli ingredienti, ma l'intero ecosistema che li produce, impegnandoci e chiedendo ai poteri pubblici un impegno concreto per contrastare il cambiamento climatico. I prezzi delle portate non sono indicati poiché potrebbero essere presto incalcolabili
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Emma Pagano

Emma Pagano, italo-americana, pratica l’amore per le parole in due lingue, tra comunicazione, traduzione e organizzazione di eventi culturali. Responsabile della Comunicazione di MWW Group, coordina il progetto Vendemmie assieme al team.

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