di Luca Serafini
Sono passati 10 mesi da quando l’editore Federico Gordini mi ha affidato la direzione di “Vendemmie”: la lunga amicizia e la profonda conoscenza gli hanno suggerito questa soluzione per i miei interessi, la mia curiosità, la mia passione per l’ambiente. Non c’entrano nulla con il calcio e con lo sport, di cui mi occupo da oltre 40 anni, ma fanno parte della mia vita privata e professionale come l’amore per la lettura, il cinema, il teatro, la musica.
L’intento di Federico era quello di aprire a lettori oltre i confini del vino e della viticoltura, progetto che ho sposato con entusiasmo ed ora le fatiche quotidiane condivise con Emma Pagano e Mattia Marzola, colonne di redazione, sono un divertimento. Ho detto redazione, anche se ormai l’editoria online prevede solo incontri e riunioni in videochat e pochissime occasioni in presenza: è una difficoltà nella condivisione dei dettagli, ma non ci impedisce di applicarci al lavoro con l’intensità spartita nei vecchi uffici dei giornali.
Questa intro un po’ autoreferenziale per testimoniare la scoperta da vicino, da dentro anzi, delle mille problematiche di questa eccellenza italiana che portiamo in tavola in bottiglia, questo prodotto frutto della fatica, della cultura, della tradizione, della sapienza e dell’amore di chi lavora la terra, in vigna, in cantina, in enoteca, nei ristoranti. Un mondo che attraversa a capo chino, spalle larghe e braccia forti, le mille crisi di questo pianeta insozzato dall’imperizia umana e tormentato dalle ribellioni della natura.
Difficile trovare filiere come l’agricoltura in cui la parola “sostenibilità” è una pratica abituale, giornaliera, fa parte della filosofia oltre che della necessità, ma i produttori del vino ne hanno fatto una bandiera operativa sbandierata con orgoglio, in attesa di vedere premiato sul campo il loro sforzo immane. I consumi e le vendite registrano contrazioni brusche, pericolose, allarmanti e le cause sono disparate. Una di queste sono i capricci della natura martoriata. Un’altra è l’allontanamento dei giovani dall’alcol, il che se da un lato potrebbe essere visto e vissuto come un progresso, un traguardo, dall’altra significa anche una distanza dalla conoscenza: il problema non è l’alcol, non è il vino, ma l’educazione alla morigeratezza.
Anche io ho scoperto, in questa appassionante avventura in “Vendemmie”, il gusto del sapore anteposto alla quantità, all’ebbrezza. E’ appunto una questione di educazione e di cultura. Siamo sempre più attenti al mondo della formazione, dei sommelier, alle storie, ai racconti di chi spende la sua vita tra le viti: crediamo fortemente sia l’obiettivo primario del magazine sulla strada del sapere. Per apprezzare.
Nonostante le difficoltà del mercato, “Milano Wine Week 2024” è stata un successo di partecipazione e di livello qualitativo, nell’esposizione, nelle iniziative, nella qualità. Su questa strada sta camminando e crescendo “Aperitivo Festival”, sempre grazie all’impegno di questo visionario editore e la dedizione di chi lo accompagna in ogni fatica e ogni investimento quotidiano.
Voglio augurare un 2025 di forte ripresa a tutti voi e alle vostre aziende, alle vostre famiglie. A voi che vi occupate di vino e di ristorazione, di terra e di aria. A un quarto di secolo del nuovo millennio, vorrei augurare anche una pace estesa e duratura: mai credevamo di trovarci ancora in ginocchio, noi e il pianeta, per colpa dell’uomo in continua ricerca di soluzioni ai problemi che lui stesso è il primo a generare.

Luca Serafini
Dal 1° febbraio 2024 direttore responsabile di Vendemmie, giornalista e scrittore, ha una lunga carriera televisiva alle spalle ed è tuttora opinionista sportivo tra i più apprezzati. Ha pubblicato saggi e romanzi, con “Il cuore di un uomo” (Rizzoli, 2022) ha vinto il premio letterario “Zanibelli Sanofi, la parola che cura”.