La tendenza sembra essere quella di allineamento alle politiche europee per le modifiche sulle etichette di vini, birre e spirits: la richiesta è che riportino informazioni per i consumatori in materia di allergeni e valori nutrizionali.
Sembrava che i produttori americani di vino non interessati all’esportazione delle loro etichette verso la Comunità Europea avrebbero potuto ignorare le nuove regolamentazioni in materia di etichettatura di vino e spirits. Invece, non solo a partire dall’8 gennaio 2023 ingredienti, allergeni e valori nutrizionali dovranno comparire esplicitamente o tramite QR code sulle bottiglie dedicate all’export oltre Oceano, ma ora la sentenza di un tribunale statunitense – come riportato sul sito Wine Business – sembra indicare che gli americani potranno presto vedere le stesse informazioni anche per gli alcolici dedicati al mercato domestico.
La questione negli USA ha radici lontane e risale al 2003 quando gruppi di consumatori e del CSPI (Center for Science in the Public Interest) intentarono un’azione legale contro il TTB (Tobacco Tax and Trade Bureau) per non aver dato seguito ad una petizione presentata da 69 organizzazioni e singoli cittadini che chiedeva che anche le bevande alcoliche fossero corredate di etichette con le informazioni nutrizionali. Ad oggi il TTB ha accettato di emettere una regolamentazione preliminare a riguardo dedicata a tutto il mondo delle bevande alcoliche, vino, birra e distillati, come primo passo verso l’obbligatorietà di riportare i valori nutrizionali in etichetta.
Non sembra esserci margine di ritardo o trattativa sul tema dal momento che anche il bilancio 2023 della commissione per gli stanziamenti della Camera e del Senato cita la questione come “critica” e necessaria di azione urgente.