Confermati i risultati del 2021: ora fondamentale guardare al mercato nazionale. Per Riccardo Cotarella qualità delle uve “da buona a ottima”.
di Giovanna Romeo
Nonostante un anno che ricorderemo per il grande caldo e un’importante siccità che ha contrassegnato tutte le fasi vegetative dall’inverno fino a una delle estati più carenti di piogge di sempre, secondo le previsioni vendemmiali (il momento in cui viene delineato in corso di vendemmia lo stato dei vigneti e presentate le previsioni relative alla produzione e alle tendenze del settore vino da parte di Unione Italina Vini, Assoenologi e Ismea), la quantità del raccolto italiano di uva da vino per il 2022 è in linea con lo scorso anno. Le precipitazioni giunte nel mese di agosto in molte parti d’Italia sono state salvifiche, riequilibrando il bilancio della vendemmia. Unione Italiana Vini riporta le previsioni pubblicate a settembre sul Corriere Vinicolo: l’indagine condotta nella prima settimana di settembre avevo previsto 50,270 milioni di ettolitri nel complesso tra vini e mosti, un ottimo risultato rispetto alla media del 2017-2021 che si era attestata in 48,825 milioni di ettolitri, confermando i risultati dello scorso anno quando se ne erano totalizzati 50.232.
“La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera – ha dichiarato il presidente di UIV Lamberto Frescobaldi – dimostrando che anche con caldo e siccità è possibile fare vini di alta qualità e realizzare volumi soddisfacenti”. Anche Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi) ha parlato a Roma della sanità del raccolto in corso, definendo la qualità delle uve “da buona a ottima”.
Crescerà secondo le stime la produzione in Valle d’Aosta (+10%), Trentino Alto Adige (+10%), Emilia Romagna (+4%), Toscana (+12%), Umbria (+10%), Marche (+5%), Lazio (+5%), Campania (+4%), Puglia (+3%), Basilicata (+10%), Sardegna (+15%). Calo atteso invece per Piemonte (-9%), Lombardia (-20%), Veneto (-3%), Liguria (-5%) e Sicilia (-5%). In linea con il 2021 le restanti regioni d’Italia.
Segnali preoccupanti arrivano invece dal mercato. Secondo Fabio del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea, se il mercato estero del vino italiano sembra tenere, diversa è la situazione nel mercato nazionale. “In termini di mercati l’Italia ha chiuso la campagna 21/22 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa – commenta Fabio del Bravo -. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo scorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti. I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa”.