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Continuano gli effetti negativi sulle esportazioni australiane di vino

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Le difficili condizioni di mercato hanno messo fortemente in crisi il vino australiano. Cala il Regno Unito, Hong Kong e Singapore. Bene gli Stati Uniti.

di Giovanna Romeo

Il sensibile calo dell’export di vino australiano avviatosi dall’effetto negativo dei dazi cinesi, a cui è seguito l’impatto del Covid sulle abitudini dei consumatori e le sfide globali del trasporto merci, vede forse uno spiraglio di stabilità. Secondo Peter Bailey, market insights manager di WineAustralia, si sta assistendo alla fine del periodo più nero delle esportazioni australiane verso la Cina continentale che necessariamente ha avuto un impatto sulle esportazioni totali. L’ultimo Export Report di Wine Australia mostra infatti valori che tendono a un cauto ottimismo, anche se le cifre parlano ancora di calo dell’11% in valore a 2,01 miliardi di dollari e dell’1% in volume a 627 milioni di litri nell’anno terminato il 30 settembre 2022. In generale le esportazioni nel complesso sembrano avviarsi alla stabilità, ma il settore del vino potrebbe subire ancora “fluttuazioni di mercato”, in vista dell’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse che tendono a ridurre la spesa dei consumatori nei mercati chiave.

Se si escludono i dati relativi alla Cina continentale, è però evidente come l’export di vino dall’Australia verso il resto del mondo sia rimasto stabile: in valore in calo solo dello 0,2% a 1,99 miliardi di dollari, e in aumento dell’1% in volume a 622 milioni di litri. Una crescita importante è stata registrata invece verso gli Stati UnitiCanadaNord America (+ 6% a 604 milioni di dollari), nel sud-est asiatico (+15% a 291 milioni di dollari), in MalesiaThailandia. Un trend favorevole grazie ai prezzi favorevoli, all’esportazione di vini premium e all’annata record 2021. Lo conferma anche il numero di esportatori presenti negli Stati Uniti, mai stato così alto dal 2008, e soprattutto degli esportatori che spediscono vino a un valore di $ 10 o più, per litro franco a bordo (FOB). Le spedizioni sono state verso 118 destinazioni, rispetto alle 111.

L’Australia perde al momento il mercato asiatico con l’Asia nord-orientale in calo del 46% a 321 milioni di dollari, trainata dalla Cina continentale, e l’Europa in calo del 12% a 621 milioni di dollari, trainata dal ritorno del Regno Unito.

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