Un percorso straordinario in una delle cantine più antiche del mondo, regno di eccellenze per vitigni, cultura e tradizione
di Andrea Grignaffini (ha collaborato Alessio Ippolito)
Nel cuore dell’Alto Adige, appena a nord di Bressanone, sorge l’Abbazia di Novacella, un luogo straordinario in cui spiritualità, storia dell’arte e grandi vini s’intrecciano in un unicum indissolubile.
Fondata nell’anno 1142, l’Abbazia non solo spicca tra i complessi monastici più importanti dell’Arco Alpino, ma è tra le cantine in attività più antiche del mondo, vantando una secolare tradizione nella viticoltura e nella produzione di vini di alta qualità. Inizialmente riservati al consumo interno, i vini iniziarono ad essere apprezzati oltre i confini dell’Abbazia con la commercializzazione al pubblico.
L’espansione delle vendite rese necessario non solo l’acquisto di ulteriori terreni vitati (nel 1630 venne annesso il podere Mariaheim, vicino a Bolzano, per la coltivazione di uve a bacca nera e nel 1938 si aggiunse il podere Marklhof a Cornaiano, designato all’allevamento di Pinot nero, Schiava e Lagrein), ma nel 1961 perfino la fondazione di un consorzio vinicolo – tuttora esistente – composto da circa 60 soci che destinano le proprie uve alla cantina dell’Abbazia. Cantina che, nel 2016, viene rimodernata e ampliata con la creazione nuovi locali sotterranei.
L’Abbazia non è celebre solo per i suoi vini: gioiello architettonico incastonato in una cornice paesaggistica di rara bellezza, rappresenta una delle principali attrazioni culturali della Valle Isarco. Oltre al museo recentemente ristrutturato che custodisce le vicende di questo luogo, ogni angolo del complesso racconta una parte della sua storia, in un suggestivo insieme di stili che vanno dal romanico, passando per il gotico e il rinascimentale fino al Rococò altoatesino della sontuosa biblioteca che ospita migliaia di volumi, inclusi antichi manoscritti di grande pregio.
Con la sua tradizione vinicola di fama internazionale, questo tuttora vivacissimo centro religioso fa parte delle abbazie del vino italiane che annualmente si ritrovano, insieme a quelle francesi, per promuovere i propri prodotti nell’evento “Vini d’Abbazia”. La produzione enologica, gestita dall’ordine degli Agostiniani, è ampia e diversificata, con un totale di 13 vitigni coltivati in 3 appezzamenti, finalizzati a 4 linee commerciali. La linea classica comprende vini bianchi e rossi di pronta beva, la maggior parte dei quali sono monovarietali; fanno eccezione l’Omnes Dies Mitterberg IGT (Müller Thurgau e Moscato giallo) e il St. Magdalener Alto Adige DOC (90% Schiava e 10% Lagrein).
La linea Praepositus comprende bianchi, rossi e passiti, tutti monovarietali, da uve raccolte in parcelle che nel corso dei secoli si sono mostrate più vocate ad alcuni vitigni, sia per armonia tra i fattori produttivi che per potenziale d’invecchiamento. La linea con menzione di vigna comprende solamente due etichette: Sylvaner Stiftsgarten e Pinot nero Oberhof. Il Sylvaner è coltivato accanto al giardino abbaziale su pendii scoscesi a circa 600m di altitudine ed esposizione sud-ovest, le rese sono basse e la finezza del vino alta.Il Pinot nero è coltivato in un cru particolarmente fresco del podere Marklhof, a Cornaiano, a circa 450m slm. Il risultato è elegante e persistente, con l’annata 2020 che è una vera perla.
Infine, la linea Insolitus riguarda sperimentazioni diverse ogni anno: spicca lo spumante metodo classico pas dosé Perlae36, con base Sylvaner, che trascorre 36 mesi sui lieviti come pure l’Amphora Mitterberg IGT in cui Grüner Veltliner e Sylvaner fermentano in anfore sulle proprie bucce e poi affinano per 14 o 26 mesi in anfora, risultando in un bianco macerato molto minerale. Vengono prodotte circa 850000 bottiglie all’anno, il 25% delle quali destinate ai mercati esteri, in particolare Germania, Svizzera, USA e Giappone; domina il vino bianco, che rappresenta l’80% della produzione.
Novacella è tra le cantine più interessanti in Italia, baluardo di vitigni autoctoni e metodi tradizionali di produzione che si combinano allo slancio sperimentale teso alla creazione di nuovi classici. Si attendono con curiosità le novità della linea Insolitus e la piena maturità di Stiftsgarten 2018, che mostra enorme potenziale.
Andrea Grignaffini
Docente di enogastronomia, critico e gastronomo tra i più preparati del nostro tempo, da febbraio 2024 è il nuovo direttore editoriale di Vendemmie