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LAZIO - ROMA

Lazio-Roma, il derby della Capitale attraverso il vino

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Saranno state le tante partite di campionato e coppa senza sosta, ma confessiamo di essere arrivati all’ultima giornata prima della sosta per la Nazionale un po’ stanchi. Per questo abbiamo deciso di chiedere a ChatGPT di scrivere un articolo sul derby Lazio-Roma legandolo al mondo del vino. Ma la risposta poco empatica dell’intelligenza artificiale (“Anvedi questi!”) ci ha fatto propendere per un ritorno al metodo classico di Champions Wine. Non inteso come tecnica per la produzione di spumanti, ma nel senso di intelligenza umana (almeno si spera) che prova a raccontare una partita suggerendo qualche buona bottiglia di vino per accompagnare la serata calcistica.

di Raffaele Cumani & Antonio Cardarelli

Assodato così che ChatGPT forse preferisce la birra, ammettiamo che rispetto ad altri derby – per esempio quello di Torino – la sfida tra Lazio e Roma offre spunti meno roboanti per gli appassionati di enologia. Attenzione però, perché anche nel Lazio ci sono tante ottime cantine e territori con una storia che può competere con regioni ben più blasonate. Dal punto di vista calcistico, invece, quello tra Lazio e Roma è uno dei derby più colorati, accesi e attesi al mondo. Le due squadre non avranno vinto molti scudetti, ma ci hanno regalato sfide, giocatori e personaggi indimenticabili.

E allora parliamo proprio di calciatori e allenatori delle due sponde del Tevere che, in qualche modo, hanno a che fare col vino. Nel mondo del calcio ormai sono tantissimi i calciatori, alcuni ancora in attività, che hanno “diversificato” optando per la produzione di vino. Anche restringendo il campo solamente a quelli di Roma e Lazio, l’elenco è lungo e non certamente banale. Vi abbiamo già raccontato, per esempio, della passione di Maurizio Sarri, oggi comandante in capo della Lazio, per il vino rosso, che forte delle sue idee anche dal punto di vista enologico, ama abbinare anche al pesce. Sempre rimanendo in casa Lazio, ma facendo qualche passo indietro, ecco che il soprannome del mitico bomber dello Scudetto del ’74, Chinaglia, ci riporta al distillato che ha più cose in comune con il vino, quantomeno nella poesia che sprigiona. Long John, come la famosa marca di whisky che pare fosse quella preferita da Giorgione. E allargando lo sguardo oltre il vino, come non citare Paul “Gazza” Gascoigne, che con le bevande spiritose ha avuto più di qualche problema, ma siamo sicuri che durante la sua permanenza a Roma – tra una follia e l’altra – magari avrà degustato qualche ottima bottiglia.

Chiudiamo subito questa spericolata sortita extra-vinicola per tornare in vigna con un altro giocatore amato dai tifosi laziali. Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, meglio noto come Hernanes, passato alla storia come “il Profeta”. Centrocampista ambidestro al punto da tirare la monetina per scegliere il piede con cui battere le punizioni, Hernanes sul vino sembra avere le idee molto chiare visto che ha scelto il Monferrato per il suo wine resort aperto con lo chef Christian Milone, ex ciclista. Nome della tenuta: Ca’ del Profeta, ovvio. I vini: grignolino, barbera, brachetto, più local non si può! Forse ora abbiamo trovato il vero motivo del suo trasferimento alla Juventus.

Non produce vino ma forse si sta preparando per qualche mossa in futuro. Nel frattempo, mentre continua a segnare caterve di gol per la gioia dei tifosi, dell’allenatore Sarri e dei fanta-allenatori che lo venerano, Ciro Immobile ha investito nella Jamin Portofino, società leader nel metodo di affinamento subacqueo di vini e distillati. Impossibile non citare nella rassegna eno-calcistica del derby romano Sven Goran Eriksson, tecnico svedese che ha allenato la Roma dal 1983 al 1987 e poi la Lazio dal 1997 al 2001, vincendo lo scudetto del 2000 (subito replicato nel 2001 dai cugini romanisti a proposito di derby…) con giocatorini come Couto, Nedved, il Cholo Simeone, la Bruja Veron, il Matador Salas e il grande jesino Mancini. Eriksson, che in Italia è diventato “grande” come allenatore, ha scelto il Belpaese e la Sicilia per lanciare l’etichetta Sven con due vini, un bianco (Grillo e Fiano) e un rosso (Nero d’Avola e Frappato). E noi vogliamo ricordare Sven per la sua impresa più grande: essere diventato l’idolo di un bambino inglese che ha deciso di “tagliarsi” i capelli come lui. Mentre i compagni si presentavano a scuola con la cresta alla Beckham, lui è arrivato così… e noi lo ameremo per sempre.

Da uno svedese all’altro, perché Sven Goran Eriksson era arrivato alla Roma per raccogliere l’eredità di Nils Liedholm. Folgorato dalla bellezza del Monferrato, il Barone si era trasferito lì e insieme al figlio Carlo aveva aperto la cantina Liedholm appunto. Tanta barbera e soprattutto grignolino. Da un ex allenatore della Roma a un altro: Luciano Spalletti. Il tecnico del momento, architetto del Napoli delle meraviglie annata 2022-2023, ha scelto la sua Toscana per produrre il suo Bordocampo da uve sangiovese e merlot coltivate nella tenuta La Rimessa, nome che richiama i suoi infallibili schemi da palla ferma. I tifosi di buona memoria lo ricordano per il calcio spumeggiante della sua Roma, ma suo malgrado Spalletti è passato alla storia, per molti altri, come il “giustiziere” del Capitano Francesco Totti, anche se è meglio non ricordarglielo.

Parlando di derby di Roma non possiamo non citare proprio “er” Capitano. Abbiamo cercato collegamenti tra il Pupone e il vino, ma onestamente… non ne abbiamo trovati. Quindi – tenetevi forte – ecco l’unica frase che ci è venuta in mente per citarlo: negli ultimi anni di carriera Francesco Totti è invecchiato bene come un buon vino. E complimenti a noi per l’originalità! Ma ora torniamo seri per ricordare che mentre Totti si prendeva meritatamente la scena dello Scudetto vinto dalla Roma di Fabio Capello (altro grande amante del vino, da buon friulano doc), a centrocampo Damiano Tommasi spolmonava per lasciare i fuoriclasse giallorossi liberi di inventare palla al piede. E dopo una vita da mediano, prima di darsi alla politica e diventare sindaco della sua Verona, Tommasi si è dedicato alla produzione vinicola nella tenuta di famiglia a San Micheletto di Fumane, dove nascono l’Amarone “Anima candida” e il “Ripasso 17” dal numero di maglia dell’ex centrocampista della Roma e della Nazionale. E in quella Roma scudettata di inizio millennio faceva la sua grande figura un terzino con i piedi da trequartista. Stiamo parlando di Vincent Candela, grande amico di Totti nonché suo compagno inseparabile nel giuoco del Padel, un francese che ha firmato una serie di bottiglie dei Wine of Champions dell’italianissima Fabio Cordella.

Abbiamo citato diversi allenatori della Roma del passato, ma anche quello odierno ha il suo peso quando si parla di vino. José Mourinho non è un produttore, ma può vantare un giro di bottiglie degno della Milano Wine Week. Non puoi essere in effetti lo Special One se non ami il vino… e così pare che Mou abbia appreso la tradizionale abitudine del calcio inglese, dove è prassi che il mister della squadra di casa si intrattenga con il manager della squadra avversaria nel dopo partita sorseggiando a nice glass of wine, discutendo amabilmente del match oppure del tempo. Tanto per dire, il vino preferito da sir Alex Ferguson è il Tignanello. Tornando a Mou, tutti gli regalano bottiglie di cui non manca di dar sfoggio. Pochi mesi fa il suo ex giocatore del Porto, Maniche, gli ha giusto regalato due bottiglie provenienti dalla sua casa vinicola come testimoniato dall’Instagram dello stesso SpecialOne . Ma la gioia più grande per Mou in termini enologici è arrivata dall’allenatore del Leicester City, Brendan Rodgers, che in occasione della sfida di Conference League ha regalato al portoghese una bottiglia del suo amato Barca Velha.

Insomma, possiamo dire che i tecnici inglesi, ma certamente anche lo SpecialOne, sarebbero potenzialmente membri onorari della sempre più nutrita comunità eno-calcistiaca che si sta stringendo a coorte attorno a Champions Wine! Eh, sì perché noi non abbiamo bisogno di apprendere abitudini d’Oltremanica, noi siamo già quelli che si presentano a casa degli amici per la partita con una buona bottiglia in mano pronta per essere stappata. In onore del derby di Roma potrebbe essere l’ottimo rosso Montiano di Famiglia Cotarella, merlot di grande complessità ed equilibrio sopraffino o, da meditazione, per addolcire possibili delusioni calcistiche, il mitico Muffo di Sergio Mottura, elisir da uve grechetto aggredite da muffe nobili. E altro che nice glass of wine, noi sì che ci berremmo er mejo vino!

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