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Cormòns e la viticultura friulana, un’eccellenza senza tempo

Tempo di lettura: 4 minuti

La regione caratterizzata da una moltitudine di incredibili terroir, offre un panorama di grande ricchezza con espressioni produttive di enorme rilievo

di Luca Sessa

Quali sono i vantaggi dell’essere un freelance? In termini economici probabilmente pochi, soprattutto alla voce relativa alle tutele contrattuali, ma se estendiamo il punto di vista alla gestione del tempo personale, ecco che l’ago della bilancia torna immediatamente in equilibrio. Aver speso alcuni giorni in Slovenia per una breve vacanza ha permesso di ritemprare mente e anima, e l’esser libero da vincoli temporali (al netto delle scadenze relative alla consegna dei vari articoli), ci ha fatto decidere di spendere un ulteriore giorno nel corso del viaggio di ritorno in auto verso Roma per visitare una particolare zona del Friuli, il Collio, che da tempo regala grandi certezze in ambito vitinicolo ma anche gastronomico. Cormòns, centro principale della zona collinare, a pochi passi da Gorizia, è una cittadina di stampo asburgico contornata da piccoli e caratteristici borghi sul confine con la Slovenia. Qui il microclima, assolutamente unico per ventilazione ed escursione termica, si sposa perfettamente con la “ponka”, il caratteristico terreno del Collio, ideale per la coltivazione della vite. Sono due le tappe vinicole messe in programma: in mattinata la visita presso l’azienda Ronco dei Tassi, nel pomeriggio la degustazione da Marco Felluga; nel mezzo l’immancabile visita alla meravigliosa famiglia Sirk per gustare i piatti dell’Osteria la Preda de La Subida, e un giro veloce nel centro di Cormòns.

Pochi chilometri dopo aver passato il confine tra Slovenia e Italia giungo presso l’azienda Ronco dei Tassi, nata nel 1989 quando Fabio Coser e la moglie Daniela decisero di acquistare un podere di circa 9 ettari, di cui 4 a vigneto, nel cuore del Collio Goriziano: qui a un’altitudine che varia fra i 140 e 200 metri sul livello del mare ci troviamo ai limiti del parco naturale di Plessiva, zona di tutela ambientale ricca di flora spontanea e di numerosa fauna selvatica. Divertente l’aneddoto legato all’origine del nome dell’azienda: la presenza in zona di alcune colonie di tassi, grandi consumatori dei grappoli d’uva più dolci, e la particolare disposizione dei vigneti in terrazze ben esposte denominate “ronchi”, hanno dato vita al nome Ronco dei Tassi. Tra i vini assaggiati, due conquistano il nostro palato, la Ribolla Gialla dal naso sottile e delicato e dal profumo contraddistinto da note di frutta fresca e fiori gialli, e il Friulano, dal colore giallo paglierino con suggestive sfumature citrine e dal sapore intenso e complesso. Ma, più in generale, è tutto il contesto paesaggistico e naturalistico a conquistare per la bellezza cromatica e per la purezza dell’aria. I vini han messo appetito, ed i soli 3 minuti di auto che ci separano da La Subida diventano il preludio a un pranzo memorabile.

La famiglia Sirk ha saputo costruire nel tempo una vera e propria oasi di pace, incontaminata, immersa nella natura più autentica, impreziosendo il tutto con una produzione vinicola di rilievo e un progetto gastronomico che ha saputo meritare una stella Michelin con il Ristorante Trattoria il Cacciatore. Oggi però abbiamo scelto di pranzare nell’altro locale, L’Osteria La Preda de La Subida per provare una cucina fatta di materie prime del territorio. Immancabile l’apertura con l’assaggio del Prosciutto D’Osvaldo di 30 mesi affumicato ad hoc per la famiglia Sirk, e naturalmente il goloso Frico con cuore morbido di patate e formaggio Montasio, ma restiamo conquistati anche dall’ottimo Goulash. Per smaltire la pausa pranzo decidiamo di andare a passeggiare per le vie del centro di Cormòns, località che in epoca romana fu una stazione militare e che nel 610 i Longobardi fortificarono. In età alto-medievale fu sede per più di un secolo (610-737) dei patriarchi di Aquileia e, successivamente, venne a lungo contesa in virtù della propria importanza strategica sulla via di accesso a Gorizia. La Piazza XXIV Maggio con il Palazzo Locatelli (sede del municipio) e il Duomo di Sant’Adalberto diventa la nostra meta per respirare l’atmosfera del piccolo centro situato a soli 3 km dal confine, e ci regala l’opportunità di una strategica sosta al bar che questa volta però non vede protagonista il caffè ma una ben più sostanziosa grappa!

Ritemprati dalla (misurata) esperienza alcolica ci spostiamo verso Gradisca d’Isonzo alla volta dell’azienda Marco Felluga, storica realtà con oltre 150 anni di storia grazie alla passione e alla competenza di una famiglia che da sei generazioni dona continuità alla produzione di vini nella zona del Collio, dove hanno sede le due tenute, Marco Felluga e Russiz Superiore. Dai vigneti ubicati in quattro diverse (Farra d’Isonzo, San Floriano del Collio, Oslavia e Cormòns) nascono vini di grande personalità, come nel caso del Collio Pinot Grigio Mongris, dal colore giallo dorato con sfumature ramate, e caratterizzato da un profumo con pronunciati sentori di fiori d’acacia, ginestra e mela. Un vino dal gusto elegante e fruttato, corposo e ben strutturato. Merita una menzione il Collio Cabernet Sauvignon Marnasco con il suo profumo elegante e complesso con sentori di frutti a bacca rossa, dal finale che permette di cogliere una sfumatura di cacao e noce. La degna chiusura di una meravigliosa giornata alla scoperta del Collio.

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Luca Sessa

Classe 1975, napoletano di nascita, romano d’adozione. Laureato in statistica, giornalista, presentatore e critico enogastronomico, collabora con varie testate nazionali e con alcune guide di riferimento del panorama nazionale.

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