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Le nuove acquisizioni del miliardario Pinault fanno paura in Borgogna

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Il magnate francese del lusso accresce il numero dei marchi premium della sua società Artémis Domaines e la Confederazione delle denominazioni e dei produttori di vino della Borgogna grida all’allarme: si tratta di un sistema feudale.

La Confederazione delle denominazioni e dei produttori di vino della Borgogna (CAVB) si dice preoccupata per le nuove acquisizioni del magnate francese dei beni di lusso Francois Pinault. Il disappunto del presidente del CAVB, Thiébault Huber, è stato raccolto dalla testata Le Monde e riportato dal sito web Drink Business.

La notizia che ha scaldato gli animi tra i produttori di Borgogna confederati è che Artémis Domaines, l’azienda di proprietà del miliardario Pinault, si sta fondendo con Maisons & Domaines Henriot. Un accordo che va ad accrescere il numero dei prestigiosi marchi in possesso del tycoon d’Oltralpe che già vanta nomi come Château Latour, Clos de Tart e Domaine d’Eugenie, oltre ad avere una partecipazione di minoranza nella casa di Champagne Jacquesson.

Ora con l’acquisizione dei Domaines Henriot, Pinault si aggiudica altri 200 ettari di vigneti premium in Borgogna, tra cui quelli appartenenti alla società Bouchard Pere & Fils, quelli a Chablis di William Fevre, nonché gli ettari dedicati allo Champagne Henriot.

Sebbene Artémis Domaines abbia dichiarato che una tale fusione sia “una meravigliosa opportunità per riunire i tesori del nostro patrimonio vinicolo sotto la stessa bandiera“, il presidente Thiébault Huber, non ha nascosto la sua amarezza, parlando piuttosto di una mossa triste.

Come riportato questa volta da The Times, il numero uno della CAVB ha affermato che l’accordo ha rafforzato le sue preoccupazioni sul futuro del “modello di famiglia” della Borgogna e che i vigneti, in precedenza tramandati di generazione in generazione, vengano venduti sempre più a ricchi investitori che considerano le uve come la famosa “Borsa Kelly”(modello esclusivo prodotto dalla casa di moda Hermes, ndr) e che queste vengano usate solo per migliorare la reputazione dei loro gruppi incentrati sui beni di lusso.“Il rischio è un sistema feudale in cui la terra appartiene ai ricchi, che sono i padroni del posto, mentre i locali sono trattati come poveri”, ha aggiunto Huber.

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