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Il viaggio dei lieviti verso la Luna

Tempo di lettura: 2 minuti

Alla rimandata missione della Nasa Artemis 1 parteciperanno anche sacchi pieni Saccharomyces cerevisiae. L’obiettivo è quello di capire – attraverso questi ceppi – come le radiazioni influiscono sugli astronauti.

Artemis 1, lo sappiamo, non è partita. L’attesissima missione della Nasa ha dovuto rimandare, lo scorso 29 agosto, il lancio del razzo a causa di una serie di problemi tecnici. Il cammino che dovrebbe riportare l’umanità sulla luna a quasi 50 anni dall’ultima missione Apollo, è, per ora, solo rimandato. Tra le particolarità del volo c’è l’assenza di umani a bordo, mentre a viaggiare verso la luna ci saranno dodici sacchi pieni di Saccharomyces cerevisiae, ovvero i lieviti che usiamo per fare la birra, il pane e anche il vino attraverso la fermentazione.

Il progetto, che include quattro esperimenti biologici – uno di questi è quello dei lieviti portati nello spazio – fa capo al team della BioServe Space Technologies, un centro di ricerca del Dipartimento di Scienze dell’ingegneria aerospaziale dell’Università del Colorado. L’esperimento in questione sta tutto in una custodia delle dimensioni di una scatola da scarpe. All’interno, milioni di cellule di lievito aiuteranno gli scienziati a rispondere a una domanda fondamentale nell’esplorazione spaziale, ovvero come potrebbero comportarsi i corpi umani esposti, nello spazio profondo, a migliaia di raggi X a cui sono soggetti durante questo tipo di viaggio.

Una volta che le colture di lievito torneranno sulla Terra, il team recupererà le cellule per studiarne il DNA e trovare eventuali indizi che potrebbero aiutare scienziati a prevenire o a curare negli astronauti gli effetti della malattia da radiazioni. Lavorando con i ricercatori dell’Università della British Columbia in Canada, il team di BioServe ha sviluppato circa 12.000 ceppi mutanti di lievito. Ad alcuni di questi organismi mancano determinati geni, mentre altri portano copie extra di quegli stessi frammenti di codice. Dalla valutazione di quali ceppi sopravviveranno o meno durante la missione, gli scienziati potranno avere risposte importanti. Come spiega il team di ricerca, il motivo per cui sono state scelte delle cellule di lievito dipende dal fatto che queste condividono con i grandi primati circa il 70% dei loro geni. Queste culture, in altre parole, forniranno una finestra su come determinati geni, o meccanismi per riparare i geni danneggiati, potrebbero essere fondamentali per aiutare gli organismi a sopravvivere in un ambiente ostile come lo spazio, una sorta di antiossidante che aiuterà a mitigare gli effetti delle radiazioni.

Foto copertina crediti: NASA

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