Intervista all’autore dei libri ‘Fuga dalla città’ e ‘Il lobbista’, conduttore del programma televisivo True Show, presidente della Fondazione Stelline, organizzatore di Direzione Nord e co-proprietario del quotidiano online Affari Italiani.it “Da giornalista partecipo spesso a eventi e conferenze stampa. L’abbinamento tra cibo e bevande non è sempre azzeccato, in linea con i contenuti: è un aspetto importante che va curato”
di Luca D.F.
“A.F.M. è un lobbista. Uno di quelli bravi, che conoscono tutti, che lavora nel posto giusto per fare affari: la Milano cinica e spietata nella quale il denaro circola senza limiti. La storia di A.F.M. è un intrigo tra i palazzi, una caduta agli inferi che sa di redenzione in cui A.F.M. scoprirà di non essere solo una sigla, ma un uomo: Alberto. Sempre più perso in una città che tutto dà e tutto toglie”.
Si legge questo nel risvolto della copertina del libro “Il lobbista”, pubblicato da Laureana Editore, scritto dal giornalista Fabio Massa e presentato alla Libreria Hoepli di Milano. Fabio Massa ha anche scritto il libro “Fuga dalla città” (pubblicato nel 2021 dalla casa editrice Chiarelettere), ha condotto il programma televisivo “True Show” su TeleLombardia ed ha ben 24 anni di esperienza giornalistica.
Fabio, qual è il tuo vino preferito?
“Mi piacciono i bianchi del Trentino Alto Adige e i rossi del Piemonte come il Gattinara, il Nebbiolo e il Barbaresco. Come giornalista partecipo a innumerevoli conferenze stampa ed altri eventi: il vino è sempre presente insieme al buffet. Vorrei far notare una cosa agli organizzatori di questi eventi: non abbiamo tre mani! Mi spiego: con una teniamo il piattino, con l’altra teniamo la forchetta, con quale mano dovremmo tenere il bicchiere di vino? Sarebbe bene se agli eventi – nell’area destinata al buffet – venissero posizionati dei tavolini su cui poggiare il bicchiere di vino. Mi stupisco che nessuno dei loro ospiti o dei loro collaboratori glielo faccia mai fatto notare”.
Ci sono altri miglioramenti che potrebbero essere fatti dagli organizzatori di eventi?
“Ho notato che il livello dell’evento è spesso inverso rispetto a quello del vino e del cibo. Negli eventi con un contenuto leggero, si presta più attenzione alla qualità del vino e del cibo. Negli eventi in cui sono presenti relatori importanti, in cui si discute di contenuti di alto livello (magari non comprensibili a tutti), vino e cibo non sono qualcosa di speciale. Forse si pensa che essendo il contenuto di alto livello, vino e cibo siano secondari. Secondo me non lo sono”.
Parliamo del libro ‘Il lobbista’, come ti è venuta l’idea scriverlo?
“Durante il Covid avevo fin troppo tempo libero ed ho pensato di scrivere un libro sul mondo del potere, che ho frequentato fin dagli inizi della mia carriera giornalistica. Sono stato per circa 6 anni al quotidiano ‘Il Giorno’ dove mi sono occupato di cronaca bianca. Poi ho lavorato circa un anno in un’agenzia, quindi sono stato assunto al quotidiano online Affari Italiani.it. Dal 2015 ho una mia azienda che produce la pagina Milano di Affari Italiani, il sito True News, che ha prodotto il programma televisivo True Show e nell’aprile scorso ho acquistato la proprietà di Affari Italiani insieme ai miei soci Brave Capital e Marcello Antelmi. Secondo me uno scrittore deve scrivere di un argomento che conosce”.
Il protagonista del libro è ispirato a un lobbista del presente o del passato?
“Assolutamente no. E’ un personaggio di fantasia. So bene che la maggior parte delle persone hanno un’idea negativa dei lobbisti, ma il protagonista del mio libro è solo un uomo che cerca di svolgere il suo lavoro con impegno, rimanendo pulito e che alla fine viene travolto da un’inchiesta giudiziaria, perché uno dei suoi clienti aveva avviato la sua azienda con soldi sporchi. Tra l’altro ho scritto questo libro prima di ‘Fuga dalla città’, ma è stato pubblicato 3 anni dopo quando ho incontrato casualmente l’editore, gli ho parlato del libro e lui mi ha chiesto di mandarglielo. Poco tempo dopo mi ha telefonato dicendomi che gli era piaciuto e che voleva pubblicarlo. Entrambi i libri sono stati scritti nel periodo del lockdown”.
Nel libro descrivi Milano come una città caotica, ma che offre opportunità a tutti. Sei convinto che questo sia ancora vero?
“Certo, Milano offre opportunità a chiunque abbia davvero voglia di lavorare. Il punto è proprio questo: aver voglia di raggiungere un obiettivo”.
Come scrittore, hai un punto di riferimento stilistico?
“No. Io sono un giornalista e quindi scrivo con un’impostazione giornalistica. Scrivo di getto il libro, non rileggo ogni capitolo dopo averlo scritto. Quando ho finito il libro, lo rileggo e sistemo quello che non va. In genere taglio alcuni brani. Io vorrei scrivere molte più pagine, ma sono consapevole che un libro per essere apprezzato dal pubblico non deve essere troppo lungo”.
Luca D.F
Giornalista poliedrico ma specializzato in sport e spettacolo, collabora con quotidiani, periodici e riviste online vantando una lunga milizia radiotelevisiva. Ha scritto per Corriere della Sera, Il Giornale, Controcampo, Men's Health Italia, Guerin Sportivo, Jack e Progress.