I dati IWSR, drinks market analysis, mettono in luce come potrebbe cambiare il mercato globale delle bevande alcoliche nei prossimi 5 anni.
di Giovanna Romeo
I consumatori scelgono di bere di meno per risparmiare di più. Questa è tra le prime strategie di attenzione verso un’economia di rinunce che gli acquirenti stanno mettendo in essere per contrastare l’aumento dell’inflazione. Allo stesso tempo stanno optando per prodotti premium. Generalmente sono consumatori che godono di stabilità finanziaria, che hanno un impiego sicuro e che sebbene si trovino un momento di fragilità economica, preferiscono non rinunciare a un consumo moderato e indirizzato a brand premium.
L’atteggiamento di moderazione, come stile di vita per la salute e il proprio benessere, sia come strategia di economia domestica rispetto all’aumento dell’inflazione, si sta realizzando in modi diversi. Ad esempio con la diminuzione del numero di occasioni durante le quali consumare alcol (sostituito sempre di più con una bevanda analcolica o a basso contenuto di alcol), o la riduzione del numero di bevande alcoliche consumate in una data occasione.
Circa la metà di tutti i consumatori adulti, intervistati nell’ambito dello studio sulla sensibilità al prezzo di IWSR in 17 mercati principali nel secondo semestre del 2022, ha espresso interesse a moderare il proprio consumo di alcol. La tendenza è particolarmente forte nei mercati europei in cui c’è poca fiducia economica, come Regno Unito e Germania.
Il consumo domestico si conferma in crescita a causa della contrazione del reddito disponibile. IWSR prevede infatti che la ripresa on-trade sarà più lenta del previsto, anche se i volumi pre-pandemia saranno probabilmente recuperati entro il 2026. Frena il consumo anche fra i millennial che nel 2021 hanno guidato la ripresa in mercati chiave come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Brasile. Una tendenza invertita rispetto al periodo pandemico dovuta anche in questo caso all’instabilità economica che offre per i prossimi anni meno certezze e minori prospettive occupazionali.
La propensione verso un atteggiamento di moderazione come scelta per la propria salute e benessere psicofisico è più evidente tra coloro che hanno redditi più elevati in paesi come Stati Uniti, Canada, Australia e Cina. In Cina, ad esempio, i dati IWSR mostrano che c’è stato un cambiamento di chi consuma alcolici: sono meno i soggetti nella fascia 18-24 anni. Un dato verosimilmente collegato al dato di disoccupazione, il 20% tra i giovani laureati. La leadership cinese nel mercato degli alcolici di lusso sarà minacciata nei prossimi anni dagli Stati Uniti. Si prevede che il mercato statunitense degli spirits, guidato dai distillati di fascia alta, raggiungerà il massimo valore della categoria di qualsiasi singolo mercato, nei prossimi cinque anni. Bene anche l’India, contesto emergente pronto ad accrescere i propri consumi grazie a un’economia in forte espansione, ma soprattutto grazie all’aumento dei redditi. La Germania rimane il mercato più grande per i prodotti analcolici e a bassa gradazione alcolica, tuttavia i mercati più piccoli come Stati Uniti, Canada e Australia, mostreranno una crescita più dinamica. Il passaggio ai prodotti premium sta mettendo fine a un periodo di notevole crescita dei volumi per gli RTD, Ready to Drink, in particolare per gli hard seltzer consumati soprattutto nel mercato statunitense.
Il vino spumante traina ancora una volta la crescita dell’intera categoria. Se il “vino” è nel suo complesso in calo in volume, ma ancora in linea con i trend storici, i vini spumanti, Prosecco e Champagne, continuano la loro vertiginosa crescita. Sdoganato il consumo legato esclusivamente a eventi formali e occasioni speciali, i numeri sono letteralmente esplosi. La crescita del Prosecco DOC e DOCG è sempre guidata dalla forte domanda negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove i volumi sono cresciuti fino all’8% nella prima metà del 2022, rispetto alla prima metà del 2021.