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Cosa c’è da sapere per investire nel vino analcolico

Tempo di lettura: 3 minuti

Divide, incuriosisce e spaventa, ma le tendenze dei mercati parlano chiaro: il settore delle bevande low e zero alcol è cresciuto e crescerà nei prossimi anni e ha il potenziale per espandersi anche nell’ambito del vino, secondo quanto emerge dalle ricerche e dai dati di Wine Intelligence.

Il tema dei vini e delle bevande analcoliche e low alcol è stato, e continua ad essere, l’elefante nella stanza del mondo del vino e del beverage in generale. Sicuramente una questione controversa e se vogliamo paradossale con cui aziende che fino a ieri hanno fatto dell’alcolico il loro core business si sono trovate a fare i conti negli ultimi anni e che ha acceso gli animi, soprattutto nel mondo del vino, spaccando le opinioni tra chi non vuole neanche sentir parlare di una simile aberrazione e chi invece scorge interessanti possibilità di investimento.

Provando a fare un passo indietro al di là delle fazioni, dei punti di vista e delle perplessità troviamo i dati, i numeri, le statistiche ed in particolare i dati esposti da Wine Intelligence. I mercati hanno messo in chiara evidenza la crescente richiesta da parte dei consumatori di queste bevande, anche se al momento birra batte vino: secondo i dati IWSR, la birra analcolica e a basso contenuto di alcol rappresenta attualmente la stragrande maggioranza del mercato totale degli analcolico.

Tuttavia non è detto che il vino resterà fuori dai giochi, anzi secondo le previsioni di IWSR in 10 mercati chiave, la categoria senza e basso contenuto di alcol nel suo insieme aumenterà dell’8% in volume CAGR (2021-2025) e il vino no alcol si stima avrà una traiettoria simile di crescita. In particolare tra le tipologie di vino, saranno quelli fermi a vedere un importante punto di svolta nei prossimi anni, con la categoria che dovrebbe crescere di un volume CAGR di oltre il 20% (2021-2025).

La posta in gioco per il vino è particolarmente alta, perché la grande crescita futura del consumo di bevande analcoliche e a bassa gradazione sarà guidata da persone tra i 20 e i 30 anni, lo stesso segmento di consumatori in cui si è osservata una tendenza alla diminuzione del consumo di vino.

Sempre secondo le ricerche di Wine Intelligence ci sono dei fattori da tenere in considerazione per le aziende che decideranno di cavalcare l’onda di questo trend. Il primo riguarda il fatto che coloro che bevono analcolico cercano una soluzione di divertimento e convivialità che ritengono essere più salutare e con meno effetti collaterali, tra cui anche la possibilità di potersi mettere alla guida senza rischi. Malgrado i consumatori siano disposti a scendere a compromessi sulla qualità delle bevande analcoliche è altrettanto vero che se si proporrà loro un prodotto che richiami il vino pur sempre in versione dealcolata, questo dovrà comunque assomigliare all’originale, essere contenuto in una bottiglia che lo faccia sembrare vino e avere un sapore il più vicino possibile a un vino.

Negli scorsi anni infatti sul mercato erano presenti prodotti di scarsa qualità che hanno minato la percezione di valore e sapore dei consumatori che adesso tendono ancora ad associare esperienze alquanto deludenti con il concetto di vino analcolico, e questa è una delle sfide che le aziende dovranno affrontare, assieme ad un’altra: la percezione del valore.

Il pubblico si aspetta di pagare meno o lo stesso prezzo per un vino analcolico. Tuttavia questa è una percezione errata che molto spesso non coincide con i costi di produzione. Wine Intelligence propone a riguardo una chiave interessante per far quadrare questo ultimo aspetto: focalizzarsi sul packaging. Partendo dalla considerazione che molto spesso i giudizi di valore sono espressi sull’aspetto di un prodotto ancor prima di averlo assaggiato ecco che soprattutto in questo campo un occhio di riguardo per l’estetica e la presentazione potrebbero essere d’aiuto nella collocazione sui mercati. Un esempio interessante di questa strategia riguarda il noto brand di birra Heineken, che nella sua versione zero alcol, si presenta con tutti i segni distintivi della sorella alcolica (il colore verde della bottiglia, la stella e la scritta rossa) mettendo però in evidenza le sue differenze.

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