Jelisaveta Aleksandrović: “Siamo stati i primi a produrre Metodo Classico in Serbia, eredi della tradizione della Casa Reale”

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L’enologa di Šumadija apre le porte della sua cantina: “Ogni anno accogliamo 15 mila visitatori, segno di un turismo del vino in forte crescita anche nei Balcani”

di Nello Gatti

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la giovane produttrice serba che sta portando il vino di Šumadija oltre i propri confini e si prepara ad accogliere sempre più turisti presso la nuova struttura.

Jelisaveta, la tua storia familiare è una grande responsabilità tra le tue mani. Ce la vuoi raccontare?

Fin da piccola, ho respirato laria della cantina. Mio padre, Božidar Aleksandrović, ha ricostruito la nostra azienda a partire dal 2002, lanno in cui sono nata. La nostra famiglia è coinvolta nella viticoltura da oltre un secolo: mio bisnonno Miloš fu tra i fondatori della Cooperativa dei Vignaioli di Vinča nel 1903. Abbiamo sempre lavorato fianco a fianco con le cantine reali, attraversando oltre un secolo di storia, ma in Serbia la vinificazione risale a circa 2000 anni fa, quando in epoca romana si parlava di “Vincea“.

E tu, come hai deciso di intraprendere questa strada?

Dopo aver studiato Viticoltura ed Enologia allUniversità di Udine, mi sono sentita pronta a tornare a casa e dare il mio contributo. Oggi mi occupo di export, promozione e fiere internazionali, ma durante la vendemmia sono in prima linea in cantina. Le mie cinque sorelle sono coinvolte in vari aspetti dellazienda: marketing, ospitalità, comunicazione. Il nostro sogno è continuare insieme ciò che i nostri antenati hanno iniziato.

Parliamo di vino: quali sono i vostri punti di forza?

Produciamo circa 300.000 bottiglie all’anno su 90 ettari di vigneti, con varietà internazionali come Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc, ma anche con il nostro autoctono Prokupac. Il nostro fiore all’occhiello è il Trijumf, un vino che affonda le radici in una ricetta del maestro cantiniere della Casa Reale, Zivan Tadić, risalente al 1932. È stato servito nelle corti reali europee e ha vinto numerosi premi internazionali.

Oltre alla produzione di vino, puntate molto sullenoturismo. Come si sta sviluppando questo settore?

Il turismo del vino è in forte crescita. Ogni anno accogliamo circa 15.000 visitatori, offrendo degustazioni guidate, sei menù degustazione abbinati ai nostri vini, due ville con piscina nel vigneto e dieci camere per gli ospiti. Stiamo costruendo un boutique hotel con spa, ristorante, wine bar e vista panoramica sui vigneti. La nostra regione, Oplenac, è famosa per i suoi paesaggi collinari e il patrimonio storico, dove abbiniamo ai nostri vini cibi locali ed esperienze territoriali.

Eppure la Serbia è ancora poco conosciuta come destinazione vinicola. Come cercate di cambiare questa percezione?

In passato, eravamo noti per la Rakija e per i vini da tavola. Oggi, grazie a un impegno costante sul territorio, i nostri vini sono sempre più apprezzati nel mondo. Nel nostro caso, circa il 30% è destinato all’export e siamo presenti in ristoranti stellati Michelin in Europa, Giappone, Stati Uniti e Cina. Il mercato interno sta crescendo, soprattutto tra i giovani e nelle città. Il consumo pro capite è ancora moderato, ma l’interesse è in aumento.

Quali sono le sfide e le opportunità per il futuro del vino serbo?

La sfida è continuare a innovare, come nel 2008 quando siamo stati i primi a produrre Metodo Classico in Serbia. Abbiamo varietà autoctone come il Prokupac che meritano attenzione, e stiamo investendo in metodi di vinificazione che permettano alla nostra gamma Premium le migliori espressioni. L’enoturismo è una grande opportunità per rivitalizzare le zone rurali e promuovere la nostra cultura. Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per chi cerca esperienze autentiche e vini di grande esperienza territoriale.

Immagine di Nello Gatti

Nello Gatti

Vendemmia tardiva 1989, poliglotta, una laurea in Economia e Management tra Salerno e Vienna, una penna sempre pronta a scrivere ed un calice mezzo tra mille viaggi, soggiorni ed esperienze all'estero. Insolito blend di Lacryma Christi nato in DOCG irpina e cresciuto nella Lambrusco Valley, tutto il resto è una WINE FICTION.

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