
Prosegue il nostro viaggio tra i Consorzi aderenti ad Ascovilo. Con la sua presidente parliamo di turismo, giovani e identità territoriale: “La filiera enogastronomica lombarda dev’essere racconto corale, dall’abbinamento alla formazione”
di R.V.
Presidente non possiamo che iniziare dal futuro della promozione del vino lombardo, al centro della sua attività quotidiana da Presidente di ASCOVILO: come raccontare l’immenso patrimonio di biodiversità che ci caratterizza, un patrimonio non è ancora stato valorizzato e riconosciuto come meriterebbe?
La Lombardia ha una grande biodiversità grazie alla sua ricchezza di bacini di acqua dolce, alle altitudini montane della Valtellina e Valcamonica, alle colline moreniche e alla Pianura Padana. Il nostro compito è valorizzare questa pluralità di punti di forza in un racconto corale del vino lombardo, che non può essere ridotto a sintesi, ma che ha in sé tutti gli elementi di complementarietà per un abbinamento al cibo dall’aperitivo al dolce.
Stiamo lavorando a una carta vini con tutti i 13 consorzi nostri soci e 10 locali a Milano hanno già sposato questo progetto, e certamente un inizio!
In una regione così attrattiva come si può intervenire concretamente per aumentare la promozione e l’attrattività dei nostri territori attraverso un link con i grandi bacini turistici?
Ci siamo attivati in due direzioni. Stiamo lavorando con Roberta Garibaldi ad un nuovo progetto per favorire l’offerta di servizi per un enoturismo accessibile da approntare entro le Paralimpiadi 2026, parallelamente stiamo investendo energie e risorse per intercettare il turismo di Milano e rafforzare la nostra presenza nell’horeca affinché i Vini Lombardi siano presenti e protagonisti dell’offerta.
In queste azioni abbiamo rafforzato la nostra strategia con il sostegno del Consorzio Grana Padano e il comune progetto “Nati per stare insieme”, siamo sulla buona strada.
Uno dei temi al centro del dibattito sul futuro del vino è il lavoro sulle nuove generazioni di consumo: emerge una necessità di comunicazione ed esperienze in target
Le nuove generazioni vanno educate ad un consumo consapevole del vino, spesso identificato come un prodotto meno affascinante per loro, rispetto al superalcolico.
Al contempo però non possiamo attenderci che i gusti dei ragazzi siano gli stessi dei loro genitori e prendere atto dello straordinario lavoro che il Prosecco ha fatto per intercettare nuovi trend di consumo.
All’interno di Ascovilo è in corso una riflessione specifica su questo, non dobbiamo avere paura di cambiare il nostro linguaggio di descrizione dei vini e rendere più informale il contesto in cui si consumano senza perdere di vista il rispetto della filiera produttiva e la qualità del prodotto.
Le nuove tendenze di mercato indicano un generale trend di abbassamento della gradazione alcolica. In questo contesto qual è il suo pensiero sui vini dealcolati?
Il vino è un prodotto culturale, è un “alimento liquido” come dice il Professor Giorgio Calabrese e come tale va considerato nel rispetto non solo della tradizione di cui l’Italia è protagonista ma anche di una corretta informazione del consumatore. Il dibattito in corso è falsato da una non corretta rappresentazione della salubrità dei prodotti, sicuramente sul mercato c’è spazio per tutti ma l’uso della terminologia “vino” o “latte” o “carne” privato del suo significato è quantomeno furbesco.

Parliamo di Aperitivo Made in Lombardia: un progetto che rappresenta nuova modalità per fare conoscere i vini lombardi e mira a trasformare l’occasione di consumo dell’Aperitivo in un’opportunità di mercato.
Ascovilo è protagonista in questi mesi di una forte sensibilizzazione sull’aperitivo di qualità che, da italiani, non possiamo lasciare che sia ridotto a un momento di consumo di minor pregio e salubrità inferiore rispetto agli altri pasti, questo è il nostro obiettivo: un buon bicchiere di vino made in Lombardia con il cibo di stagione e il formaggio DOP, in primis Grana Padano.
È la cura nella scelta degli ingredienti e dei prodotti che deve esprimere l’offerta di un aperitivo originale e non omologato a patate e olive di qualunque provenienza.
Parliamo di un tema molto importante: spesso il personale di sala dei locali e dei ristoranti è caratterizzato da una forte dequalificazione che diviene un grande limite per l’esperienza dei consumatori.
Vedo esperienze contrastanti: va dato certamente merito a chi sta investendo su personale competente. E lo fa non solo investendo sulle figure più importanti come maitre e sommelier ma anche selezionando i camerieri nelle scuole alberghiere.
Il tema della formazione del personale della ristorazione è certamente centrale per il futuro del vino. È necessario partire dalle basi con percorsi che coinvolgano sempre di più le scuole alberghiere affinché il personale formato possieda gia delle competenze di base sul vino, a partire dalle espressioni del territorio.
Per il personale già operativo serve trovare dei momenti nel corso dell’anno da dedicare alla formazione. È ovviamente difficile trovare spazi per queste attività, visti i ritmi lavorativi serrati del mondo dell’ospitalità, ma ritengo siano di fondamentale importanza.
Il caso della nostra Regione è emblematico: rispetto ad altre regioni italiane non c’è un’adeguata informazione sul vino lombardo e sul prodotto di territorio. L’effetto di questa poca informazione è una presenza meno rilevante dei vini regionali nell’offerta dell’Horeca rispetto a quanto avviene negli altri grandi territori di produzione vinicola.
Sempre rimanendo sul mondo della ristorazione, tra i temi che il mondo del vino discute ci sono anche i ricarichi in carta vini, che spesso appaiono eccessivi.
Su questo tema ritengo che noi produttori non abbiamo voce in capitolo.
Non è infatti possibile dare un’indicazione a un imprenditore sul corretto ricarico per la sua attività.
Il mercato è fatto di domanda e offerta ed è l’imprenditore a dovere interpretare i bisogni del proprio cliente e a costruire un’offerta in funzione dei parametri di redditività che la sua attività deve produrre.
Il nostro obiettivo è costruire tutti gli strumenti affinché i vini siano valorizzati nelle carte vini e il personale delle strutture abbia un patrimonio informativo sui prodotti necessario per il suo fondamentale ruolo di tramite con il cliente finale.
Quali sono i progetti di Ascovilo per il secondo semestre 2025?
Le prossime tappe del nostro programma 2025 ci vedranno protagonisti a Milano sia per la Milano Wine Week sia a Golosaria, rafforzare la nostra presenza in Lombardia è il nostro primo obiettivo.

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