Parla la campionessa mondiale di kickboxing: “Adoro visitare le aziende agricole e degustare i loro vini. Sogno pizza, hamburger e patatine, ma sono felice con una bella costata o i gamberi di Mazara del Vallo”
Di Luca D.F.
Nel pugilato e nella kickboxing si dice che vincere ai punti all’estero è quasi impossibile: se spedisci l’avversario al tappeto ti danno il pari, per vincere devi metterlo knock out. Cristina Caruso ha compiuto l’impresa titanica di diventare campionessa del mondo all’estero superando ai punti le beniamine locali.
Basta questo a farla diventare interessante per i media, ma ha anche un’altra dote che la rende affabile: si sente a suo agio di fronte alle telecamere, ha sempre la risposta pronta, parla benissimo l’inglese, alle conferenze stampa risponde a tutte le domande con scioltezza e ed è sempre lieta di essere intervistata.
Cristina, presentati ai nostri lettori.
“Sono nata a Milano nel 1986 e ho vinto 4 titoli Mondiali di kickboxing. Con questo termine si indica uno sport a contatto pieno in cui si combatte tirando pugni e calci, ma all’interno di questa disciplina esistono diversi stili. Ho vinto i Mondiali nello stile K-1 (pugni al di sopra della cintura, calci anche alle gambe e ginocchiate) e nello stile full contact (solo pugni e calci al di sopra della cintura). Nell’incontro più importante (il più pubblicizzato, il cosiddetto clou o main event) dell’evento Colosseum, a Timisoara in Romania, nel 2018 ho vinto il Mondiale dello stile K-1 superando ai punti la beniamina locale Cristiana Stancu, al termine di 5 riprese da 3 minuti ciascuna. La categoria era quella dei pesi medi (65 kg). La federazione era la Wako-Pro (World Association of Kickboxing Organizations). Nello stesso anno, in Polonia, sempre nella categoria dei 65 kg e nello stile K-1, ho vinto il mondiale DSF Kickboxing Challenge battendo ai punti Roza Gumienna sulla distanza delle 5 riprese. A Rochester, in Inghilterra, ho vinto il Mondiale nello stile full contact, nella categoria dei 64,5 kg battendo Sarah Warsfald dopo 7 riprese da 2 minuti. La sigla era l’International Kickboxing Federation. Ad Oslo ho vinto il Mondiale Wako-Pro nello stile full contact nella categoria dei pesi mediomassimi (68 kg) battendo Brigitte Oksnes alla quinta ripresa per intervento medico. Il match era previsto sulla distanza delle 10 riprese da 2 minuti ed è stato trasmesso dalla televisione norvegese. Nella mia carriera agonistica ho sostenuto 52 incontri di kickboxing con un bilancio di 39 vittorie e 13 sconfitte (quasi tutte nella fase iniziale della carriera contro avversarie più esperte che in quel momento non avrei dovuto affrontare). Il mio soprannome è Real Dreams ed è così che mi trovate sui social. Sono laureata in Scienze Motorie, ho una laurea triennale e una magistrale (altri 2 anni). Sono una kinesiologa e un tecnico di primo livello della Federkombat. Fa parte del mio lavoro anche insegnare agli aspiranti tecnici di kickboxing, nei corsi di formazione che si tengono qui in Lombardia”.
Immagino che quando combattevi sul ring fossi astemia o quasi.
“Un bicchiere di vino durante i pasti non ha mai fatto male a nessuno, ma è ovvio che una agonista di qualunque sport deve bere e mangiare con moderazione. Chi gareggia nella kickboxing deve rispettare il limite di peso e deve stare molto attento a non superarlo più di tanto quando non combatte. Io ero al massimo 3 kg in più tra un match e l’altro e quindi impiegavo poco tempo (e senza fare troppi sacrifici) per rientrare nel limite quando dovevo combattere. Una volta ho partecipato a un torneo che prevedeva al massimo 3 combattimenti: quarti di finale, semifinale e finale. Mi hanno pesato prima di ogni match. Ho vinto quel torneo. Per i titoli mondiali, invece, mi pesavano una sola volta, il giorno prima del match”.
Quali sono i tuoi vini preferiti?
“Durante i pasti il Pinot Grigio, il Nebbiolo e il Dolcetto d’alba. Come aperitivo, il Prosecco. Mi piace provare nuovi vini andando nelle aziende agricole che organizzano degustazioni”.
Come si alimenta una campionessa del mondo?
“Mangio di tutto senza esagerare. Mi piace molto il pesce che abbino con il Pinot Grigio: il fritto misto di gamberi, calamari e pesciolini di paranza, i gamberi rossi di Mazara del Vallo, le ostriche. Sono golosa di tutti i tipi di carne, anche di carne rossa (che secondo alcuni dovrebbe essere evitata da chi fa sport). Una bella costata di manzo di 150 grammi abbinata a un buon vino rosso mi fa impazzire. Quando gareggiavo, nelle settimane precedenti il combattimento sognavo una pizza o un hamburger con le patatine fritte”.
Alcuni campioni di sport da ring ascoltano musica mentre si allenano, dicono che li aiuta a concentrarsi. Lo fai anche tu?
“Io ascolto musica a prescindere dall’allenamento. Fra gli artisti italiani mi piacciono i Subsonica. Fra gli stranieri preferisco Otis Reading, Janis Joplin e i Green Day. Diciamo che non amo molto la musica cosiddetta mainstream. Conosco i volti degli artisti perché li vedo in televisione, su internet, sui manifesti per strada o in metropolitana, ma non mi entusiasmano le loro canzoni”.
Ti rivedremo sul ring?
“Non penso, l’anno prossimo compirò quarant’anni e di recente sono diventata mamma. Mi sarebbe piaciuto dopo una lunga carriera nella kickboxing tentare la strada del pugilato, ma realizzarlo mi sembra improbabile. A proposito: di recente ho presentato due eventi di kickboxing, mi sono divertita e mi hanno fatto i complimenti. Se qualcuno mi vuole ingaggiare come ring announcer per un suo evento, io sono disponibile”.
Luca D.F.
Giornalista poliedrico ma specializzato in sport e spettacolo, collabora con quotidiani, periodici e riviste online vantando una lunga milizia radiotelevisiva. Ha scritto per Corriere della Sera, Il Giornale, Controcampo, Men's Health Italia, Guerin Sportivo, Jack e Progress