Acronimo di “piattaforma cartografica agriviticola”, creata da Cavit con oltre 30000 particelle fondiarie, rappresenta la nuova frontiera per una gestione delle vigne più sostenibile
di Camilla Rocca
PICA, acronimo di piattaforma integrata cartografica agriviticola, rappresenta uno dei progetti più innovativi e tecnologicamente avanzati nel campo della viticoltura di precisione in Italia. Avviata nel 2010 in Trentino grazie alla collaborazione tra Cavit, un consorzio di undici cantine sociali della regione, e l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Fondazione Edmund Mach), PICA è stata concepita per rispondere alle esigenze crescenti di una viticoltura sempre più orientata all’eco-sostenibilità e alla valorizzazione del territorio. Il progetto ha potuto contare anche sul contributo di altre importanti realtà scientifiche italiane, come la Fondazione Bruno Kessler e il CNR di Firenze, e si è evoluto nel tempo per diventare un vero e proprio strumento cardine nella gestione dei vigneti trentini.
30.000 particelle fondiarie mappate
Fin dal suo lancio, la piattaforma ha avuto lo scopo ambizioso di raccogliere e organizzare dati dettagliati sui terreni e sui climi della regione. Grazie alla sua struttura digitale avanzata, PICA è oggi in grado di fornire una mappatura precisa e aggiornata di circa 30.000 particelle fondiarie dislocate in tutta la provincia di Trento. Queste particelle vengono analizzate in base a variabili fondamentali come la morfologia del terreno, l’altitudine, la pendenza e le ore di luce disponibili, consentendo una conoscenza approfondita delle condizioni ambientali di ciascuna zona. “Attraverso l’uso di questi dati, gli agronomi possono suggerire i vitigni più adatti da coltivare in ogni appezzamento di terreno, basandosi su una valutazione scientifica delle caratteristiche locali, e fornire linee guida specifiche per la gestione del vigneto. Questo aspetto ha avuto un impatto significativo sulla pianificazione del rinnovo degli impianti viticoli e, nel tempo, ha favorito una gestione più sostenibile e ottimizzata del territorio” racconta Andrea Faustini, enologo, coordinatore e responsabile scientifico del team agronomico Cavit.
Uno degli aspetti chiave di PICA è la capacità di collegare diversi strumenti software e banche dati, come la Carta dei Suoli del Trentino e l’Atlante meteo-climatico, integrando tali informazioni con i dati forniti dai viticoltori e dai vari software di gestione aziendale delle cantine. Questo consente una gestione cartografica avanzata dei dati viticoli e fornisce agli agronomi una panoramica completa su ogni appezzamento di terreno, permettendo una gestione più oculata del vigneto. Ad esempio, attraverso l’analisi incrociata delle caratteristiche del suolo con le previsioni meteorologiche, gli agronomi possono pianificare con precisione l’irrigazione, calcolando esattamente il fabbisogno idrico delle piante, riducendo così lo spreco di risorse preziose come l’acqua. Questo approccio non solo ottimizza le operazioni agricole, ma contribuisce anche alla riduzione dell’impatto ambientale, elemento centrale della filosofia di PICA.
Una vendemmia più precisa con PICA
Oltre a questo, la piattaforma ha un’importante funzione di supporto logistico durante la fase più delicata della produzione vitivinicola: la vendemmia. PICA consente di organizzare in modo efficace e coordinato la raccolta delle uve, comunicando in tempo reale ai viticoltori le date precise in cui procedere alla vendemmia, sulla base della maturazione delle uve nelle diverse zone del Trentino. Questo meccanismo permette di evitare sovrapposizioni di attività, riducendo al minimo i ritardi e gli ingorghi che si potrebbero creare nelle cantine durante il conferimento delle uve. Considerando che la regione presenta una notevole variabilità altimetrica, che influisce in modo determinante sui tempi di maturazione delle uve, PICA si rivela uno strumento fondamentale per garantire una raccolta puntuale e di alta qualità. Attraverso un’analisi dettagliata del percorso del sole e delle condizioni di ombra o luce durante l’anno, la piattaforma consente di determinare con estrema precisione i tempi di maturazione in base all’esposizione solare di ogni vigneto, valorizzando così le caratteristiche uniche di ciascuna parcella.
Ma l’uso di PICA non si limita alla gestione agronomica e alla logistica. La piattaforma ha anche una funzione cruciale nel monitoraggio delle malattie che possono colpire i vigneti. I gruppi di agronomi che utilizzano il sistema possono registrare e tenere traccia dell’evoluzione delle patologie delle viti, condividendo settimanalmente i dati con i soci viticoltori tramite una newsletter. Questo aggiornamento costante permette ai viticoltori di intervenire tempestivamente e di adottare strategie di difesa fitosanitaria basate su dati precisi, riducendo al minimo l’uso di prodotti chimici e contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente.
Una tecnologia a disposizione di tutti
Un altro elemento distintivo di PICA è l’adozione di tecnologie open source, che ne ha favorito l’espansione e l’utilizzo da parte di una ventina di aziende vitivinicole trentine, oltre ai soci del consorzio Cavit. Questa scelta tecnologica rende la piattaforma flessibile e accessibile, promuovendo la collaborazione e la condivisione di conoscenze tra i vari operatori del settore. Negli anni, PICA ha dimostrato di essere un modello esemplare di innovazione applicata alla viticoltura, tanto da ricevere il prestigioso Premio Innovazione SMAU, che ne ha riconosciuto l’importanza nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
Il contributo di PICA non è limitato all’ambito tecnologico e produttivo, ma rappresenta anche un progetto di ampio respiro volto a promuovere la sostenibilità ambientale. Cavit, che con i suoi oltre 5.250 viticoltori copre più del 60% della superficie vitata del Trentino, ha sempre cercato di coniugare il rispetto delle tradizioni vinicole locali con l’adozione di tecniche all’avanguardia, e PICA incarna perfettamente questa filosofia. In un contesto in cui la domanda di produzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente è in crescita, la piattaforma si pone come uno strumento fondamentale per garantire una gestione oculata del territorio e una produzione vitivinicola di alta qualità.
43 ricercatori per costruire PICA
Il lavoro di oltre 43 ricercatori, che tra il 2010 e il 2014 hanno studiato i suoli del Trentino per raccogliere dati utili al progetto, ha contribuito a creare una base di conoscenze scientifiche che continua a guidare l’evoluzione della viticoltura in questa regione. Lo studio si è concluso nel 2020, ma i risultati ottenuti sono destinati a produrre effetti duraturi sull’intero comparto vitivinicolo locale, confermando la capacità di PICA di adattarsi e migliorarsi continuamente.
PICA è più di una semplice piattaforma tecnologica: è un sistema integrato che consente una gestione oculata e sostenibile del vigneto, riducendo gli sprechi e migliorando la qualità del vino prodotto in Trentino. Grazie a un approccio che combina tradizione e innovazione, PICA rappresenta un modello esemplare di viticoltura di precisione a livello nazionale, e la sua evoluzione continuerà a guidare il futuro della produzione vinicola nella regione.
Camilla Rocca
Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna