L’erede dell’azienda agricola Vistorta racconta il passaggio al biologico, la lunga storia del Merlot e il progetto di una comunità rurale che torna a crescere attorno alla tenuta
di Mario Miranda
Nel cuore della campagna friulana, al confine con il Veneto, sorge Vistorta, un piccolo borgo ricco di storia e tradizione agricola, le cui radici affondano nelle vicende della famiglia Brandolini, che ha lasciato un’impronta indelebile sul territorio nel corso dei secoli. Qui, tra antiche vigne di Merlot e un paesaggio curato con passione, si intrecciano eredità storica e contemporaneità, dando vita a un progetto vitivinicolo che unisce rispetto per la natura e qualità d’eccellenza. Abbiamo avuto il piacere di approfondire questa affascinante realtà con Brandino Brandolini d’Adda, attuale custode di questa eredità e promotore di una visione sostenibile del vino.
Cosa significa portare avanti un progetto iniziato nel 1872 da Guido Brandolini?
L’azienda agricola Vistorta è la storia della mia famiglia che da 5 generazioni porta avanti un grande progetto. Inizia con Guido Brandolini, che ha dato all’azienda un’impostazione moderna e lungimirante, ancora presente nel nostro lavoro contemporaneo. Il cuore della sua opera è certamente l’edificio della barchessa, un tempo centro di trasformazione, produzione e stoccaggio del baco da seta, del vino, del grano e del tabacco; e oggi centro di conservazione della collezione delle annate storiche del Merlot Vistorta e sfondo dei nostri eventi aziendali e di rappresentanza.

Quanto conta oggi, nel lavoro quotidiano, il patrimonio storico e culturale che Vistorta custodisce?
Mio padre Brando negli anni ’50 ristruttura la villa in stile neoclassico creando una casa elegante, sobria e molto accogliente che ospita e ospiterà anche in futuro la nostra famiglia sempre più numerosa. Il patrimonio agricolo di Guido e quello culturale e di storia famigliare di mio padre sono entrambi da custodire per le prossime generazioni con grande impegno e responsabilità.
Vistorta non è solo un’azienda agricola, ma un vero e proprio borgo: Cosa significava un tempo abitare a Vistorta, e cosa significa oggi?
Il borgo di Vistorta che circonda la tenuta storica era in passato abitato dalle famiglie che lavoravano in azienda. Era una comunità molto legata alle tradizioni contadine e alle feste religiose e aveva creato a Vistorta un piccolo centro con bar, alimentari e tabacchi. Molte di quelle famiglie abitano ancora nel borgo conservando la memoria storica e i valori contadini. Oggi si pensa ad un progetto di riqualificazione dei locali in disuso e dei fabbricati agricoli che integreranno le attività della nuova cantina e dei progetti futuri che stanno prendendo forma proprio ora.
Come è nata l’idea di riqualificare il borgo e accogliere nuove famiglie?
Il borgo si è rinnovato all’inizio del nuovo millennio con la costruzione e il completamento di fabbricati esistenti, che hanno portato alla creazione di 25 abitazioni per ospitare nuove famiglie e giovani che potessero così ripopolare e ravvivare il centro abitato. È sempre stata una comunità piccola ma molto vivace, con le sue tradizioni e manifestazioni sempre mantenute attive dalla proloco “Verde Contrada”, e sono molto felice di aver potuto contribuire.
Quando avete scelto la conversione al biologico e cosa ha comportato?
Il biologico è stata una scelta dovuta e naturale per fare un grande vino. Parlare di un’agricoltura pulita rispettosa della natura sembra una banalità da pubblicità ma è un lavoro realmente impegnativo di lunga portata. C’è sempre tanto da imparare e sperimentare nel tempo ma ritengo sia un passaggio obbligatorio per l’agricoltura del futuro, dove la terra e la sua fertilità sono il fulcro principale.

Il Merlot accompagna la storia di Vistorta dalla fine dell’Ottocento: cosa rappresenta oggi per voi questo vitigno?
Il merlot è un grandissimo vitigno che si è adattato perfettamente al nostro territorio da più di 100 anni e ci permette di produrre vini di grande spessore.
Le uve dei vigneti maturi con più di 30 anni sono quelle che ci permettono di produrre grandi vini di spessore, il Vistorta in primis, con un potenziale di maturazione incredibile. Bere un Vistorta 1997 oggi mi riempie di gioia e di orgoglio per il lavoro che viene fatto in azienda.
Come nasce l’idea di Bianca e Brando e quale filosofia rappresentano questi due vini all’interno della vostra produzione?
Il lavoro sui nostri vini non si ferma mai. Brando e Bianca nascono durante la ricerca di un approccio più manuale e di maggiore vicinanza ai nostri vini durante la vinificazione. Alec, il nostro winemaker, sperimenta da anni le tecniche di fermentazioni spontanee e lunghe macerazioni in piccoli contenitori di legno, ceramica e cemento. Merlot e Friulano usati in Brando e Bianca si prestano particolarmente a questi metodi e ci permettono di avere dei vini integri che esprimono tutte le caratteristiche dell’uva di origine con grande semplicità e bevibilità. Questi vini sono anche la base per nuova ricerca sui vini del nostro futuro.
Vistorta è un luogo ricco di storia e fascino: organizzate tour guidati? Se sì, cosa può aspettarsi chi viene a visitare Vistorta?
Le nostre porte sono sempre aperte. Le visite e le degustazioni nella nostra tenuta storica di Vistorta permettono di immergersi nella storia familiare e agricola di questo luogo con le passeggiate nel nostro giardino e la visita alla serra delle orchidee con i nostri esperti, il racconto della storia aziendale nel granaio e nella cantina storica della barchessa.

Quali esperienze enoturistiche proponete oggi a chi visita Vistorta, e quali nuove iniziative avete in programma per il futuro?
È possibile organizzare esperienze didattiche in cantina e campagna o partecipare ai nostri eventi legati al vino e ai luoghi di Vistorta – Pordenonelegge, Cinema divino, Cantine Aperte, Le giornate del Fai, Eventi di Grandi Giardini Italiani etc. Offriamo diversi pacchetti per gli appassionati di vino, dalle degustazioni dei nostri vini varietali alle verticali delle annate storiche di Vistorta merlot.
Avete in programma di potenziare l’accoglienza con strutture di proprietà dedicate all’ospitalità?
Certamente, ci apriremo sempre maggiormente verso l’esterno con un potenziamento di attività per tutti gli appassionati dei vari mondi di Vistorta: agricoltura, giardinaggio, vino, arte, cultura.
Quali sono i principali obiettivi per il futuro di Vistorta?
Il nostro obiettivo più prossimo è quello di una nuova cantina, che permetterà un rinnovo totale e una base per le nuove generazioni che lavoreranno e continueranno a vivere Vistorta.


Mario Miranda
Mario è un enologo campano, esperto di analisi sensoriale e degustazione del vino. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze Enologiche presso l’Università di Napoli, ha lavorato in diverse aziende vitivinicole e ha collaborato come editor e tasting coordinator per WinesCritic.com