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L’aperitivo non affoga la giornata: ne inizia una nuova

Tempo di lettura: 3 minuti

di Luca Serafini

In aprile il “Corriere della sera” ha pubblicato un’inchiesta, corredata da un video sui social, secondo cui “in Italia 3,7 milioni di persone bevono per ubriacarsi”. Sempre sul “Corsera”, di recente in una lunga intervista Frank Matano ha confessato: “Cosa non mi piace di Milano? Qui è nato l’aperitivo dove mangi di tutto e male a poco prezzo. Una moda nefasta scopiazzata da tutti. Adesso non costa più poco, ma intanto la moda è partita: una rovina per tutta l’Italia”. Di primo acchito può sembrare forse che si tratti di prospettive in antitesi alla filosofia di questo magazine e di “Aperitivo Festival” che – dal 24 al 26 maggio – animerà Milano al “Tortona Savona district”. Invece, è esattamente questo il focus di cui parliamo ogni giorno.

Imperversa tra i giovani la tendenza del “low” e del “no”, poco o niente alcol nei drink delle nuove generazioni. Noi sappiamo – attraverso la cronaca – degli abusi, ma conosciamo altrettanto bene – attraverso le statistiche e l’esperienza diretta – che la morigeratezza e la rinuncia sono davvero un nuovo corso. Allo stesso tempo, non nascondiamo affatto che l’aperitivo sia assurto o retrocesso (nell’immaginario collettivo) all’abbuffata di cibo e alcol. Sono proprio i due aspetti che combattiamo, con tutte le forze. Sono proprio le abitudini che cerchiamo di sradicare.

Il vino, i drink, l’alcol, per noi di ‘MWW Group’ sono occasioni di socializzazione, devono avere un percorso di conoscenza, di esperienza, di cultura. Il vino è un’eccellenza, il vino è un prodotto faticoso, il vino è la magnificenza del sapore, del territorio, del lavoro. L’alcolismo è figlio delle crisi, delle depressioni, di aspetti sociali importanti, delicati che generano anche il “bere per dimenticare”, ma per mettere da parte le inquietudini, i problemi, le preoccupazioni, non è necessario sbronzarsi: bere stando insieme è un momento imperdibile della nostra esistenza, così come una volta era concepito l’aperitivo in un bicchierino da liquore, a fine giornata, per scaricare stanchezza e tensioni. Parlando con qualcuno, parenti, amici o sconosciuti che si sedevano lì a chiacchierare.

Siamo nell’epoca drammatica in cui chattiamo a tavola con chi è lontano, senza rivolgere la parola a chi ci sta di fronte. “Vendemmie” e “Aperitivo Festival” propongono con sforzo, passione, convinzione, un ritorno alle origini: uso, non abuso. E aggregazione, non isolamento annegando nel bicchiere. Essere contro la degenerazione è lottare per riscoprire l’essenza dei sapori, del gusto, dei momenti: a tavola come nella vita.

Negli anni Novanta gli italiani fecero diventare Formentera uno dei luoghi più frequentati del Mediterraneo (e non solo), attirando turisti in quel paradiso delle Baleari grazie all’happy hour. Musica e drink sulla spiaggia al tramonto, moda immediatamente ripresa dai vicini di casa a Ibiza e altrove.

Nel tempo l’abitudine è un po’ degenerata: volume troppo alto, così come i quantitativi di alcol e non solo quello. Così, dopo la tragedia della morte della figlia della sindaca di Formentera, in motorino dopo una funesta prolungata in playa, iniziò una stretta drastica. A Ibiza fu anche l’insurrezione dei colossi a stoppare l’andazzo: bere e ballare con pochi euro sottraeva flussi di clienti alle discoteche. Quindi, volume ridotto, stop a mezzanotte e controlli a tappeto della Policia e della Guardia Civil.

Quell’era si è definitivamente chiusa proprio in queste settimane, per disposizione dei politici: addio al Piratabus, al Lucky, al Kiosko 62 e molti altri chioschi sulla spiaggia di Formentera. Degli storici chiringuitos rimarrà solo il Bartolo. Al posto degli storici chioschi ne verranno montati di nuovi e a gestirli ci saranno società diverse rispetto quelle che li hanno portati avanti per decenni.

Gli eccessi costituiscono la storpiatura più grave di questo rito nazionale da esportazione che è l’aperitivo. Come avvenuto in due delle mete più frequentate per la movida – oltre che per la bellezza delle isole -, così dovremmo essere noi a porre un freno in questi appuntamenti ormai tradizionali che dovrebbero precedere la cena.

Devo fare outing sul tema: ero ghiotto di quei pasticci che corredano lo Spritz o il Negroni o quel che si beve al tramonto. Pizzette, anacardi, stuzzichini mi hanno rovinato l’appetito per una vita. Da quando ho iniziato questa eccitante esperienza a “Vendemmie”, sto scoprendo la gioia di assaporare il vino con moderazione e vivere, approfondire adesso la cultura dell’aperitivo.

Attraverso le nostre interviste, i nostri servizi e la conoscenza di “Aperitivo Festival”, oltre alle chiacchierate con i colleghi di MWW Group, ho resettato il valore di questo appuntamento: deve essere l’inizio di una nuova parte della giornata, non la sua fine annegata e rimpinzata. Gusto, sapori e chiacchiere sono gli ingredienti da esaltare, sono i momenti da vivere. Sono emozioni. Non è mai troppo tardi per imparare.

A Milano, dove vivo da quasi sempre, si è scatenata da tempo l’apericena. È un modo sostanzialmente più economico per bere (non sempre benissimo) e mangiare (pure qui, non sempre nella maniera migliore), rovinandosi o cancellando appunto la cena.

Tutti i giorni su “Vendemmie” e in questo mese di avvicinamento all'”Aperitivo Festival” vogliamo offrirvi l’opportunità di ricalcare la mia modestissima esperienza: andiamo a conoscere l’aperitivo, andiamo ad apprendere cosa ci può dare un buon bicchiere senza farci deragliare, senza cercare la deriva.

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Luca Serafini

Dal 1° febbraio 2024 direttore responsabile di Vendemmie, giornalista e scrittore, ha una lunga carriera televisiva alle spalle ed è tuttora opinionista sportivo tra i più apprezzati. Ha pubblicato saggi e romanzi, con “Il cuore di un uomo” (Rizzoli, 2022) ha vinto il premio letterario “Zanibelli Sanofi, la parola che cura”.

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