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Il ricco suono del flauto e lo spumante dei poveri: il Sambuco, re d’inizio estate e di Halloween

Tempo di lettura: 2 minuti

Il suo profumo inonda le leggende celtiche, dei druidi, dei maghi, tenendo lontani insetti e… demoni

“La Bellezza… e un buon bicchiere di vino salveranno il mondo”

di Irma D’Alessandro

Se Lucio Dalla cantava “La settima Luna”, qui siamo alla Tredicesima. Così ci racconta la tradizione celtica a proposito del Sambuco, che possiede forti legami con la Tredicesima Luna del Calendario Celtico antico, cioè la fine dell’anno e momento in cui si celebrava la festa di Samhain, oggi conosciuta come Halloween, la festa dei morti, la fine di un ciclo e l’inizio di quello nuovo. I Celti e i Druidi riconoscevano al legno di Sambuco il potere di allontanare il male. I suoi rami, tra cui la bacchetta di mago Merlino, erano usati per costruire strumenti e bacchette per scacciare i demoni.

Se dal punto di vista astronomico evidentemente Celti e Druidi collocavano il Sambuco e i suoi poteri magici alla fine di un anno, è indubbio che i fiori di Sambuco siano la ‘star’ del momento, perché il Sambuco esplode con la sua potenza floreale e di profumo proprio tra la fine di maggio e giugno. Riguardo i demoni, non possiamo dire se funzioni con certezza scientifica, ma di sicuro i bei fiori bianchi del Sambuco sono in grado di tenere lontani gli insetti fastidiosi.

L’albero di Sambuco è facilmente riconoscibile, oltre che per la sua chioma fitta e a falda larga, anche per il suo fusto rugoso, nodoso, che può raggiungere anche un’altezza di 10 metri. La sua corteccia di colore grigio-bruno nasconde un interno biancastro e morbido. Un ‘duro dal cuore tenero’, insomma, utilissimo e adatto per farne dei flauti, i flauti magici: lo sapevano bene i Celti, i Druidi, le fate, gli antichi contadini tedeschi. E anche Wolfgang Amadeus Mozart che, proprio nel suo “Flauto Magico”, fa donare a Tamino un flauto magico da parte della Regina della Notte.

Venendo a noi, dalla fermentazione dei fiori di Sambuco deriva una bevanda leggermente frizzante chiamata “lo spumante dei poveri”, bassa di alcol, di colore bianco, dolce, leggermente acido. Un prodotto che esiste da almeno trent’anni, molto popolare in Alta Valle Scrivia, tra le provincie di Genova ed Alessandria e che sostituiva il vino da dessert. Un preparato che viene suggerito anche dal botanico Castore Durante oltre 3 secoli fa: “I fiori del Sambuco posti secchi in un sacchetto e messi nella botte quando bolle il mosto, spremendo ogni sera il sacchetto, danno al vino odore di moscatello e buon sapore”.

Chi vuole provare?

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Irma D’Alessandro

Irma D'Alessandro, giornalista sportiva e conduttrice. A Mediaset da 30 anni. Il calcio internazionale il suo playground. Inglese e Spagnolo le alternative all'Italiano. Appassionata di sport e viaggi, di fiori e vini

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