Ci sono partite che per motivi oscuri diventano sempre belle, o almeno si fanno guardare volentieri. Negli ultimi anni è successo spesso se di fronte ci sono Roma e Inter: con giallorossi e nerazzurri in campo difficilmente ci si annoia, e molte volte c’è qualcosa di importante in palio. Allora perché non accompagnare questa “classica” del calcio italiano con qualche ottimo calice di vino? Champions Wine riparte da qui, pronti a coprire l’autostrada da Orte alla barriera di Milano Sud oppure, se proprio volete rilassarvi, da Roma Termini a Milano Centrale, belli comodi su uno dei tanti treni ad alta velocità che collegano la Capitale con la “capitale morale”.
di Raffaele Cumani & Antonio Cardarelli
Da sempre una delle sfide di cartello della Serie A, Roma contro Inter ha fatto un salto di qualità del dopo Calciopoli. Con la Juve momentaneamente fuori dai piani alti, il Milan lontano dai fasti di inizio millennio e il Napoli in fase di costruzione, a giocarsi i trofei dal 2006 e fino al prepotente ritorno bianconero con Antonio Conte in panchina sono proprio Roma e Inter. Quasi sempre a spuntarla sono i nerazzurri, che proprio con Mourinho, odierno dominus giallorosso, conquistano il triplete nell’anno domini 2010. Ma la Roma di Spalletti e quella di Ranieri sono sempre lì, a sfiorare l’impresa fino a toccarla. Come successo nella stagione 2007/2008, quando un gol di Vucinic a Catania porta lo Scudetto a Roma per quasi un tempo. Quello necessario a Ibrahimovic per entrare sotto la pioggia di Parma e firmare il campionato con una doppietta heavy metal – nel senso del peso specifico dei gol – che tra le altre cose manda i padroni di casa in Serie B. In quegli anni la Roma deve “accontentarsi” di vincere due Coppe Italia e una Supercoppa italiana, ovviamente in finale sempre contro l’Inter, ma le sfide ripetute certificano ormai l’accesa rivalità tra le due squadre.
“Non succede, ma se succede” è il mantra di un De Rossi barbudo nella stagione 2009/2010 in cui ancora una volta la Roma rincorre la futura Inter campione d’Italia. “Nun è successo!” chiosa ironicamente Materazzi a fine stagione. Chissà come si saranno consolati i tifosi romanisti, noi al posto loro avremmo certamente stappato un vino del Lazio, magari il Matidia di Casale del Giglio. Uva autoctona locale, il cesanese, per un rosso dai sentori di marasca e dalla leggera speziatura, con buona freschezza e sapidità. Magari durante ad una serata in osteria davanti ad un buon tagliere per discutere a caldo della partita.
Spettacolo, si diceva. E viene in mente un gol su tutti, una delle tante perle regalate da Francesco Totti agli appassionati di calcio italiani. È il 26 ottobre del 2005 quando San Siro si alza in piedi per applaudire il cucchiaio del Pupone a Julio Cesar dopo aver saltato tre avversari. Caressa lo definisce “un gol pazzesco” e noi siamo pienamente d’accordo: un “do” di petto nella Scala del calcio, ma per noi che abbiamo uno spirito più rock somiglia più a un assolo alla Eddie Van Halen in uno stadio in delirio, che proponiamo qui sotto (anche) per avere la scusa di guardarlo di nuovo:
Altri cronisti dediti a sport più “motorizzati” direbbero “tutti in piedi sul divano!”, noi parlando di Scala del calcio preferiamo un più poetico tutti in piedi in platea (gli esperti dell’opera saranno più precisi di noi amanti del buon vecchio rock).
Tutto questo per dire che stiamo per scomodare un pezzo forte, una bollicina che ci riporti alla Scala, il Franciacorta Brut Teatro La Scala di Bellavista, da chardonnay e pinot nero, dedicato al leggendario tempio dell’Opera.
Un grande cuvée, complessa, con belle note agrumate e floreali.
Bevuta avvolgente, potente ed elegante, ma del resto con una giocata del genere…
Francesco Totti di gol spettacolari all’Inter ne ha fatti tanti, ma non sempre il suo destro è stato indirizzato in porta. Siamo all’Olimpico, tanto per cambiare durante una finale di Coppa Italia, nell’anno del triplete (anche se è il 5 maggio, data che non garba tanto ai tifosi dell’Inter). Mancano tre minuti alla fine, l’Inter è avanti 1-0 e Balotelli si avvicina alla bandierina per difendere palla e far passare secondi preziosi. Azione di cui, tra l’altro, Totti è stato magister incontrastato. Ma qualcosa scatta nella testa del 10 della Roma che rifila a Balotelli un calcione da dietro per quello che lui stesso, nella sua autobiografia, definirà “il fallo più brutto della mia carriera”. Pochi giorni prima la Roma aveva perso 2-1 in casa dalla Samp di Cassano e Pazzini vanificando una spettacolare rimonta con Ranieri in panchina, era la stagione del “non succede ma…” di derossiana memoria. E così, di fronte all’ennesimo trofeo perso, Totti si sfoga contro Balotelli. Anche i più grandi sbagliano.
Il povero Super Mario, che vari rumors hanno spesso avvicinano alla produzione di vino, non ha mai lesinato su bottiglie importanti e sull’impegno civile… Un vero membro della crescente comunità eno-calcistica! Per celebrarlo serve un vino generoso ma anche un po’ pazzo. Ci viene in mente il Kairos di Zymè, un rosso che la cantina veronese ottiene da minimo 15 vitigni di cui 11 rossi e 4 bianchi: Garganega, Trebbiano toscano, Sauvignon Blanc, Chardonnay, Corvina, Corvinone, Rondinella, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Teroldego, Croatina, Oseleta, Sangiovese, Marzemino. Gran ricchezza su note di frutta, tabacco, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e chi più ne ha più ne metta.
Una sensazione di goduriosa “dolcezza” che fa digerire anche il brutto gesto del Pupone.
E a proposito di grandi c’è forse una partita, tra quelle tra Roma e Inter, che i buongustai eno-calcistici ricordano: Roma-Inter 4-5, stagione 1998/99. Per l’Inter è il campionato dei quattro allenatori in panchina e di un deludente ottavo posto. All’Olimpico si gioca contro la Roma utopistica di Zeman, con Cafu e Candela terzini e il povero Tommasi a centrocampo a spolmonare per mezza squadra. Si gioca in uno stranissimo lunedì sera per motivi di ordine pubblico: il giorno prima Roma è stata invasa dai fedeli per la beatificazione di Padre Pio. Ma sul prato dell’Olimpico, a ben guardare, ci sono diverse divinità del calcio, santificati negli anni nella memoria collettiva dei devoti alla sacra sfera. Ronaldo, Baggio e Totti quella sera sembrano essere in un luna park, aggiungete poi l’esultanza con mani dietro le orecchie di Super Marco Delvecchio e la garra di Ivan Zamorano ed ecco i fuochi d’artificio di una delle partite più divertenti della storia della Serie A. Qualche riflesso filmato per gradire:
Spettacolo. Parola magica per gli appassionati di calcio. E allora, parlando di Inter e Roma, non si può non ricordare il favoloso gol di monsieur Youri Djorkaeff da Lione. Inutile spendere parole per descrivere un gol che l’anno dopo è stato stampato sulle tessere degli abbonati dell’Inter, eccolo qui sotto:
Tanti incroci tra Roma e Inter, non solo sul campo, ma anche sul mercato. Probabilmente l’ultimo non viene ricordato con piacere dai tifosi nerazzurri, ma forse neanche da quelli giallorossi… Parliamo dell’affare che ha portato Radja Nainggolan all’Inter nel 2018. Devastante in giallorosso quanto deludente in nerazzurro, il belga arriva a Milano per 38 milioni più il cartellino di Zaniolo (e quello di Santon).
L’affare pare si sia chiuso proprio davanti ad una frittura di pesce e ad un calice di vino bianco, che facilita sempre le cose. Finora Zaniolo non è esploso come ci si aspettava dopo l’inizio fulminante a Roma, ma almeno fino alla rottura con Mourinho per i tifosi dell’Inter quell’affare era stata la più classica delle beffe.
Comunque vada noi crediamo nel giovane talento e siamo convinti che possa ancora imboccare la via del campione. E allora serve un vino dalla sicura stoffa che diventerà grande. Proviamo con il riesling trentino Warth del già citato campione del ciclismo Moser che al suo esordio ha già tutto quello che ci si aspetta da quest’uva straordinaria, agrumi, frutta esotica, spezie, accenni che “da grande” diventeranno idrocarburo e straordinaria complessità.
Bottiglie importanti per celebrare una classica ormai diventata rivalità, rinfocolata anche dall’arrivo trionfale di Mourinho a Roma, proprio quando i tifosi della sponda nerazzurra di Milano pensavano che il vate di Setubal non potesse vestire altri colori in Serie A. Sarà ancora una volta spettacolo? Dybala e Pellegrini renderanno onore a Totti? O sarà il cigno di Sarajevo, il grande ex Edin Dzeko, a timbrare a modo suo sulle orme di un altro grande centravanti che ha vestito le due maglie come Gabriel Batistuta? Noi, nel dubbio, aspettiamo fiduciosi con i calici in mano e il vino giusto da vaersare. E chissà che il prossimo anno Roma e Inter non possano ritrovarsi per una finale di Supercoppa europea…