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JUVE - SAMPDORIA

Juventus-Sampdoria, l’omaggio a Gianluca Vialli e il vino solidale

Tempo di lettura: 5 minuti

Le più grandi imprese sportive possono essere raccontate con una sola immagine. Quando si vincono trofei importanti, come mondiali, europei o Champions League, di solito l’immagine che rimane impressa nella memoria è quella del capitano che solleva la coppa al cielo. 

di Raffaele Cumani & Antonio Cardarelli

Ma per il campionato europeo del 2020 – giocato nel 2021 – non è andata così. Qualsiasi italiano appassionato di calcio, chiamato a scegliere un’immagine simbolo di quell’impresa, risponderà quasi sicuramente con l’abbraccio tra Mancini e Vialli a Wembley. Questo nuovo capitolo di Champions Wine parte proprio da qui: dall’abbraccio che ha suggellato la presa della Britannia. Una vittoria che per noi appassionati eno-calcistici diventa l’occasione per stappare qualche ottima bottiglia, non solo per gustarsi al meglio Juventus-Sampdoria – la partita che abbiamo scelto per questa giornata – ma anche per rivedere qualche gol di Euro 2020.

Juve e Samp, per motivi diversi, stanno attraversando periodi complicati. Ma c’è un giocatore che unisce queste due squadre e che, per i tifosi, evoca solamente bei ricordi. Stiamo parlando naturalmente di Gianluca Vialli, uno degli attaccanti più forti della storia del calcio italiano e uno dei personaggi più rilevanti dell’intero mondo del calcio. Dicevamo poco fa dell’abbraccio di Wembley. La sequenza la ricordiamo tutti: i calci di rigore in uno stadio ostile, Vialli che si gira per non guardare, Donnarumma che ci regala la coppa a sua insaputa e, alla fine, l’abbraccio liberatorio tra Roberto e Gianluca.

Dietro quell’abbraccio c’è un mondo, anzi un universo: sollievo, gioia, incredulità, soddisfazione, fratellanza, ma anche un velo di malinconia e, forse, di rimpianto. Ad abbracciarsi sono due fratelli che hanno compiuto un’impresa, e l’hanno fatto nello stadio (ricostruito) che 31 anni prima era stato teatro della delusione più grande della loro carriera, dove avevano perso la finale di Coppa Campioni contro il Barcellona di Cruijff e Koeman. Un’impresa compiuta da una nazionale italiana che il ct Mancini ha voluto riempire di tanti protagonisti della Samp della Bella Stagione, raggiunta proprio con quella maglia azzurra che ai gemelli del gol aveva, fino ad allora, regalato più dolori che gioie.

Gianluca Vialli, soprattutto nell’ultima parte della sua carriera e
nel post-carriera, ha sempre avuto la capacità
di aprire nuove strade.

Stradivialli, come lo aveva ribattezzato il guru eno-calcistico Gianni Brera, ha proiettato il ruolo dell’attaccante in una dimensione mai vista prima. Sotto la guida di Emiliano Mondonico, cremonese di Rivolta d’Adda, Vialli porta i Grigiorossi in serie A dopo 54 anni. Ma il suo futuro è nella stupenda Sampdoria che il presidente Mantovani sta costruendo per abbattere i potentati calcistici delle altre due città del triangolo industriale. A Genova Vialli incontra Roberto Mancini: nascono i gemelli del gol, una delle coppie d’attacco più devastanti, complete e divertenti della storia del calcio italiano. Grazie all’assistenza mai banale del Mancio, Vialli comincia a segnare in tutti i modi possibili per un attaccante che potremmo definire, nostalgicamente, di razza. Gol che uniscono tecnica, tempismo e strapotere atletico, doti sublimate nei tanti gol al volo segnati da Vialli.

La cavalcata di quella Sampdoria sembra inarrestabile e arriva fino al palcoscenico più prestigioso, ma proprio sul più bello una sassata del biondo Koeman pone fine all’epopea blucerchiata in una partita stregata per Vialli, che sbaglia due occasioni che solitamente trasformerebbe ad occhi chiusi e con il sorriso beffardo stampato in faccia.

Quella fu l’ultima partita di Vialli con la Samp. Nella stagione 93-94 passa alla Juventus, dove l’inizio è decisamente sotto le aspettative. Vialli riesce a rompersi un piede calciando un rigore all’Olimpico contro la Roma, ma con l’arrivo di Marcello Lippi le cose cambiano e Gianluca, con la fascia di capitano sul braccio, trascina la Juve fino alla Coppa dei Campioni, vinta proprio ai rigori e proprio all’Olimpico. Insomma, già da questo si capisce che Vialli non è uno che ama lasciare le cose in sospeso. Esaurito il ciclo alla Juve, Vialli allarga i suoi orizzonti e diventa pioniere del calcio italiano all’estero. Destinazione, ovviamente, Londra. Non Wembley, dove gioca solo la Nazionale e si disputano le finali di coppa, ma Stamford Bridge. Ma non da “semplice” bomber, perché dopo l’addio del già citato Ruud Gullit Vialli diventa giocatore-allenatore del Chelsea, riuscendo a vincere una Coppa delle Coppe grazie al gol di “Magic Box” Gianfranco Zola in finale contro lo Stoccarda e dopo aver eliminato in semifinale lo stupefacente Vicenza di Guidolin. Londra diventa la sua seconda casa e proprio lì, richiamato dal fratello Roberto Mancini come “capodelegazione” della Nazionale, Gianluca Vialli si toglie una delle più belle soddisfazioni della sua carriera. Alessandro Florenzi inquadra alla perfezione il vero ruolo di Vialli (guardare per credere) in quella coraggiosa Nazionale… altro che semplice “capodelegazione”.
“Un esempio che ci dimostra ogni giorno come si deve vivere e come ci si deve comportare” esordisce Florenzi.

Perché di Gianluca Vialli ricordiamo sì le imprese sportive,
ma anche il coraggio e la positività travolgente fuori dal campo.
I gesti e le parole mai banali,
anche in contesti che vivono spesso di stereotipi.
L’impegno, anche attraverso il vino
.

Per diversi anni, infatti, la Fondazione Vialli e Mauro ha raccolto insieme all’azienda Follador Prosecco dal 1769 fondi per il sostegno alla ricerca sulla SLA e la prevenzione e cura del cancro. Già, perché la solidarietà passa anche attraverso le nostre amate bottiglie.

E visto che parliamo di coraggio, ecco qualche altro esempio di cui abbiamo avuto notizia recentemente, e che vale la pena citare. Durante la pandemia si erano moltiplicate le iniziative benefiche del mondo del vino, ricordiamo (solo per citarne alcune) le meritorie campagne in giro per l’Italia di Zorzettig, Terre d’Oltrepò e La Versa, Montelvini, Barberani, Cantina dei Vignaioli di Scansano, Tenute Rubino, Casa Setaro, Casa Paladin, La Raia e Tenuta Cucco a sostegno di un sistema sanitario in grave difficoltà.

Negli ultimi mesi l’abruzzese Masciarelli devolve parte del ricavato della vendita dell’Abruzzo Pecorino Castello di Semivicoli 2022 ad ANGSA Abruzzo Onlus, Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici. In Veneto continua da anni il progetto solidale Santalucia, frutto della collaborazione tra l’azienda agricola Maculan e la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus per finanziare la ricerca contro le malattie oculari attraverso i proventi del Cabernet Sauvignon. Ma anche il progetto Alba Vitæ di Ais Veneto che ha visto nel 2022 il ricavato delle vendite dello spumante Lessini Durello Riserva Extra Brut 2014 di Giannitessari sostenere p63 Sindrome EEC International APS per l’apertura a Belluno di uno sportello di ascolto riservato alle malattie rare.

Potremmo andare avanti a lungo ma gli elenchi
poi rischiano di diventare noiosi
ed uno degli insegnamenti che Gianluca Vialli ci ha lasciato
è che si può ispirare il mondo con leggerezza ed ironia.
Col sorriso sul volto.
Anche attraverso il vino.
Perché il vino è gioia, convivialità e condivisione.

Il grande Pep Guardiola omaggia Vialli raccontando il loro ultimo incontro davanti ad una bottiglia di vino, salame e formaggio.

Godiamoci anche questa partita e le emozioni che saprà regalarci. Assaporiamo il piacere della meraviglia che le storie di questo sport sanno regalarci. Il piacere di poterne godere a pieni polmoni. Tutto il resto poi è storia, come si dice in questi casi. E tornando all’abbraccio tra Roberto e Gianluca, a Wembley, beh è anche il nostro… un invito a chiudere i nostri cerchi nella vita, senza paura di piangere quando serve… magari stappando di tanto in tanto qualche buona bottiglia di vino per tirarci su nei momenti più duri o semplicemente per fare del bene ed aiutare chi ha avuto qualche inciampo. Tenerlo stretto tra le braccia, fisicamente o meno. Anche questo è l’esempio di Gianluca.

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