LAZIO-MILAN

Lazio-Milan, calcio champagne, spumanti e bel gioco

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Tra il lunedì odiato da Vasco Rossi e il mercoledì da leoni del film c’è il sonnacchioso martedì, nobilitato dal calcio europeo ma regolarmente bistrattato dalla Serie A. Eccezion fatta per l’ultimo turno del girone d’andata, che prevede uno spumeggiante Lazio-Milan proprio di martedì sera. Un’occasione che noi di Champions Wine non potevamo farci sfuggire. Non solo perché è una buona scusa per stappare qualche ottima bottiglia al posto della classica accoppiata del martedì petto di pollo-acqua minerale, ma anche perché Lazio-Milan è una partita con tante, tante storie da scoprire.

di Raffaele Cumani & Antonio Cardarelli

“Martedì se n’è andato col vento” cantavano i Lynyrd Skynyrd in Tuesday’s Gone (se non la conoscete potete recuperare qui) e sia la Lazio che il Milan cercheranno di prendere (o ri-prendere) il volo verso gli obiettivi stagionali.

Cos’hanno in comune queste due squadre?

Ci abbiamo pensato a lungo, e tutto sembra portare noi appassionati eno-calcistici verso le più spumeggianti bollicine. Già, perché Lazio e Milan, quasi sempre nella loro storia, hanno vinto divertendo e divertendosi, senza puntare al gioco speculativo.

Un tempo si diceva “calcio champagne”, una definizione che a noi di Champions Wine, neanche a dirlo, piace moltissimo…

Champagne “per brindare ad un incontro” direbbe qualcuno meno rock di Vasco (ma del resto si gioca di martedì…), un incontro sì, ma di grande calcio, diremmo noi. Che poi quando si parla di calcio champagne il pensiero vola immediatamente al mitico Gigi Maifredi, l’allenatore che fece le fortune del Bologna (e un po’ meno della Juve) a cavallo dei decenni ’80-’90. Ecco, Gigi Maifredi prima di diventare un vate del bel gioco del tempo era rappresentante proprio di champagne, di Veuve Clicquot Ponsardin per la precisione. Oggi il gruppo cui fa capo Veuve Clicquot conta tra le sue bollicine maison come Krug, Ruinart, Dom Perignon, Moet&Chandon (solo per citarne alcune).

Insomma, potremmo fermarci qui per capire cosa abbinare alla serata…

E invece no, sarebbe troppo semplice e poi dobbiamo tornare a parlare della partita rimanendo sull’asse patrio della rivalità tra Roma e Milano! Cominciamo così da una partita che è rimasta nel cuore dei tifosi di Lazio e Milan di quando il “fu” campionato più bello del mondo “era” il campionato più bello del mondo e che sicuramente ricorderanno le più fini memorie eno-calcistiche: Lazio-Milan 4-4, stagione 1999-2000.

Le geometrie di Juan Sebastian Veron, i calci d’angolo a rientrare del compianto Sinisa Mihajlovic, lo strapotere fisico di Alen Boksic, le stoccate del “Matador” Salas: questi gli ingredienti di un match scoppiettante. Ma il pezzo forte della serata arriva dall’Ucraina (e magari anche oggi da quelle parti ci arrivassero solo notizie di questo tipo) e ancora una volta c’entra il vento: Andriy Shevchenko, soprannominato “il vento dell’Est” (copyright Carlo Pellegatti), attaccante col marchio di garanzia del colonnello Lobanovsky.

Sheva si presenta nel calcio italiano con una tripletta, così come un paio di anni prima – sempre con una tripletta, al Barcellona – aveva conquistato l’osservatore Italo Galbiati, che nella sua relazione aveva vergato un profetico È DA MILAN (scritto proprio così, in maiuscolo). 

E a proposito di vento dell’est, o meglio del nord-est, per godersi lo spettacolo di questo freschissimo Sheva d’annata ci vuole un grande prosecco super scattante ma con capacità di graffiare nel tempo mantenendosi sempre e piacevolmente pungente, serve qualcosa come Prosecco Superiore R.D.O. Levante di Masottina direttamente dalla terra di elezione di questo vino, Conegliano.

Masottina Levante RDO

Restiamo in quegli anni, tra fine ’90 e inizio 2000 Lazio e Milan si contendono il primato in Serie A. L’anno prima, stagione 1998-1999, un Milan sornione supera la Lazio di Eriksson al fotofinish grazie alle capocciate di Bierhoff e all’eroe (quasi) per caso Andres Guglielminpietro. La rivincita per la Lazio arriva l’anno dopo nell’ormai celeberrima ultima giornata segnata dal diluvio di Perugia-Juventus: finalmente i miliardi investiti da Cragnotti portano lo scudetto a 26 anni da quello dei “bad boys” guidati da Chinaglia, anche grazie al già citato 4-4 dell’Olimpico. La Lazio in quegli anni era uno squadrone che vinceva e divertiva, d’altra parte era stata costruita a suon di miliardi appositamente per questo, basti pensare che un certo Mancini da Jesi (ma di verdicchio parleremo un’altra volta…) era schierato sulla linea mediana affiancandogli i polmoni di un Almeyda di cui oggi si celebrano ancor più le imprese “extra” rispetto a quelle calcistiche.

Calcio champagne, si diceva, una regola messa in chiaro fin da subito da Berlusconi al Milan: non solo vincere, ma puntare sul “bel giuoco” e sullo spettacolo. L’arrivo in elicottero all’Arena Civica di Milano in stile Apocalypse Now (con sottofondo musicale wagneriano), è la rappresentazione plastica del Milan pensato da Silvio Berlusconi a sua immagine e somiglianza.

Da quel momento in poi – siamo nel 1986 – non basta vincere, bisogna stupire. 

Al Milan arriva Sacchi, il resto è leggenda, sempre nel segno delle bollicine in campo: gli olandesi, il dominio in Italia e in Europa, tanti giocatori di culto come George Weah, che proprio all’Olimpico contro la Lazio segna un gol da degustare con gioia.

Velocità, esplosività e tecnica incontenibile.

Per godersi un “Giorgione” così ispirato bisogna scomodare un altro sport, sempre eroico e leggendario, il ciclismo.

Eh sì, perché il Trentodoc 51,151 celebra il Record dell’Ora della leggenda, ora produttore di bollicine di montagna, Francesco Moser. Velocità e tanta, tanta classe, ma questa ancora una volta è un’altra storia…

Tornando al Milan, dopo Sacchi la tradizione del bel gioco rossonero non si è certo esaurita.

moser

Kakà, Rivaldo, Rui Costa, Cafu o il già citato Sheva fornivano una quantità di talento calcistico non gestibile con la semplice potenza di calcolo umana, serviva la magia, quella del Natale o meglio dell’”Albero di Natale”. Sì, perché proprio con questo schema, Carlo Ancelotti fece ancora grande il Milan in Europa.

E del resto Carletto, lo citiamo, “preferisce la coppa” e quindi se bollicina deve essere, che sia emiliana, che sia lambrusco. Magari il più raffinato, il sorbara, da una cantina che ha scommesso sull’eleganza del metodo classico: scegliamo il Christian Bellei Millesimato di Cantina della Volta, di una versatilità e sapienza tecnica che fa onore al genio di Reggiolo!

bellei millesimato

Anche oggi Lazio e Milan, che tra l’altro sono accomunate anche dalla capacità di tornare grandi dopo la Serie B, seguono quella strada. Con Zeman, Zaccheroni e Inzaghi prima e oggi con Sarri i biancocelesti continuano a puntare su un calcio propositivo, così come l’approccio più europeo del Milan di Pioli ha portato al meritato Scudetto dell’anno scorso. Ma le bollicine dell’incrocio Lazio-Milan passano per forza anche per l’arte della difesa. Basta un nome: Alessandro Nesta, summa del difensore di classe, decisivo per i successi dei suoi due club quanto sfortunato in Nazionale. La sua cessione al Milan segna la fine dell’epoca d’oro della Lazio di Cragnotti e in maglia rossonera ritrova un ex compagno di difesa della Lazio: Jaap Stam, l’olandese con faccia e fisico da marines. Da soli potrebbero difendere l’oro di Fort Knox, ma siccome giocano a calcio si “limitano” a terrorizzare gli attaccanti avversari, anche se in rossonero giocano insieme solo 3 stagioni.

Oggi Lazio e Milan non sono più gli squadroni che dettavano legge anche in Europa, ma la suggestione di una partita di alta classifica resta intatta. Noi umili appassionati eno-calcistici speriamo nell’ennesima grande partita, piena di rovesci, emozioni e sorprese.

Una partita spumeggiante, e a proposito di sorprese, magari ci berremo una folgorante bollicina calabrese, l’Almaneti di Librandi!

Perché è vero che il Milan dopo la “sbornia” scudetto, sembra ancora alla ricerca di sé stesso, che la Lazio di Sarri che pur sembra aver acquistato maggiori certezze sarà orfana di Ciro Immobile, ma, si sa, è proprio quando meno ce lo si aspetta che il gioco più bello del mondo dispiega tutta la sua magia.

Quindi, non resta che mettere qualche ottima bollicina in fresco e godersi un martedì spumeggiante, se non di Champions, di Champions Wine! 

librandi almaneti
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