Slow Wine Fair, Giancarlo Gariglio: insieme per un vino buono, pulito e giusto

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Sul palco della Slow Wine Fair di Bologna – prima edizione della fiera internazionale dedicata al vino “buono, pulito e giusto” – Giancarlo Gariglio, fondatore della Slow Wine Coalition, traccia i nuovi paradigmi della viticoltura racchiusi nel Manifesto del Vino Buono Pulito e Giusto, un decalogo che fissa alcuni punti fermi sul mestiere del vignaiolo, sull’agronomia e sull’enologia, allargando il discorso anche ad altri ambiti quali la biodiversità, il valore del territorio e il rapporto con chi lavora in vigna e in cantina.

L’intervista esclusiva di Vendemmie realizzata da Raffaele Cumani

 

L’idea alla base del Manifesto del Vino Buono Pulito e Giusto è che la qualità di un vino non sia più definibile unicamente solo con il gusto. Non basta più in questo momento che il vino sia semplicemente buono, ma occorre che sia anche pulito e giusto. Pulito, cioè la attento alla sostenibilità ambientale. Giusto perché il vino non deve essere figlio dello sfruttamento dei lavoratori”.

 

BolognaFiere, 27 marzo 2022 – La questione ambientale è ormai indiscutibilmente  un’urgenza del nostro tempo e anche nel mondo del vino l’attenzione per il tema è diventata prioritaria. 

Abbiamo già iniziato ad affrontare il tema con Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, proseguiamo con Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine e coordinatore della Slow Wine Coalition.

Gariglio ci racconta la visione alla base del Manifesto del Vino Buono Pulito e Giusto,un documento condiviso e aperto, frutto del lavoro della Coalition: un luogo di confronto e un punto di partenza per un modo etico e sostenibile di ripensare e produrre il vino, per una rivoluzione del sistema agricolo basata sulla sostenibilità ambientale, la tutela del paesaggio e la crescita culturale e sociale delle campagne.  

Nel Manifesto sono presentati dieci punti fondamentali per un modo nuovo e più che mai necessario di pensare l’enologia e l’agronomia, riassumibili attorno ai tre grandi temi del buono, pulito e giusto.

Il “Buono” è da sempre la caratteristica basilare per la definizione della qualità del vino. Ma la qualità del prodotto vinicolo non è più l’unico paradigma sufficiente, il vino “non è più definibile unicamente solo con il gusto” dice Gariglio, “noi ci aggiungiamo due altri aggettivi: il pulito e il giusto”, altrettanto fondamentali.

Il “Pulito” riassume i punti fondamentali riguardo la sostenibilità ambientale presenti nel Manifesto, quali ad esempio, ricorda Gariglio: “l’utilizzo di meno risorse ambientali possibili – soprattutto l’acqua e l’energia – e un utilizzo meno impattante delle sostanze chimiche in vigna”.

Fondamentale a proposito è il ruolo dei vignaioli e di tutti gli agricoltori “come sentinelle dei cambiamenti climatici perché proprio loro, ricorda Gariglio, sono i primi a sperimentarne tutti i giorni gli effetti sulle coltivazioni.

Non solo, prosegue, la viticoltura e i vignaioli sono i veri e propri “difensori del paesaggio”, sono coloro che tutelano e difendono i territori da fenomeni quali smottamenti e incendi: lì “dove c’è viticoltura, dove c’è gestione del territorio, si riescono a prevenire anche questi fenomeni”.

Il “Giusto” perché “godere di un vino che è stato fatto sfruttando le persone che lo hanno prodotto è impossibile”. Non è sufficiente, sottolinea fermamente Gariglio, che un vino sia buono e pulito: il vino è figlio del lavoro delle campagne e dunque è altrettanto importante che quello stesso vino nasca da rapporti virtuosi tra le cantine e collaboratori.

La Slow Wine Coalition è una rete collaborativa internazionale che segue la vocazione alla base di Slow Food fin dalla sua fondazione nel 1990 e che oltrepassa i confini nazionali riunendo professionisti a appassionati da tutto il mondo, proprio come fanno il vino e la viticoltura. 

Non a caso, ricorda Gariglio, con la guida nata nel 2012 “ci siamo posti l’obiettivo di internazionalizzare il nostro messaggio, perché pensavamo che fosse importante che non rimanesse solo in Italia. Quindi nel 2017 ci siamo allargati alla Slovenia, nel 2018 agli Stati Uniti, nel 2020 alla Macedonia del Nord”.

A Bologna è stata presentata la nuova guida Slow Wine dedicata alla Cina, un altro importante tassello che amplia ancora gli orizzonti. La meticolosa selezione delle aziende recensite ha portato alla scelta di 50 cantine su un panorama più vasto. Una prima selezione “molto restrittiva di aziende che però producono dei vini sì molto buoni ma anche e soprattutto puliti e giusti” sottolinea Gariglio.

Il sentiero è tracciato, le fondamenta gettate sono solide e condivise, ma le diramazioni possibili sono ancora tante: “A noi piacerebbe muoverci anche su altri stati europei, ci piacerebbe molto lavorare sul Portogallo, sulla Spagna, e anche sull’Austria e sulla Germania

Senza però dimenticare il forte interesse che si riscontra nel Sud America “in Cile in Argentina in Perù, in Brasile, questi stati hanno un grande interesse al concetto di agricoltura virtuosa quindi secondo me anche per il Latino America potrà presto uscire una guida Slow Wine” auspica Gariglio.

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