In Franciacorta l’indomabile Pinot Nero e sull’Etna il nobile Nerello Mascalese. La sfida vinta è la conduzione in biologico.
di Valeria Lopis Rossi
Franciacorta ed Etna non sono poi così distanti nella visione accomunante della produttrice Elisabetta Abrami, sessantacinquenne bresciana attiva in campo vitivinicolo da un ventennio.
In principio una scia ereditiera di terreni vitati nella culla della spumantistica italiana, poi 10 anni fa la curiosità e la voglia di cimentarsi con la vitalità del vulcano e quella morfologia provante che si imprime nei vini con riconoscibilità e carattere. Un impegno che è diventato presto il consolidamento verso la duplice figura di signora delle colline moreniche di Provaglio d’Iseo e “straniera naturalizzata” del versante Est dell’Etna per Elisabetta Abrami, donna che unisce i due territori tra similitudini e differenze.

La sfida vinta in entrambi gli areali è la conduzione in biologico, una scelta che ha lasciato fuori dalla porta della cantina (e dei vigneti) la chimica con tutti i pro e i contro del caso, ponendo necessariamente i presupposti per un – duro – lavoro che va nella direzione dell’interpretazione delle annate e della tipicità dei vitigni.
In Franciacorta l’indomabile Pinot Nero e sull’Etna il nobile Nerello Mascalese sono i fieri protagonisti con cui misurarsi giorno dopo giorno, senza mai dare nulla per scontato. La dimensione familiare è un requisito fondamentale per le strutture vitivinicole, tanto al Nord quando al Sud l’esigenza è che tutto rimanga governabile e a portata di mano.
Intanto è in atto anche il passaggio generazionale: ad affiancare Abrami è da poco arrivato il figlio, richiamato da quella vocazione agricola che coinvolge sempre più giovani, Giuseppe Volpato ha concluso gli studi economici e le esperienze all’estero per dedicarsi completamente al vino.

“Ai 18 ettari in Franciacorta che avevo già, nel 2012 è arrivata l’opportunità di aggiungere 4 ettari di Etna DOC ed approdare sul vulcano grazie all’amicizia con un pescatore siciliano. Da lì si è aperto un nuovo mondo, siamo entrati in contatto una realtà poetica ed estrema che abbiamo voluto battezzare ‘Sciare dell’alba’ – racconta affascinata Abrami – i due territori presentano caratteristiche morfologiche non semplici per la viticoltura ed io che ero già abituata alle asperità della collina, alla manualità, all’arrampicarsi sulle balze, mi sono resa conto di quanto coltivare sulla sciara etnea sia veramente un’impresa”.

Pretendere l’uva dai giardini di lava solida e guadagnare spazio con i terrazzamenti che puntellano i fianchi del vulcano: il vignaiolo rinnova ogni giorno un rapporto egemonico con la vigna, un dominio umano che è reciproca continuità.
“Il vino viene dalla terra e dedichiamo molte risorse alla parte agronomica – spiega la viticoltrice – l’obiettivo è portare dell’uva in cantina che sia perfetta, poi è tutto in discesa. In campo la perseveranza e la disciplina portano i buoni i frutti, non esistono compromessi. L’imbottigliato in Franciacorta è di 75.000 bottiglie e sull’Etna di 15.000 bottiglie, esattamente la metà di quello che produciamo: è un po’ la mia filosofia quella di fare una rigorosa selezione, ricercando un equilibrio tra la disponibilità produttiva di base e la risorsa necessaria interna. Il resto del prodotto è da vendere, anche per coltivare relazioni con le aziende locali che negli anni si sono avvicinate a noi anche per affinità di visione”.

Tre le referenze a marchio Etna DOC della cantina “Sciare dell’Alba”: rosso, rosato e bianco. Chi cerca la “lettura” spumantistica dell’Etna da parte di Abrami deve ancora attendere. “La piccola azienda si deve identificare con un prodotto molto legato al territorio, radicato e riconoscibile. Il primo passo sul vulcano è stato quello di venir fuori prima con il prodotto tipico, successivamente il secondo passo sarà quello della spumantizzazione ed è già nei pensieri il completamento di gamma anche perché siamo ad Est con un’esposizione e un’altitudine favorevole di 500 mt. Al momento siamo completamente assorbiti dal palmento che stiamo finendo di ristrutturare: da ottobre subito dopo la vendemmia, saremo a pieno regime con le esperienze di degustazione ed accoglienza enoturistica”.

Un po’ più ampia la proposta in Franciacorta. Alle etichette Brut, Rosé e Satèn di Elisabetta Abrami si affiancano i millesimati: tutti vini dal portamento elegante, legati da uno stile spumantistico magnificente ed essenziale al tempo stesso. “La nostra idea di fare Franciacorta si manifesta in bottiglia. I profumi della vigna con pochi zuccheri aggiunti e con alta percentuale di Pinot Nero, la buona acidità e le suggestioni fruttate sono il filo conduttore di una produzione che aspira alla massima qualità. Il Nerello Mascalese dell’Etna è tutto giocato sulla mineralità, la sua caratteristica vulcanica principale. La scoperta è continua, la ricerca anche. Guidati dalla necessità di far bene e soddisfatti dalla crescita avuta in questi anni, condivido con mio figlio Giuseppe un percorso di tanti progetti ai quali riconosco che l’agricoltura impone una programmazione molto lunga”.

Elisabetta Abrami
Strada Vicinale delle Fosche, 25050 Provaglio d’Iseo, Brescia
info@vinielisabettaabrami.it
Sciare dell’Alba
Piazza Giovanni Falcone 3, 95131, Catania
info@sciaredellalba.it