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Fratelli Izzo Piazzetta Milù_Foto di Brambilla Serrani

Da astemio a Sommelier stellato. È la storia di Emanuele Izzo di Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia, una stella Michelin

Tempo di lettura: 5 minuti

In questi primi giorni di primavera vi portiamo in uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, il golfo di Napoli. Abbiamo intervistato Emanuele Izzo, Sommelier del ristorante stellato Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia e, da quasi dieci anni, delegato AIS per la penisola sorrentina e Capri. 

di Maddalena Peruzzi

Piazzetta Milù nasce nel 2003 da un’idea di Michele Izzo e sua moglie Lucia, i quali decidono di aprire una pizzeria in centro a Castellammare di Stabia. Il nome Milù è una firma, l’unione delle loro iniziali. Negli anni il locale evolve fino a ottenere la stella Michelin nel 2017. Oggi Michele e Lucia portano avanti l’attività insieme ai tre figli. Maicol, il più giovane dei fratelli Izzo, è lo chef. Prende il timone nel 2019 e così a 26 anni, dopo dieci anni nelle brigate dei più importanti ristoranti del mondo, diviene il più giovane chef campano e uno dei più giovani chef stellati in Italia. Valerio è il poliedrico, talentuoso manager del ristorante e di tutte le attività esterne ad esso collegate. Emanuele, il più grande dei tre fratelli, è invece Sommelier e responsabile della cantina. La sua storia è tutt’altro che lineare. Da piccolo sogna di fare il giornalista sportivo, poi, invece, si laurea in giurisprudenza. Astemio e per niente interessato al mondo del vino, un giorno frequenta per caso una lezione dell’Associazione Italiana Sommelier…che gli cambia la vita. 

Come sei finito a quella fatidica lezione del corso AIS?

Per fare un favore a mio padre. Era stato invitato ma non riusciva ad andare: in pratica gli ho evitato una figuraccia. Quella lezione mi ha cambiato la vita perché mi sono completamente innamorato del mondo del vino.

Poi non solo sei diventato Sommelier, aggiudicandoti anche riconoscimenti importanti (tra cui Sommelier dell’anno 2018 per Il Mattino, Miglior Sommelier d’Italia 2019 per Identità Golose, tra i 35 best Sommelier under 35 d’Italia per il Gambero Rosso), ma hai fatto anche carriera all’interno dell’Associazione Italiana Sommelier…

Quello non era tra i miei piani. Anzi, quando mi hanno chiesto di diventare delegato per la penisola sorrentina e Capri mi sono preso del tempo per pensarci, perché sapevo che sarebbe stato impegnativo. Quando ho accettato ero il delegato più giovane d’Italia. Da allora sono passati quasi dieci anni! Non è facile governare tutto, l’organizzazione dei corsi, gli eventi, le degustazioni, i viaggi in giro per il mondo, il mio ruolo di Sommelier nel ristorante di famiglia, con la gestione della cantina e tutto quello che comporta. Però le soddisfazioni sono tante e ripagano di tutto.

Piazzetta Milù

Com’è la cantina di Piazzetta Milù?

Fisicamente si trova proprio sotto al ristorante, probabilmente erano le vecchie cantine del palazzo. Un ambiente sotterraneo in calce e tufo, ideale per la conservazione del vino perché garantisce una temperatura costante tutto l’anno, ma anche le condizioni di umidità sono perfette perché c’è una sorgente d’acqua pura proprio sotto al pavimento. Abbiamo iniziato a collezionare e a conservare il vino qui. Oggi abbiamo circa 5.000 bottiglie che provengono da ogni angolo del mondo.

Mi dicevi che è divisa in settori, ci porti a fare un tour virtuale della cantina?

Sì, saranno almeno 2.000 etichette, anche se non mi sono mai messo a contarle, sono sincero. Tra queste ci sono anche molte assegnazioni di produttori importanti e di cui andiamo davvero fieri. C’è di tutto, abbiamo grandi vini da tutto il mondo. Nel complesso metà delle etichette sono italiane e metà straniere, indicativamente.

Piazzetta milù

Parlaci della “sezione italiana”, da cosa è composta?

Ho tutte le regioni d’Italia, senza esclusioni. Poi, come potrai immaginare, c’è una parte molto ampia dedicata alla Campania e alle sue quattro DOCG principali: Fiano D’Avellino, Greco di Tufo, Aglianico del Taburno e Taurasi. Del Taurasi ho una divisione per comuni, addirittura. Poi i territori campani ci sono tutti, comprese la penisola sorrentina e Capri, di cui ho tutti i produttori più importanti.  

E per quanto riguarda l’estero?

Ho vini da tutte le principali zone vinicole del mondo. Ci sono tutte le regioni di Francia, per citare alcune delle cose più interessanti, ho una selezione notevole di Champagne e anche una collezione ricercatissima di Champagne provenienti dai Clos, complessivamente sono circa una trentina e li ho praticamente tutti. 

La tipologia che va per la maggiore nel tuo ristorante?

Le bollicine. Sono molto richieste e personalmente le amo moltissimo, per cui ne ho tante e le propongo spesso. 

Cantina Piazzetta Milù

Parlando di menù, che tipo di cucina propone Piazzetta Milù?

È una cucina d’avanguardia, ultra-esperienziale, certamente non tradizionale, ma le tradizioni culinarie locali sono fonte d’ispirazione e talvolta vengono rivisitate in chiave ironica. Non abbiamo un menù alla carta, ma un unico menù degustazione che si chiama “evoluzione”, il quale, tra l’altro, è a scatola chiusa: il menù non è scritto, non sveliamo il nome dei piatti, né il numero di portate: è la nostra idea di libertà.

Una scelta molto particolare…

È vero, quando mio fratello Maicol è tornato dall’estero, con un bagaglio enorme di esperienze di altissimo livello, tutti in famiglia abbiamo sposato con entusiasmo la sua filosofia, la sua idea. Il menù è “al buio” e lo è anche l’abbinamento vini, entrambi cambiano spesso, praticamente di giorno in giorno. Poi, io annoto sempre tutto, proprio per garantire un’attenzione particolare al cliente e non ripetermi mai. 

Secondo te un bravo Sommelier come deve essere?

Non deve essere saccente, anzi un bravo Sommelier dovrebbe essere proprio l’opposto, ovvero una persona aperta e curiosa che studia, ripassa, approfondisce ed è sempre desideroso di imparare. 

Piazzetta Milù

Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro?

Cercare di capire chi ho davanti, sforzandomi di cogliere gli spunti che le persone mi danno. A volte sono piccolissimi segnali. Quando scelgono di affidarsi, per me è il massimo. Il rapporto di fiducia con il Sommelier contribuisce a rendere unica l’intera esperienza enogastronomica.

Da piccolo sognavi di fare il giornalista sportivo, sei ancora appassionato di sport?

Sì, lo adoro. Seguo praticamente tutti gli sport, mi alleno tutti i giorni e gioco a tennis quattro, cinque volte a settimana. 

Se potessi tornare indietro cambieresti qualcosa della tua vita?

Non saprei. Non ho rimpianti. Ho fatto e faccio tante cose, mi sono anche laureato in giurisprudenza, per cui davvero nella mia vita non mi sono precluso nulla. 

Piazzatta Milù

Il tuo più grande pregio? 

L’abnegazione. Mi impegno con tutto me stesso per raggiungere i miei obiettivi. 

La cosa che ti dà più fastidio? 

Vedere persone che hanno talento ma lo sprecano.

La caratteristica che ti piace di più nelle persone?

L’insieme di due caratteristiche: solarità e cultura.

Se finisse il mondo e potessi salvare un’unica bottiglia quale vorresti che fosse? 

Sicuramente sarebbe un rosso di Borgogna, della Côte d’Or.

Foto copertina crediti: Brambilla Serrani

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