Strategie e progetti per far fronte agli eventi meteorologici estremi con interventi mirati, sostenibili e innovativi
di Mario Miranda
Tra le principali sfide che il comparto vitivinicolo sta affrontando certamente ci sono gli effetti del cambiamento climatico sulla produzione di vino. Diversi fenomeni legati al “climate change” stanno influenzando la produzione del nettare di bacco in Campania. Oltre all’aumento della temperatura media, a preoccupare sono soprattutto gli eventi meteorologici estremi (gelate, bombe d’acqua, grandinate, siccità, ecc.) che si manifestano sempre con maggior frequenza e nei confronti dei quali i produttori restano inermi.
Sono diverse e di non facile gestione le conseguenze negative che derivano dai capricci del clima e che interessano già da diversi anni principalmente le regioni viticole del sud Italia, ma in generale tutte quelle del Bel Paese. I produttori di vino devono confrontarsi sempre più spesso con situazioni difficili che richiedono ingenti sforzi per garantire eccellenti standard quanti-qualitativi delle produzioni.
In Campania diversi progetti scientifici, finanziati dal PSR (Programma di Sviluppo Rurale), sono stati sviluppati per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, tra cui si possono menzionare:
- Grease: Modelli sostenibili di coltivazione del vitigno Greco: efficienza d’uso delle risorse ed applicazione di indicatori della “Footprint family”, riguardante l’individuazione per il vitigno Greco di un modello sostenibile (replicabile su altri vitigni) di gestione della chioma e del suolo in relazione al cambiamento climatico. Il progetto ha coinvolto l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’azienda Feudi di San Gregorio, l’Università degli studi della Campania L. Vanvitelli e l’ISAFOM (CNR).
- ViteResZero: Gestione dei vigneti a residuo zero e uso innovativo delle risorse idriche, incentrato su strategie innovative ed ecosostenibili nella gestione fitosanitaria e idrica della vite. Il progetto ha coinvolto l’azienda Il Cortiglio, l’Università degli Studi del Molise e il Gal Irpinia.
- InnFaRes:Terroir intelligenti del Sannio – innovazioni per una Falanghina resiliente, riguardante la sperimentazione di un modello di gestione adattiva dei vigneti di Falanghina in grado di attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici e salvaguardare la qualità dei vini. Il progetto ha coinvolto il Sannio Consorzio Tutela Vini e tre cooperative (Cantina di Solopaca, La Guardiense e Viticoltori del Taburno), il Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi del Sannio, il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e la società di ricerca Risorsa Srl.
Numerose sono state anche le strategie messe in campo in questi anni dai vignaioli e dai tecnici del settore per far fronte a questo fenomeno di portata globale. Da una gestione più oculata delle risorse idriche ad una conduzione agronomica ed enologica più attenta, realizzata attraverso interventi mirati e pratiche sostenibili ed innovative.
Questo ha permesso ad esempio di ottenere produzioni vitivinicole campane di ottimo livello qualitativo anche in un’annata difficile come quella del 2022 caratterizzata principalmente da un periodo estivo con temperature eccessive e problemi di siccità.
Sebbene la gestione dei problemi relativi al cambiamento climatico in Campania sia stata sostanzialmente lodevole, rimane ancora molto da fare per adattarsi a questo fenomeno negli anni a venire. Oltre a continuare ad investire nella ricerca scientifica ed implementare gli strumenti di intervento per proteggere gli imprenditori del vino dalla variabile climatica, sarà necessario infatti prediligere l’impianto di nuovi vigneti nei territori più vocati e ad un’altitudine maggiore oltre a sperimentare differenti esposizioni e forme di allevamento per far fronte al costante aumento della temperatura. Sarà poi sempre più necessario favorire la diffusione dell’agricoltura di precisione e delle nuove tecnologie per una gestione più attenta del vigneto. Questo permetterà, ad esempio, di governare più agevolmente la difesa fitosanitaria e di evitare, o quantomeno limitare, situazioni di diffusione massiccia di gravi malattie della vite, come accaduto nell’annata 2023 per la Peronospora in diversi areali viticoli italiani.
Inoltre può fare la differenza porre molta attenzione al materiale vegetale da utilizzare. Oltre a puntare sui vitigni autoctoni, che godono di un maggior adattamento al contesto pedoclimatico locale, bisognerà selezionare e fare spazio a cloni e portinnesti con caratteristiche che meglio rispondono al mutamento climatico (maturazione tardiva, resistenza alla siccità, ecc.). La scelta del materiale vegetale al momento sembra essere tra le opzioni che più rispettano i canoni di sostenibilità, sia da un punto di vista ambientale che economico, per le aziende vitivinicole.
Mario Miranda
Mario è un enologo campano, esperto di analisi sensoriale e degustazione del vino. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze Enologiche presso l’Università di Napoli, ha lavorato in diverse aziende vitivinicole e ha collaborato come editor e tasting coordinator per WinesCritic.com