La purezza e la bellezza della sposa, l’aroma di un Gewurtztraminer si mescolano alle leggende del Re Sole e delle zagare arabe
di Irma D’Alessandro
In principio fu la ‘madeleine’ di Marcel Proust. In quel capolavoro del romanziere francese che è ‘La ricerca del tempo perduto’, la madeleine è il dolcetto soffice e dal profumo inconfondibile. Soprattutto evocativo. E inebriante, quella memoria “involontaria” (per stessa definizione di Proust) che si mette in moto per un fatto casuale. Oggi, ai tempi dei social, potremmo dire ‘ti sblocco un ricordo’ . La chiave può essere un profumo di fiore o di frutta che sale, stappato, da un bicchiere di vino. Ed è un attimo… è un viaggio a “portata di naso”!
Fiori d’arancio…e pensi subito a chiese, navate, matrimoni e belle spose. Ma perché? I fiori d’arancio, bianchi, delicati ed odorosi sono infatti tradizionalmente associati al matrimonio come simbolo di purezza e bellezza della sposa novella.
La fragranza è delicata e le proprietà sono senza dubbio lenitive. La storia dice che il re Luigi XIV, proprio lui il Re Sole, lo preferisse su tutti perché l ‘ unico profumo in grado di far passare, o almeno lenire, i suoi frequenti mal di testa. Si narra che il Re fosse solito far spruzzare l’essenza dei fiori d’arancio nei suoi appartamenti ed aggiungerne l’aroma nelle sue bevande.
Originario della Cina, l’arancio ( inteso come albero da fiore e frutto ) giunse in Europa nel IX secolo portato dagli Arabi attraverso la Spagna, trovando cosi’ nel clima caldo del Mediterraneo le condizioni ideali per la coltivazione e diffusione.
In profumeria, dell’arancio si utilizzano le varie parti e pertanto è considerato albero molto prezioso: dalla buccia dell’arancia si ottiene l’olio essenziale di arancio amaro, da rami e foglie l’essenza di petitgrain, dai fiori il neroli e l’assoluta di fiori d’arancio .
I fiori vengono raccolti tra fine aprile e maggio, un lavoro minuzioso che porta alla lavorazione dopo, e non oltre, 24 ore dalla raccolta.
Furono sempre gli Arabi a far conoscere alle popolazioni europee con cui entrarono in contatto l’uso dell’essenza dei fiori d’Arancio anche nella pasticceria e nelle sue varie lavorazioni . Un esempio: l’essenza dei Fiori d’Arancio è fondamentale nel dare quel gusto inconfondibile, ‘asprigno’ e che spezza il dolce, alla nota Pastiera Napoletana, dolce tipico campano della Pasqua.
Sempre in omaggio agli Arabi, quando sentite il sostantivo ‘Zagara’ pensate giustamente al Fiore d’Arancio: in arabo infatti ‘ zahr’ significa ‘fiore’.
Potrete trovare sentori ed aroma di Fiori d’arancio nei vini bianchi come il Riesling, il Pinot Grigio, il Gewurztraminer, la Malvasia istriana, il Moscato ( in particolare quello dei Colli Euganei) anche nella sua declinazione di Passito.
Irma D'Alessandro
Irma D'Alessandro, giornalista sportiva e conduttrice. A Mediaset da 30 anni. Il calcio internazionale il suo playground. Inglese e Spagnolo le alternative all' Italiano. Appassionata di sport e viaggi, di fiori e vini